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    BASTA CON SALVINI, CONTE E DI MAIO: PAPA FRANCESCO VUOLE UN PARTITO DEI CATTOLICI - MA QUANTO VALE ALLE URNE? SI PARTE DA UN 3,3% MA MANCANO I “FRONT RUNNER” - LA PRIMA IDEA ERA DI PUNTARE SU ENRICO SOTTI-LETTA MA NON SCALDA I CUORI E ALLORA RIEMERGONO UN PO’ DI CARIATIDI "DEMOCRISTONE" - MARIO ADINOLFI IN AZIONE: STA PER PROPORRE IL "REDDITO DI MATERNITÀ"


     
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    Marco Antonellis per Dagospia

    Don Luigi Sturzo Don Luigi Sturzo

     

    Grande fermento sotto al Cupolone nel giorno del centenario dell'appello "ai liberi e forti" di don Luigi Sturzo. Mentre il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, stamattina a Roma ai Santi Apostoli pronunciava l'omelia in ricordo del fondatore del Partito popolare italiano, i presenti nei passaggi più direttamente politici si davano di gomito soprattutto quando il porporato ha affermato di "ritenere ancora attuale" l'appello di Sturzo: "Ebbe l’intuizione di chiamare a raccolta i cattolici liberi dalle pastoie e dagli interessi di parte e forti nello spirito, per offrire un servizio all’intero paese, lacerato da lotte sociali talora strumentalizzate da logiche di potere e da visioni contrastanti, sullo sfondo di uno scenario economico-sociale devastato dalla guerra e da povertà diffusa", ha detto Bassetti.

     

    Gualtiero Bassetti, presidente Cei Gualtiero Bassetti, presidente Cei

    Insomma, un invito esplicito ai presenti ad imitare l'esempio sturziano nell'Italia di oggi per non consegnarla definitivamente al Truce Salvini. E "imitare l'esempio sturziano" in ecclesialese significa una sola cosa: fondare un partito. Ma quanto vale oggi un partito dei cattolici?

     

    Nei retroscena che impazzano in questi giorni si fa a gara e inventare nomi illustri che possano capitanare l'impresa, l'ultimo è quello di Enrico Letta che secondo molti, però, ha il carisma di un gatto che attraversa la tangenziale e una capacità elettorale che gli renderebbe faticosa anche una candidatura a consigliere comunale. E i vescovi non vogliono buchi nell'acqua, in mezzo a tante parole sono abituati a far di conto e anche con una certa attenzione.

    PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

     

    Non sono piaciuti alla Conferenza episcopale italiana i ballon d'essai del raddoppio dell'Ires alle associazioni di volontariato o lo scippo ventilato dalla Raggi delle monetine di Fontana di Trevi, da lustri incassate dalla Caritas di Roma (cosa che, raccontano i bene informati di qua e di là Oltretevere ha fatto irritare non poco, come anche nel caso delle polemiche sollevate nei confronti del Viminale dopo gli spari davanti all'asilo della Magliana, Gigino Di Maio con la Sindaca).

     

    Vero, i gialloverdi hanno ritirato entrambi i provvedimenti, ma i vescovi li hanno vissuti come una sorta di avvertimento. E non bastano nemmeno più le dichiarazioni di amicizia da parte del Premier Conte che pure viene guardato con affetto e simpatia. Adesso vogliono nell'agone politico un proprio drappello di manovra, avanguardia di quello che sperano possa diventare un esercito, sul modello proprio di Sturzo: il Ppi durò poco e venne sì spazzato via dal fascismo, ma quel seme divenne la Democrazia Cristiana egemone del tempo repubblicano.

    conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 8 conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 8

     

    Far di conto significa partire dalla elezioni del 4 marzo, quelle della debacle cattolica: per la prima volta nessun gruppo parlamentare ha un retroterra esplicitamente figlio del popolarismo. Alle elezioni il "cattolicesimo politico organizzato" si è presentato diviso in quattro spezzoni: nel centrodestra i ciellini di Maurizio Lupi con Noi con l'Italia e si sono fermati a 427.000 voti; nel centrosinistra i prodiani di Insieme sono arrivati a 190.000 voti e i popolari della Civica Popolare a 178.000 voti; fuori dai poli il Popolo della Famiglia, figlio dei due Family Day, ha fatto meglio ottenendo 220.000 voti.

     

    PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

    Complessivamente questi quattro spezzoni hanno ottenuto il 3.3%. Questo è il punto di partenza da cui vogliono muoversi i vescovi. La Cei poi è un organismo complesso e ognuno tifa per i suoi. Bassetti ha in simpatia i prodiani e attraverso il vescovo toscano Gastone Simoni incoraggia il gruppo di Insieme, a cui si è avvicinato anche Piero Pirovano con la sua Solidarietà, non lontana dalla sensibilità dell'arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Attorno a questa esperienza ruota anche la Comunità di Sant'Egidio con la sigla Democrazia e Solidarietà.

     

    enrico letta enrico letta

    Questa galassia ha però il problema di essere troppo tradizionalmente vicina al centrosinistra e se si vuole fare la guerra a Salvini, occorre andare a farlo nel suo campo. Per questo cresce l'attenzione verso il Popolo della Famiglia, emerso come raggruppamento politico dai Family Day del 2015 e 2016, testato ormai in più campagne elettorali e capace di presentarsi sempre superando tutti gli ostacoli burocratici (a partire dalla raccolta di firme) che per altri spezzoni del cattolicesimo politico attualmente sembrano insormontabili.

     

    mario adinolfi mario adinolfi

    Il 17 ottobre Papa Francesco ha salutato ufficialmente in udienza una delegazione del Popolo della Famiglia e da sessant'anni non si vedevano bandiere di partito sventolare in San Pietro. Dopo aver incontrato Mario Adinolfi, presidente del movimento, accompagnato dalla moglie sono arrivati molti segnali di esplicito incoraggiamento ai "pidieffini" da parte della Santa Sede.

     

    Uno dei cardinali più vicini a Francesco, il cardinale Montenegro ha ricevuto in Sicilia lo stesso Adinolfi, che ormai viene accompagnato dai vescovi anche in iniziative pubbliche come è accaduto a Sanremo da parte del vescovo di Imperia e come accadrà sabato prossimo con il vescovo di Lecce. Proprio insieme al vescovo Seccia, Adinolfi presenterà il "reddito di maternità", una proposta di legge evidentemente contrapposta al reddito di cittadinanza dei gialloverdi e finalizzata a dare mille euro al mese alle madri che si dedicheranno esclusivamente alla famiglia e ai figli.

     

    A metà strada tra quelli di Insieme e il Popolo della Famiglia si piazza uno dei kingmaker politici ecclesiali, l'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, tradizionalmente vicino alla Comunità di Sant'Egidio (ne è stato cappellano) ma con un rapporto molto solido con Adinolfi, che è stato visto più volte in curia a Bologna, per via del passato da vescovo ausiliare di Roma centro.

    Dellai Lorenzo Dellai Lorenzo

     

    Altro arcivescovo molto attivo è quello di Trieste, Giampaolo Crepaldi, che è dovuto correre ai ripari dopo un'intervista che dal titolo sembrava essere troppo filo-leghista in materia di immigrazione. Perché un punto è chiaro: Oltretevere il Carroccio non piace e Salvini viene vissuto con preoccupazione.

     

    Ora i tempi stringono per l'organizzazione del soggetto politico "neosturziano". L'idea di Bassetti è di partire da una "rete" dei vari soggetti che porti poi al vero e proprio partito. Sperano di essere recuperati politici dimenticati ma vicinissimi al Quirinale come Pierluigi Castagnetti, già segretario del Ppi rifondato da Martinazzoli, e quel Lorenzo Dellai che è stato protagonista della Civica Popolare che però alle politiche è andata peggio del Popolo della Famiglia.

     

    Castagnetti e Del Rio Castagnetti e Del Rio

    Gianfranco Rotondi intanto organizza alcune vecchie schegge post-democristiane, da Mario Tassone (Cdu) a Giorgio Merlo (ex Pd), per veicolarle attraverso la sua Rivoluzione Cristiana verso Forza Italia, per sostenere la candidatura dell'Udc Lorenzo Cesa alle europee nelle liste berlusconiane. Ma i vescovi vogliono un soggetto autonomo e gli esperti di cose ecclesiali dicono che presto arriverà una inaspettata accelerata.

     

    Il Popolo della Famiglia intanto domenica a Roma tiene la sua assemblea nazionale con centinaia di delegati che arrivano da tutta Italia proprio nel nome di don Sturzo, la password che sembra più adatta per far ripartire una storia che si è, forse, solo momentaneamente inceppata. Un milione di voti "popolari" per iniziare, proprio quelli che prese Sturzo alle elezioni del 1919. Poi, si vedrà.

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