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    ARMATORI IN ARMI - VINCENZO ONORATO, PATRON DI MOBY E TIRRENIA, CONTRO GLI ARMATORI DI “CONFITARMA”: “LA NOSTRA È L'UNICA CATEGORIA CHE GODE DI UN' ESENZIONE FISCALE QUASI TOTALE E MENTRE I MARINAI ITALIANI RESTANO A CASA A FARE LA FAME, A BORDO CI VANNO I PACHISTANI CON STIPENDI ALTRETTANTO DA FAME”


     
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    Antonello Piroso per “la Verità”

     

    Vincenzo e Alessandro Onorato Vincenzo e Alessandro Onorato

    Il neosessantenne Vincenzo Onorato, che con l' imbarcazione intitolata a un disco di Pino Daniele ha partecipato a due edizioni di Coppa America, non ci sta. Presidente della Onorato Armatori (Moby, Tirrenia e Toremar, 538 milioni di fatturato, oltre 60 navi, 40.000 partenze già in calendario nel 2017 per 30 porti), dopo aver lasciato gli incarichi operativi nelle mani dei figli Achille, amministratore delegato, e Alessandro, responsabile commerciale, ha indossato i panni del Masaniello in difesa della categoria dei marittimi per andare allo scontro finale con Confitarma, la Confindustria degli armatori, e il suo presidente Manuel Grimaldi. Per completezza d'informazione, va detto che molti passaggi della conversazione sono stati tradotti, ed edulcorati, dal napoletano in italiano.

     

    Com'è che lei e Grimaldi siete finiti a giocare a battaglia navale?

    VINCENZO ONORATO VINCENZO ONORATO

    «È tutt'altro che un gioco, perché qui c' è di mezzo la vita delle persone, migliaia di famiglie di marittimi italiani. Come si chiamava quel bel programma che lei faceva su La7, caro Piroso? Niente di personale? Ecco, appunto. Per me è così. La personalizzazione dello scontro la vuole Grimaldi, a me non interessa. Certo, se mi attacchi, essendo un marinaio, sono sanguigno e replico».

     

    Ma è stato lei a cominciare il primo maggio, con una pagina a pagamento sui principali quotidiani, accusando i suoi colleghi di aggirare la legge 30 del 1998.

    «Chi sarebbero i miei colleghi, i cosiddetti armatori di Confitarma? Ma lei lo sa che l'unica categoria che in Italia ha una esenzione fiscale pressoché totale è quella degli armatori? Che hanno pure il totale sgravio dei contributi e dell'Inps per i marittimi imbarcati. Che devono essere italiani o comunitari, perché la ratio della norma era di salvaguardare i livelli occupazionali.

     

    VINCENZO ONORATO VINCENZO ONORATO

    E invece cosa fanno lor signori? Si giovano della legge e imbarcano extracomunitari, cingalesi, filippini e via elencando, che costano diciamo 700/800 dollari a fronte dei 3.000 euro spesi per un italiano. Arrivando al paradosso di una nave da crociera battente bandiera italiana, magari di proprietà di una compagnia con capitali stranieri, con 1.000 persone di equipaggio di cui solo 5 italiane, che gode integralmente dei benefici di cui sopra. Così, abbiamo gli italiani a casa a fare la fame, e a bordo i pachistani con stipendi da fame».

     

    Un attimo, Onorato. Mi faccia capire: lei è l'unico in Italia a sapere che la legge viene aggirata?

    «L'imbarco di extracomunitari a stipendi nettamente inferiori a quelli dei nostri connazionali è possibile attraverso accordi con i sindacati, che sono corresponsabili del disastro occupazionale annunciato. Non basta. Mentre io che assumo un italiano lo vedo in faccia, spesso e volentieri l' assunzione di extracomunitari avviene attraverso società di manning cui l'armatore si rivolge indicando il numero di marittimi che gli serve.

    TIRRENIA jpeg TIRRENIA jpeg

     

    La società indica il costo a unità imbarcata, ed è alla società - e non al marinaio - che viene corrisposto l' emolumento, da cui viene trattenuta la provvigione, talvolta il 60% dell'importo totale. Per non parlare di quell' altro scandalo rappresentato dal business dei corsi di formazione. Un ragazzo al primo imbarco prende 1.800, 2.000 euro.

     

    Solo che oggi deve fare prima un corso che costa quanto un mese di stipendio che ancora non ha, cioè 2.000 euro. E perché? Perché Confitarma e sindacati hanno siglato un accordo in base al quale per ogni assunzione di extracomunitari, l'armatore riconosce ai sindacati un ricco bonus economico, e parliamo di milioni, per organizzare la formazione».

     

    Anche lei ha nel gruppo lavoratori stranieri, russi per la precisione.

    piro19 mascalzone vincenzo onorato piro19 mascalzone vincenzo onorato

    «I lavoratori del gruppo Onorato sono 4750. Gli stranieri? 250. E sa perché li abbiamo assunti? Per le crociere sul Baltico che partono da San Pietroburgo, dove serve qualcuno che capisca la lingua. Ma soprattutto: sa con che contratto sono stati assunti? Con quello di diritto italiano. Inquadrati a tutti gli effetti e a tutti i livelli come gli italiani».

     

    In attesa della riforma legislativa che lei auspica, cosa si potrebbe fare da subito?

    «Applicare il cosiddetto «emendamento Cociancich» (Roberto, senatore del Pd, proponente dell' emendamento alla legge europea che ha dato origine a un decreto legislativo, al momento al vaglio di Bruxelles, ndr): possono essere concessi benefici e sgravi solo a imprese che imbarcano esclusivamente personale italiano o comunitario sui traghetti merci e passeggeri, «anche a seguito o in precedenza di un viaggio proveniente o diretto in un altro Stato», cioè anche sulle rotte internazionali se toccano un porto italiano durante il viaggio.

     

    TIRRENIA NAVIGAZIONE jpeg TIRRENIA NAVIGAZIONE jpeg

    Del resto, lei lo sa che oggi nessuna autorità nazionale competente sa esattamente chi è imbarcato sulle navi sventolanti il tricolore: c'è qualcuno che può dire quale sia la composizione dell'equipaggio e del personale di un'imbarcazione italiana che naviga lontana dal nostro Paese? Non ci sono controlli, punto. Mi chiedo come si possa garantire la sicurezza all'interno dei nostri confini nazionali se non siamo in grado di dire chi lavora sulle navi battenti bandiera italiana».

     

    Per i suoi detrattori lei non è un buon samaritano, fa tutto questo per difendere il suo orticello. Lei patirebbe la concorrenza sul cabotaggio interno, con le isole. Per di più, Grimaldi dice che per lei il mare è un passatempo e non una necessità, e l'ha pure querelata.

    «Ho letto l'annuncio di questa querela. Vedremo. Che vuole, ognuno ha le sue passioni: io la vela, lui i cavalli con tanto di pista privata. Infatti se volesse fare una cosa buona per i marittimi italiani, per me Grimaldi dovrebbe darsi all' ippica. Ironie a parte, vogliamo dirlo che nel cabotaggio l' estensione erga omnes dei privilegi di bandiera italiana, con l' imbarco di marittimi extracomunitari, si traduce di fatto in un favore a tutte le compagnie di Grimaldi? Minoan lines, Finnlines, Malta motorways of the sea? Trovo poco dignitoso nasconderlo dietro il vessillo dell' Europa.

     

    TRAGHETTI MOBY TRAGHETTI MOBY

    Ma poi, mi scusi, a me che me ne viene dal fare questa battaglia, in cui ho tutti contro, perfino in azienda dove si temono vendette e ritorsioni sul piano economico e legislativo? Non mi converrebbe adeguarmi e sostituire gli italiani con gli extracomunitari? Ma io sono napoletano, vengo da una famiglia alla quarta generazione di armatori, la quinta con i miei figli, ho lavorato anni sulle navi, da ragazzo un anno come mozzo.

     

    Con quale faccia dovrei andare a Torre del Greco, o nella penisola sorrentina, e dire a quelle famiglie: grazie, costate troppo, non mi servite più? Io, che pure ho aperto una scuola di vela per i ragazzini napoletani per toglierli dalla strada, mo' che dovrei dire loro: scusate, mi sono sbagliato, ho cercato di insegnarvi valori, regole e un mestiere, e adesso sapete tutto questo dove ve lo potete sbattere?».

     

    Come se ne esce?

    «Semplice: tu armatore vuoi tutti i vantaggi in sede fiscale e contributiva, sotto forma di esenzione? Per il numero legale minimo degli imbarcati a bordo, cioè per la tabella di armamento-sicurezza, devi mettere sotto contratto italiani o comunitari. Altrimenti paghi le tasse come tutti. Risultato? Si recupererebbe un miliardo di euro, con cui rilanciare l' occupazione del settore».

     

    mascalzone latino mascalzone latino

    La pubblicità a pagamento pare non le abbia fatto una buona pubblicità a livello governativo: il ministro per le Infrastrutture e i trasporti, Graziano Delrio, e l' ex sottosegretario Simona Vicari (dimessasi per una vicenda legata all' approvazione di un emendamento in materia di trasporto marittimo che avrebbe favorito l' armatore Ettore Morace, a capo della compagnia Liberty lines, ex Ustica lines) non avrebbero gradito.

    «Su Vicari mi taccio: non infierisco sui guai altrui, e sono un garantista. Ciò detto, è facile arricciare il naso a Roma, diverso è andare a spiegare le cose sul territorio. Delrio dovrebbe prendere la bicicletta, il suo hobby, e farsi un giro nei luoghi che le ho detto. E poi vediamo come sarebbe accolto.

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    Siamo arrivati al colmo che i marittimi sono venuti a protestare a Roma e sono stati ricevuti dal sindaco Virginia Raggi, che è del M5s, e a Ercolano il sindaco Pd (Ciro Bonajuto, ndr) invece li ha rimbalzati. Al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, l'ho detto: guardate, non scherzate col fuoco, qui rischiamo la rivolta sociale».

     

    Lei vuole tenere fede alla sua fama di Mascalzone latino. Fu contento Pino Daniele, autore del disco, della sua scelta?

    «Quando sentii il brano Faccia gialla, tratto da quell'ellepì, nel passaggio in cui rivendica: «Mascalzone Latino ma cu 'na faccia pe' parla'», e poi accusa: «So' tutti mafius', 'ncopp 'o sang' d' a povera gente nun guardano 'nfaccia a niente», mi dissi: è il mio manifesto. Gli feci sapere che volevo usare l' espressione, lui mi fece rispondere: per cosa? E io: per una barca. «Fa' chillo ca' bbuo'», fu la replica. Il mio vero rammarico è non averlo mai incontrato di persona».

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