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    ARRIVANO I NOSTRI - GROTTA THAILANDESE: ELON MUSK MANDA UN SUO INGEGNERE PER AIUTARE LE SQUADRE DI SOCCORSO. L'ALLENATORE SI SCUSA CON I GENITORI, E LORO GLI INVIANO UNA RISPOSTA - IL TUBO DELL'OSSIGENO NON È ANCORA ARRIVATO: COME FANNO I RAGAZZI A RESPIRARE, L'ARIA SEMPRE PIÙ RAREFATTA (RISCHI AL CERVELLO E AL CUORE) - L'IPOTESI DI DROGARLI PRIMA DI TRASPORTARLI, IL RISCHIO DELLE PIOGGE, IL SUB BELGA CHE È STATO ALLONTANATO: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI


     
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    1.THAILANDIA: TUBO OSSIGENO NON HA ANCORA RAGGIUNTO I RAGAZZI

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     (ANSA) - La posa del tubo per rifornire di ossigeno i 12 ragazzi intrappolati con il loro allenatore nella grotta Tham Luang non ha ancora raggiunto il punto dove sono bloccati, ma il gruppo ha comunque accesso a ossigeno supplementare grazie a delle piccole bombole trasportate dai soccorritori dei Navy Seal. Lo ha specificato questa mattina il governatore Narongsak Osatanakorn, che dirige le operazioni di soccorso. Ieri era stato riportato che il livello dell'ossigeno nell'aria era sceso sotto il 15 per cento, una soglia considerata già rischiosa per la salute ma non ancora critica.

     

    2.THAILANDIA: GROTTA,RECUPERO È POSSIBILE MA SI ATTENDE ANCORA

     (ANSA) - Ci sono le condizioni adatte per tentare un recupero dei 12 ragazzi intrappolati nella grotta Tham Luang con il loro allenatore, ma un via libera alle operazioni ancora non c'è e i soccorritori puntano a far calare ancora di più il livello dell'acqua finché il tempo concede una tregua dalle piogge, in modo da minimizzare i rischi. Lo ha detto questa mattina il governatore Narongsak Osatanakorn, responsabile delle operazioni. Sull'area il cielo continua a essere coperto, ma al momento la pioggia non sembra imminente. Acquazzoni sono però dati come molto probabili tra lunedì e martedì.

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    3.THAILANDIA: ALLENATORE SI SCUSA CON I GENITORI DEI RAGAZZI

    (ANSA-AP) - L'allenatore di calcio intrappolato in una grotta con 12 ragazzi thailandesi si è scusato con i loro genitori nella primo lettera che lui e la squadra hanno inviato attraverso i sub che stanno facendo la spola tra la cava e la terra. "Voglio scusarmi con i genitori - scrive il tecnico 25enne -. In questo momento tutti i bambini stanno bene, i soccorritori si stanno prendendo cura di me e prometto che io mi prenderò cura dei bambini nel miglior modo possibile. Grazie - conclude - per tutto il supporto che ci state offrendo".

     

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    Anche i ragazzi hanno scritto alle famiglie, affermando di star bene pur sentendo la mancanza. I soccorritori, intanto, hanno deciso che non tenteranno immediatamente un'evacuazione subacquea perché i ragazzi non sono ancora in grado di affrontarla. La decisione potrebbe però cambiare se ricominciassero le forti piogge: in tal caso si tenterebbe di portare via subito i ragazzi.

     

    4.THAILANDIA: GROTTA,DA GENITORI LETTERE SOSTEGNO A ALLENATORE

     (ANSA) - I genitori dei 12 ragazzi thailandesi intrappolati da due settimane nella grotta Tham Luang non vogliono che l'allenatore che ha portato i loro figli lì dentro si senta in colpa. Lo scrive il quotidiano thailandese The Nation, riportando estratti dei messaggi scritti che le famiglie hanno fatto recapitare al gruppo bloccato da due settimane, dopo che ieri sera avevano ricevuto le lettere dei ragazzi e anche le scuse da parte dell'allenatore.

     

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    "Tutti i genitori chiedono gentilmente a Ek - il soprannome dell'allenatore - di prendersi cura dei ragazzi. Non devi sentirti in colpa, non siamo arrabbiati con te. Ti capiamo e vogliamo che tu sappia che hai il nostro sostegno morale", ha scritto una madre. In un'altra lettera, un padre ha scritto al figlio di dire all'allenatore di non essere triste. "Digli che non si preoccupi. Tua madre non ce l'ha con lui", si legge nel testo. Anche prima della lettera di scuse che "Ek" aveva scritto ieri sera, diversi Navy Seal che hanno trascorso del tempo con i 13 intrappolati avevano riportato che l'allenatore mostrava segni di depressione ed era il più debilitato del gruppo, anche perché aveva rinunciato a mangiare dando la sua parte ai ragazzi.

     

     

    5.THAILANDIA: GROTTA, INGEGNERE DI MUSK GIÀ AL LAVORO

     (ANSA) - Un ingegnere thailandese che lavora per l'imprenditore statunitense Elon Musk - proprietario di aziende tecnologiche innovative come Tesla e Space X - è attivo con i soccorritori impegnati a perlustrare l'esterno della grotta Tham Luang, nella speranza di trovare un varco nella roccia dove poter scavare per raggiungere i 12 giovani calciatori intrappolati con il loro allenatore da due settimane. Lo ha annunciato un portavoce del ministro degli Esteri, citato dal quotidiano thailandese The Nation.

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    L'ingegnere thailandese sarà raggiunto in serata da tre colleghi stranieri che lavorano per Tesla, Space X e Boring Company, tre delle aziende di spicco di Musk. Ieri l'imprenditore aveva annunciato su Twitter l'intenzione di partecipare alle ricerche, ipotizzando l'inserimento nella grotta di un tubo di nylon che consentirebbe a ragazzi e soccorritori di camminare senza bisogno di immergersi. La tecnologia di Musk, ha aggiunto questa mattina il responsabile delle operazioni di soccorso, potrebbe anche essere utile nell'individuazione del punto preciso in cui si trovano i 13 intrappolati, che si crede possa essere a 800-1.000 metri dalla giungla che ricopre la montagna.

     

    6.THAILANDIA: ALLONTANATO SUB BELGA CHE AVEVA ANNUNCIATO BLITZ

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     (ANSA) - Un sub belga che giorni fa aveva partecipato alle operazioni di soccorso nella grotta Tham Luang, e che ieri aveva dichiarato a un giornale del suo Paese che il recupero dei 12 ragazzi e del loro allenatore era in procinto di iniziare, è stato messo al bando dal campo base dei soccorsi all'esterno della grotta.

     

    Lo ha constatato l'ANSA vedendo affisso un foglio che scrive "vietata l'entrata" a Ben Reymenants, corredata da alcune foto del sommozzatore, che gestisce un business di immersioni a Phuket. Nessun annuncio ufficiale è stato dato in merito dalle autorità thailandesi. Ieri sera, poco dopo la pubblicazione della sua intervista data a un sito belga, Reymenants aveva privatamente smentito ad altri giornalisti sul posto di aver fatto quelle affermazioni. L'uomo è stato uno dei sub stranieri che hanno partecipato alla ricerca dei ragazzi e dell'allenatore quando ancora erano dispersi. Si era poi allontanato per qualche giorno dal sito delle operazioni, e non è chiaro quale fosse stato il suo ruolo negli ultimi giorni.

     

     

    7.SUB GIÙ NEI CUNICOLI A PRENDERE PER MANO I RAGAZZI

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    Francesco Battistini per il ''Corriere della Sera''

     

    «Hooyah! Hooyah! Hooyah!». Forza, forza, forza. Tirateli fuori, ragazzi, e fate presto. Schierati sull' attenti fra tredici ambulanze, come le tredici vite che devono andare a salvare. Concentrati come pugili muay che s' incoraggiano per l' ultimo dei combattimenti, o per il sacrificio estremo. A mezzanotte muoiono tutte le illusioni e nella luce delle fotocellule i Navy Seals thailandesi giurano sulla missione. Nessuna trivella scenderà dal monte, niente attese pericolose, ma quali lezioni di nuoto, l' unica via è quella che s' è sempre immaginata: immergersi quanto prima nella grotta delle trappole, scivolare dentro il pantano per quattro chilometri, aggrapparsi alle rocce strettissime, strisciare sugli speroni taglienti.

     

    E andare a prendere per mano quei dodici campioncini col loro allenatore. Veloce, bisogna fare veloce: sta arrivando il monsone, e già si scuotono i banani ai piedi del monte; lampeggia nel buio, e tutt' intorno le risaie s' illuminano come flash. Un po' sì e un po' no, cade sottile qualche goccia di pioggia. Su le maschere.

     

    Chiudere le mute. Aprire le valvole del nitrox e dell' aria compressa. Gli incursori della Marina si radunano sotto un tendone, all' ingresso del dedalo sotterraneo di Tham Luang, per ricevere istruzioni che già conoscono. Manca solo l' ordine finale. Nel campo risuona l' hooyah, il grido di battaglia di tutti i Navy Seals del mondo, e stasera è anche il pianto funebre per Saman Kunan, il sommozzatore morto perché là sotto non respirava più. La promessa dei suoi commilitoni, scritta sul web: «Non abbiamo perso il morale, Saman! Non sei morto invano! Tu riposa in pace, noi andiamo a compiere la missione. Proprio come volevi tu».

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    Li vogliono portar fuori a due a due, a partire da subito.

    Tenuti legati ai diver, una maschera facciale con l' ossigeno necessario a respirare e a parlare. Si comincerà dai ragazzini più robusti e meno inesperti dell' acqua. Ultimo sarà Ekapol, il coach che ha fatto il pasticcio e però ha tenuto viva la sua squadra. Se non ora, quando?

     

    Mentre gli incursori s' esortano a vicenda, e si preparano a scendere, è quasi l' una di notte quando il governatore di Chiang Rai, Narongsak Osatanakorn, si decide finalmente a tenere una conferenza stampa rinviata quattro volte, e solo per dirci che l' operazione salvataggio non si svolgerà nella nottata: i ragazzi possono camminare, questo sì, ma non sono pronti a nuotare sott' acqua, e insomma ci penseranno casomai i sub a portarli fuori... Ok, ma come? E qual è il piano? Risposte che non sono risposte.

     

    Domenica saranno secchiate d' acqua dal cielo, e dunque non rimane che un giorno.

    Entrare nel dedalo e uscirne, richiederà almeno undici ore.

     

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    «E' una corsa contro il tempo», spiega Ben Reymenants, un sub belga: «Il percorso è difficile, un labirinto di corridoi, immersioni e un chilometro e mezzo d' arrampicate.

    Ma le correnti e la visibilità sono buone e alla fine i ragazzi non dovranno stare molto sott' acqua». La sagola per aggrapparsi e tirarsi fuori è sistemata, gli autorespiratori pure, in ogni cavità sono state piazzate tre bombole d' emergenza, all' uscita dei tratti sommersi ci sarà un medico per controllare che tutto vada bene. A questo punto, servono solo fortuna e coraggio. Se ne avrete e ce la fate, promette la Fifa ai ragazzi, venite tutti a Mosca a vedere la finale dei Mondiali.

     

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    Se ce la fanno, dopo un venerdì come questo, è un miracolo. «Stay strong!», urla il mondo del grande calcio - dal vecchio Ronaldo a Klopp - ai piccoli calciatori. Forza, forza, forza. La brutta fine di Saman, che riemergendo nella grotta s' è trovato senza ossigeno ed è riuscito solo a strattonare due volte la cordicella bianca per dire ai compagni che le cose non andavano, ha gelato tutti con una domanda: come possono salvarsi ragazzini che non sanno nuotare, laddove muore perfino un sub esperto? Qualche pasticcio c' è stato.

     

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    Troppi soccorritori avanti e indietro nei cunicoli, che hanno reso ancora più rarefatta l' aria: il livello d' ossigeno è sceso dal 21 al 15%, quando basta il 18 per andare in ipossia, e anche questo ha suggerito di fare presto. Ai ragazzi è arrivato un tubo lungo cinque chilometri con l' aria che serve, ma è chiaro che siamo all' emergenza finale. Anche la ricerca dei tredici passaggi dall' alto, mappati in questi giorni da squadre di duecento geologi e speleologi, si sta rivelando una mezza bufala: l' ultimo, annunciato ieri pomeriggio con molta enfasi, «a due-trecento metri dai ragazzi», sarebbe in realtà un cunicolo quasi occluso, impossibile da attraversare e difficilissimo da trivellare in tempi brevi (senza dire del pericolo di frane).

     

    «Le circostanze sono cambiate molto rapidamente», ammette il comandante dei Navy Seals, Arpakorn Yookongaew: «Pensavamo d' avere più possibilità per salvare i bambini. Ma ora il limite del tempo s' è fatto più stretto».

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    L' ossigeno che può calare, l' acqua che può salire. E una vedova che piange la prima vittima di questa storia: «Il mio Saman amava aiutare gli altri». La bara del sottufficiale Kunan, 38 anni, atterra con un picchetto d' onore all' aeroporto di Bangkok. Un monaco le lega intorno un filo bianco e lo condivide coi familiari.

     

    Hooyah, hooyah, hooyah. C' è tutta la Thailandia a tenere stretta quella cordicella e a inchinarsi davanti a un giovane eroe. Una sottile sagola bianca per uscire dall' oscurità delle tenebre. E magari dal buio d' una grotta.

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    8.STANNO RISCHIANDO DANNI AL CUORE E AL CERVELLO

    Marta Serafini per il ''Corriere della Sera''

     

    «Il calo di ossigeno nella grotta dove sono bloccati i ragazzi è dovuto soprattutto alla presenza dei soccorritori, ma anche a eventuali innalzamenti dell' acqua in alcuni tratti».

    Mario Mazzoli, general manager di Asso (organizzazione italiana di Archeologia subacquea e Speleologia) e istruttore della società italiana di Speleologia, non ha dubbi. «Difficilmente in questo tipo di grotte ci sono problemi di ossigeno.

     

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     Dunque se ora è cambiata la situazione è per l' alto afflusso di persone». Un quadro difficile che sta rendendo necessario pompare ossigeno all' interno della grotta e sta convincendo i soccorritori ad accelerare i tempi. E che secondo Cinzia Barletta, docente dell' Università di Tor Vergata in medicina d' urgenza e pronto soccorso, mette in pericolo la salute.

     

    Cosa succede al corpo in un contesto del genere?

    «Quando ci troviamo al livello del mare abbiamo una concentrazione di ossigeno nell' aria inspirata che si aggira intorno al 21 per cento», sottolinea Cinzia Barletta.

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    «Man mano che si sale di altitudine o si scende in profondità, l' atmosfera diventa più rarefatta e il livello di ossigeno scende. Di conseguenza diminuisce la quantità di ossigeno trasportata dall' emoglobina ai tessuti determinandone un mal funzionamento. In pratica, significa che muscoli e organi vitali come il cuore e i reni vanno in sofferenza. Compreso il cervello».

     

    Secondo i militari thailandesi, i ragazzi intrappolati nella grotta hanno un livello di ossigeno del 15 per cento nel sangue. Sono in pericolo di vita?

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    «Se la norma è 21 per cento, quando si arriva intorno al 10 non si ragiona bene e si può svenire improvvisamente.

    Questo quadro può essere peggiorato dalla carenza di cibo e acqua. Bisogna poi fare attenzione perché nella maggior parte dei casi il soggetto non si accorge di star ricevendo poco ossigeno fino alla perdita di conoscenza. Ma ci sono dei sintomi che si possono osservare tipici della carenza di ossigeno nel sangue, dalle labbra alle unghie bluastre».

     

    In questo quadro già preoccupante dal punto di vista medico, quali conseguenze ci sono per i soccorsi?

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    «La difficoltà principale è far entrare i ragazzi in acqua. Per questo sono stati allenati e istruiti ad indossare una maschera. Così si può vedere chi ce la fa e chi invece va subito nel panico», continua Mazzoli. «L' uscita poi dovrebbe essere possibile seguendo una "sagola", una sorta di filo di Arianna che indica la strada. Lungo il percorso si posizionano le bombole di aria aggiuntive, da usare in caso di difficoltà o se quelle che si indossano dovessero svuotarsi. Ma il tempo è sempre meno, mentre l' ossigeno scende, bisogna fare in fretta».

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