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    UNA RAGAZZINA DI 15 ANNI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO HA INIZIATO A CHATTARE CON UOMO PIÙ GRANDE CHE SI NASCONDEVA DIETRO UN NICKNAME. I DUE FLIRTANO, ENTRANO IN INTIMITA’ E LEI INIZIA A INVIARGLI FOTO OSÉ E LE LORO CHIACCHIERATE SONO DIVENTATE PORCELLINE - DOPO CIRCA UN ANNO DI SCAMBI EROTICI, I DUE HANNO DECISO DI INCONTRARSI. A QUEL PUNTO LA "CARRAMBATA": L'UOMO IN QUESTIONE ERA SUO PADRE. ECCO COSA E' SUCCESSO...


     
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    Simone Pierini per www.leggo.it

     

    Una storia incredibile e altamente preoccupante che rialza l'asticella d'allarme sul cybersex, in particolare con protagonisti i minori. Una ragazzina di 15 anni ha iniziato a chattare con uomo più grande che utilizzava un nickname.

     

    Gli ha inviato foto in posa osé e i discorsi sono finiti in poco tempo su tematiche erotiche. Dopo circa un anno hanno deciso di incontrarsi. A quel punto lo choc: l'uomo in questione era suo padre.

     

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    La vicenda è stata denunciata nel Bergamasco da una psicologa dall’Associazione genitori antidroga di Pontirolo Nuovo. «Confrontandoci recentemente con una professionista che segue uno sportello psicologico nella Bergamasca - rivela il presidente dell’Aga a Bergamo News - è emerso il caso di una quindicenne che, dopo un anno a scambiarsi via chat messaggi a sfondo erotico con un adulto, ha deciso di incontrarlo scoprendo poi che si trattava di suo padre. Farà molta fatica a superare il trauma subito».

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    L'allarme sul cybersex è strettamente legato alla crescente dipendenza tra i giovani nell'utilizzo degli smartphone e dei social networks. La protezione che sembra celarsi dietro l'apparecchio elettronico ha favorito la crescita del fenomeno del sesso virtuale soprattutto tra i più giovani.

     

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    Ma non solo, il problema si estende anche alla droga. «Ormai - aggiunge Coppola - sanno bene che sono Facebook e Instagram i  luoghi virtuali dove possono incontrare coetanei a cui vendere la droga, senza correre il rischio di andare incontro al pesante aggravio della pena che può comportare l’essere colti a spacciare di fronte a scuole o oratori».

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