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    ANDIAMO IN BUCA! – AVVIO SHOW ALL’OPEN DI ITALIA DI GOLF NEL PARCO DI MONZA: CHICCO MOLINARI PER ORA IN TESTA (VIDEO) – L’ENFANT PRODIGE “RENATINO” PARATORE TRA TOTTI E L’AMICIZIA CON FIORELLO: “FAVORITI?  IMPOSSIBILE DIRLO. E’ TUTTO DIVERSO RISPETTO ALL’ERA TIGER WOODS” – CRISTIANA CAPOTONDI: "IO COME GOLFISTA? SONO MEGLIO COME CALCIATRICE" – VIDEO


     
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    RENATO PARATORE: SO COME SI VINCE. MONZA PER ME E’ IL QUINTO MAJOR

    CHICCO MOLINARI CHICCO MOLINARI

     

    Ciro Scognamiglio per la Gazzetta dello Sport

     

     

     

    Quattro come i punti cardinali. E in effetti che cosa sono i Major - Augusta, U.S. Open, British Open, PGA Championship - se non la bussola del golfista, oltre che esempi fulgidi di nobiltà assoluta e coronamento - ne basterebbe soltanto uno - di una intera carriera? Quattro, non si scappa. «Certo, è così.

     

    Ma per me subito dopo viene l' Open d' Italia. Questo è il quinto Major», dice convinto Renato Paratore. Il 20enne romano, testimonial dell' Istituto per il Credito Sportivo, risponde al telefono quando da poco ha concluso un giro di prova al Golf Club Milano. A bruciare le tappe Renatino (come da soprannome dell' amico Fiorello) ci è abituato, visto che a inizio giugno di quest' anno è stato capace di conquistare il primo torneo dell' European Tour (il Nordea Masters in Svezia). E, prima ancora, era stato vincitore dell' oro olimpico giovanile e il più giovane di sempre a guadagnare la carta sul Tour nella complicata trafila delle Qualifying School.

     

    Paratore, perché quinto Major? «Perché per un italiano questo è l' appuntamento dell' anno, un sogno. Perché giocare davanti al pubblico di casa è un' altra storia. A me dà una carica enorme. Il tifo lo sento addosso, mi piace. Per l' Italia è una cosa pazzesca avere un torneo di questo calibro».

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    Sensazioni dopo il giro di pratica?

    «Molto buone. Sto giocando bene».

     

    In teoria però il suo stile - potente, molto lungo - non è l' ideale per il tipo di percorso di Monza, più di precisione. O no?

    «No, io credo che quando sei in forma e giochi bene, tutto il resto conta relativamente. I migliori risultati di quest' anno, due top-10 oltre alla vittoria, sono arrivati su campi molto diversi tra di loro. A Monza, alla 9 posso arrivare al green in due colpi. Alla 14, potrei contare su un bel drive per passare il bunker».

     

    A proposito: che cosa ha significato per lei il successo in Svezia?

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    «Lo cercavo da tempo. E' stato importante, fondamentale. Era frustrante non essere ancora riuscito a vincere a quel livello. Quand' è così, ti assalgono i dubbi. Invece il successo li spazza via. Se ce l' hai fatta, sai che puoi rifarlo».

     

    Però dopo non tutto è andato per il verso giusto.

    «Il golf oggi è questo. Ho avuto anche qualche problema al gomito, alla schiena. Ho saltato qualche appuntamento. Ma non sono scuse, comunque quel periodo è alle spalle».

     

    Il livello del torneo è davvero alto: ritiene che sia più uno stimolo o un problema?

    «Stimolo, decisamente. Io amo il confronto con i migliori. E' bello battagliare con i più forti.

    C' è solo da imparare. E, più impari, più hai la possibilità di crescere».

    C' è un favorito?

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    «Impossibile dirlo. Ce ne sono tanti. Il livello del golf è molto cresciuto negli ultimi anni.Faccio un paragone con l' era Woods: Tiger era fortissimo, ma adesso tra i primi trenta del mondo c' è gente mediamente più competitiva».

     

    Tra le stelle attese c' è lo spagnolo Jon Rahm, a 22 anni numero 5 al mondo. Ed è stato capace di arrivarci in pochissimo tempo.

     

    Per lei è un punto di riferimento?

    «Ci siamo incrociati quando eravamo amateur. La svolta nel suo caso è stata mentale secondo me. E' migliorato tantissimo e il suo gioco ne ha beneficiato».

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    Incursioni extra-golfistiche: lei adesso è fidanzato con Jessica, che sta a Milano. La serenità personale aiuta in campo?

    «Aiuta fuori dal campo, soprattutto. Ma quando giochi, pensi solo a quello che stai facendo».

    Durante il torneo, la sua Roma giocherà una partita importante, sabato sera contro il Napoli.

    «Non credo che la vedrò. Di Francesco mi piace, non era facile prendere il posto di Spalletti ma lui lo ha fatto con personalità. Per lo scudetto, contro Juve e Napoli non sarà facile. Il Napoli, in particolare, mi sembra "on fire"».

     

    Che effetto le fa vedere il suo idolo Totti in borghese e in tribuna?

    «Sono andato un paio di volte all' Olimpico e il Capitano era poche file sotto di me, con Monchi (il d.s. spagnolo, ndr). Si è calato bene nella parte».

     

    Paratore, tornando al golf: che obiettivo si è posto per questo Open d' Italia?

    «Sinceramente, non so fino a dove posso arrivare. Vorrei esprimere al meglio il mio gioco. Divertire il pubblico di casa. Fare un bel torneo».

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