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    L'INCUBO DI VISCO SI CHIAMA GIANNI ZONIN - L'EX VICE-DIRETTORE GENERALE DI POPOLARE DI VICENZA: 'BANKITALIA SAPEVA DAL 2012 DEI PRESTITI 'BACIATI'', CHE IMPONEVANO A CHI LI SOTTOSCRIVEVA DI COMPRARE AZIONI DELL'ISTITUTO A PREZZI FOLLI - E SI TORNA A QUEL RAPPORTO AMOROSO TRA VIA NAZIONALE E IL BIDONE VENETO, CHE VISCO PROVÒ A 'MARITARE' CON ETRURIA, CARIFERRARA E VENETO BANCA (PENSA CHE COPPIETTE)


     
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    1. QUEL RAPPORTO 'ARMONIOSO' TRA BANCA D'ITALIA E POPOLARE DI VICENZA: A VIA NAZIONALE ZONIN ERA COSÌ AMATO CHE VENIVA PROPOSTO COME 'MARITO' A TUTTE LE BANCHE IN DIFFICOLTÀ, ETRURIA IN TESTA. PRESENTATO COME 'UN PARTNER DI ELEVATO STANDING' (PAROLE DI BANKITALIA) PURE A BANCA MARCHE, CARIFERRARA E VENETO BANCA

     

    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/incubo-bankitalia-oggi-si-chiama-popolare-vicenza-vigilanza-116529.htm

     

     

    2. BPVI, BANKITALIA SAPEVA DAL 2012 DEI FIDI "BACIATI"

    Estratto dall'articolo di Carlo Di Foggia per 'il Fatto Quotidiano'

     

    La notizia è una bomba per la vigilanza bancaria: la Banca d' Italia venne informata nel 2012 delle operazioni "baciate" effettuate da Popolare di Vicenza: si tratta della prassi illegale di finanziare il proprio capitale con prestiti ai soci perché acquistino azioni, prassi che ha scassato la banca ai tempi di Gianni Zonin, oggi indagato per gravi reati finanziari. Bankitalia, però, non formulò "alcuna osservazione".

     

    GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI

    Lo ha rivelato ieri l' ex vice direttore generale di Bpvi, Paolo Marin, indagato per ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto nell' inchiesta chiusa dalla procura di Vicenza sul dissesto della banca.

     

    "Nel 2012 ho fornito agli ispettori ogni informazione in mio possesso, compresa una lista - che io e i miei collaboratori abbiamo a più riprese discusso con loro - dei principali soggetti affidati e del numero di azioni della banca da loro acquistate con i finanziamenti", ha detto Marin (ex responsabile della divisione crediti), che ha sottolineato come all' epoca i vigilantes di via Nazionale non formularono "alcuna osservazione". Interrogato dai pm il 28 aprile Marin, secondo il verbale riportato da Repubblica, disse di aver "consegnato operazioni baciate per 234 milioni agli ispettori".

    GIANNI ZONIN GIANNI ZONIN

     

    La vicenda è inquietante. Via Nazionale ha sempre detto di aver saputo delle operazioni baciate solo dopo il 26 febbraio 2015, quando a Vicenza entrano gli ispettori della Bce - con quelli di Bankitalia - e scoprono che un miliardo del capitale è sottoscritto con prestiti della banca, il che si traduce in un buco di un miliardo.

     

    Questa è stata la difesa del governatore Ignazio Visco e del capo della vigilanza Carmelo Barbagallo dopo le polemiche sulla "distrazione" di Palazzo Koch e i rapporti incestuosi con la banca del prediletto Zonin.

     

    La circostanza illustrata da Marin è provata anche da un' ispezione che la Consob, l' Authority di Borsa, ha eseguito tra marzo 2015 e febbraio 2016, in possesso del Fatto (...)

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