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    CARIGE, NIENTE PANICO! I SOCI CONVINCONO LE BANCHE: VIA LIBERA ALL' AUMENTO DI CAPITALE - MALACALZA, VOLPI, COOP E SPINELLI FIRMANO L'IMPEGNO, L'ISTITUTO NON VA IN RISOLUZIONE  - IL PRESSING DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA – IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA TOTI: "SITUAZIONE NON PREOCCUPANTE"


     
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    Gilda Ferrari per la Stampa

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    Il pressing del ministero dell' Economia, la presenza - neppure troppo discreta - della Bce, i mercati pronti a scatenare un' altra bufera sul sistema bancario italiano. Sono i tre fattori che in 24 ore hanno cambiato le prospettive di Banca Carige: dal rischio risoluzione paventato giovedì, conseguenza diretta della minacciata "fuga" del consorzio di garanzia, alla ripresa delle operazioni per il lancio dell' aumento di capitale.

     

    A metà di una giornata che si era aperta con la decisione della Consob di congelare per la seconda seduta consecutiva il titolo della banca, è stato Mattia Malacalza, figlio dell' industriale Vittorio, a spianare la strada al l' accordo: «Oggi sono venuto a Milano per confermare, di persona e direttamente alle banche del consorzio, l' impegno di Malacalza Investimenti già esplicitato domenica scorsa. I miei legali hanno nelle loro mani la documentazione impegnativa da me firmata relativa alla sottoscrizione del diritto di opzione legato alla quota detenuta ad oggi da Malacalza Investimenti».

     

    vittorio malacalza vittorio malacalza

    Esattamente quello che il consorzio formato da Barclays, Deutsche Bank e Credit Suisse chiedeva da due giorni: l' impegno formale del primo socio della banca a partecipare attivamente all' aumento da 560 milioni. Poche ore prima era stato l' ad Paolo Fiorentino, con una lettera inviata via e-mail a tutti i dipendenti, a rassicurare la forza lavoro: «I segnali incoraggianti ci sono per cui, come molti di voi mi sentono spesso dire, "metteremo tutte le palle in buca". Ce la faremo!».

     

    Dopo l' annuncio dei Malacalza, che si sono impegnati per il 17,6% in loro possesso, sono arrivate in rapidissima sequenza le adesioni di Gabriele Volpi (disposto a fare la sua parte e a salire «fino al 9,9%»), Aldo Spinelli, Coop Liguria e Fondazione Carige. In totale, la quota di aumento garantita è pari circa al 30%, per un valore di 140 milioni. Ma, considerate anche le dichiarazioni della stessa famiglia Malacalza («vogliamo salire al 28%, abbiamo già chiesto il nulla osta») e di Volpi, la percentuale effettivamente garantita è almeno del 45/50%.

     

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    A questo punto le certezze, per Carige, sono almeno due. La prima è che non è stato necessario sconvolgere il consorzio di garanzia, che resterà formato dai tre istituti di partenza, con l' affiancamento, in qualità di co-garante, di Equita Sim. La seconda è che lunedì - giorno in cui il titolo sarà riammesso a Piazza Affari - riprenderanno le normali operazioni verso la ricapitalizzazione. L' aumento, a conferma delle indiscrezioni degli ultimi giorni, è stato fissato a 1 centesimo: un prezzo bassissimo, «concepito per attirare investitori». Sulla tranche da 60 milioni riservata agli ex obbligazionisti subordinati, invece, anche Intesa darà un contributo accanto a Unipol e altri bondholder. Altro elemento del contratto: il portafoglio Npl da 1,2 miliardi di euro è stato ceduto in esclusiva a Credito Fondiario.

     

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    Con queste premesse, il percorso che continuerà lunedì sarà meno tortuoso, ma non semplice: gli azionisti sono chiamati al terzo rafforzamento dopo i primi due per complessivi 1,65 miliardi, e l' umore tra i 56.000 cassettisti non è dei migliori.

     

    «Eppure siamo certi - spiega una fonte vicina alla banca - che la decisione compatta dei soci forti di non tirarsi indietro di fronte al nuovo aumento di capitale possa essere accolta positivamente anche dai piccoli azionisti». Nessun timore invece da parte delle istituzioni. «Ho parlato con i vertici della banca. Non ritengo la situazione preoccupante, Carige ha fondamenta solide», dice il presidente della Regione Giovanni Toti. «La Liguria ha bisogno di una banca del territorio e Carige ha un modello di business che può essere sviluppato proficuamente per la crescita della regione».

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