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    CARIGE, SETTIMANA DI PASSIONE FUORI STAGIONE – OGGI INIZIA L’AUMENTO DI CAPITALE – IL TITOLO DOVEVA ESSERE RIAMMESSO IN BORSA, MA CONSOB L’HA SUBITO SOSPESO: - 48% TEORICO IN APERTURA – DOMANI SCIOPERANO I DIPENDENTI – L’AD FIORENTINO: TORNATE NELLE NOSTRE FILIALI


     
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    Francesco Ferrari per “la Stampa”

     

    CARIGE CARIGE

    Inizia oggi la settimana dell' aumento di capitale per Banca Carige. E inizia con l' attesa decisione di Consob di riammettere alle contrattazioni il titolo, sospeso a Piazza Affari da giovedì, dopo il mancato accordo tra azionisti e consorzio di garanzia in vista della ricapitalizzazione da 560 milioni. Un intoppo rientrato nella notte tra venerdì e sabato, quando i soci forti della banca (famiglia Malacalza, Gabriele Volpi, Aldo Spinelli e Coop Liguria) hanno formalizzato l' impegno irrevocabile a partecipare all' aumento.

    vittorio malacalza vittorio malacalza

     

    Ad oggi, secondo le stime dei vertici di Carige, l' operazione può contare su una copertura vicina ai 300 milioni di euro, più della metà del valore totale. Una percentuale alta, considerate le recenti premesse. Ma anche una cifra che la dice lunga sull' effetto diluitivo che l' aumento di capitale in partenza mercoledì provocherà: con le azioni messe sul mercato a 1 centesimo, lo sconvolgimento dell' assetto azionario di Carige appare scontato.

     

    E se, come ha ribadito lo stesso ad di Carige, Paolo Fiorentino, manifestazioni di interesse a mettere al sicuro quote della banca sono arrivate da fondi anglosassoni e italiani, ieri fonti finanziarie davano per certa la disponibilità di Intesa Sanpaolo alla «conversione parziale del bond senior da 35 milioni di euro in azioni Carige, in ottica di tutelare il proprio investimento». «La scelta di convertire obbligazioni in azioni riguarderà quasi certamente anche UnipolSai e Generali», spiega un' altra fonte, specificando come, nel caso di Generali, da diversi giorni vi sia «un dibattito interno».

    carige carige

     

    Ma le sorprese, ad aumento di capitale ultimato (l' operazione si chiuderà il 6 dicembre) potrebbero non finire qui. Perché ai fondi e alle compagnie/banche in possesso di obbligazioni, non è affatto escluso che si affianchino altri soggetti. È il caso del Credito Fondiario, col quale Carige chiuderà entro dicembre il travagliato capitolo dei crediti deteriorati con la cessione, ad un prezzo stimato tra il 20 e il 25% del valore, di 1,2 miliardi di euro di Npl. «La sensazione - indica un analista - è che si vada verso una banca ad azionariato molto frazionato. E che non sarà semplice, per la famiglia Malacalza, arrivare al 28%, come richiesto nei giorni scorsi».

     

    Paolo Fiorentino Paolo Fiorentino

    Oggi, intanto, dovrebbero essere aperte le buste con le offerte pervenute per l' acquisto di Creditis, la società di credito al consumo di Carige. Altro tassello vitale per completare un piano di rafforzamento che vale 1 miliardo.

     

    DIPENDENTI IN SCIOPERO

    Per i 4.800 dipendenti della banca e per quelli in servizio agli sportelli è stato un fine settimana di fuoco. Le preoccupanti notizie, poi rientrate, sullo scioglimento del consorzio di garanzia hanno spinto molti clienti a ritirare denaro dai conti correnti, o a chiuderli. Una situazione difficile da gestire. «Ma adesso tutto si è risolto - ha detto l' ad Fiorentino - mi rivolgo a chi ha chiuso il conto invitandolo a tornare a casa sua, ovvero a Carige».

     

    giuseppe vegas giuseppe vegas

    Probabile, quindi, che anche quella odierna sia una giornata di super-lavoro nelle oltre 500 filiali della banca. Sicuramente storica sarà la giornata di domani, quando i dipendenti di Carige incroceranno le braccia: uno sciopero, nella banca ligure, non si vedeva da 15 anni.

     

    La superprocura Intanto ci sono state diverse reazioni politiche alla proposta del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, di istituire una superprocura sulle crisi bancarie, modellata su quella che indaga sulle mafie. «Le superprocure servono perché serve la specializzazione» ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando. «Inquirenti e giudicanti tuttologi non reggono più, tutte le forme di specializzazione sono positive».

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