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    CASA BIANCA, OCCHI NERI, LUCI ROSSE - LA CADUTA DI ROB PORTER, CONSIGLIERE DI TRUMP ACCUSATO DA DUE EX MOGLI DI ABUSI, RISCHIA DI TRASCINARSI DIETRO IL CAPO DI GABINETTO, IL GENERALISSIMO JOHN KELLY, E PURE HOPE HICKS, EX MODELLA DI RALPH LAUREN, RESPONSABILE DELLE COMUNICAZIONI E STELLA DEL TRUMPISMO, CHE CON PORTER AVEVA UNA RELAZIONE…


     
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    Francesco Semprini per la Stampa

     

    L' immagine che descrive in maniera più calzante il clima che si respira in queste ore alla Casa Bianca è quella pubblicata da Jabin Botsford per il «Washington Post».

    John F. Kelly, Hope Hicks e Rob Porter con lo sguardo basso intenti a pregare durante una riunione dello scorso dicembre al 1600 di Pennsylvania Avenue.

     

    Tre colonne dello staff presidenziale, potenzialmente accomunate da un comune destino.

    hope hicks hope hicks

    Porter, stretto consigliere di Donald Trump, è capitolato con la vicenda che ha portato lo scandalo #MeToo alla Casa Bianca, essendo stato lui stesso accusato di molestie e percosse nei confronti delle due ex mogli. Kelly, capo di gabinetto, rischia di capitolare perché, pur sapendo degli abusi di Porter, ha taciuto.

     

    Così Hicks, che con Porter aveva del tenero. E pensare che la ex modella di Ralph Lauren era considerata una sorta di «highlander» nell' andirivieni di consiglieri che da oltre un anno si avvicendano al fianco del 45° presidente Usa, quasi tutti capitolati a causa di scandali, dal Russiagate a MeToo appunto, o per i litigi interni, come l' ex stratega Steve Bannon.

     

    Hope era vista come una risorsa preziosa e pertanto irrinunciabile per Trump: bella, brava e leale. Tanto che Michael Wolff, autore del libro della discordia «Fire and Fury», scriveva qualche tempo su Hollywood Reporter: «Con Melania che è una non presenza, lo staff può contare su Ivanka che è la vera First Lady, e su Hicks che è la vera First Daughter».

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    Ma ora che Hope è divenuta lei stessa protagonista della narrativa scandalistica della Casa Bianca, continuerà a rappresentare una colonna portante di Pennsylvania Avenue? La 29enne responsabile delle comunicazioni, pur avendo appreso degli abusi perpetrati da Porter alle ex mogli, ha taciuto con Trump. Questo si somma al fatto che la stessa era già caduta in tentazione con un altro silurato della Casa Bianca, Corey Lewandowski, il quale, nel suo libro di memorie «Let Trump Be Trump», ne tesse incondizionatamente le lodi. Il presidente in pubblico le ha confermato pieno sostegno: «Hope è assolutamente fantastica. È stata al mio fianco sin dall' inizio della campagna. Non potrei chiedere nient' altro».

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    Ma in pubblico non avrebbe lesinato critiche. Forse anche disturbato dal suo silenzio dopo un recente interrogatorio col superprocuratore Robert Mueller nell' ambito dello scandalo sulle presunte intercettazione russe nelle elezioni del 2016. Sospetti che si aggiungo alla collera di Trump per come il caso Porter è stato gestito, creando il caos in un' amministrazione già disagiata. Come conferma un equivalente caso che riguarda David Sorensen, «speechwriter» della Casa Bianca accusato dalla ex moglie Jessica Corbett di abusi.

    hope hicks. hope hicks.

     

    Oltre all' ennesima possibile defezione, quella di Rachel L. Brand, numero tre del dipartimento di Giustizia, forse non proprio in linea con la gestione del Russiagate. E a dirsi «disgustata» del caso Porter è stata ieri Kellyanne Conway, altra consigliera della prima ora di Trump, una colonna portante della Casa Bianca senza la quale rischia di crollare l' intera architettura di Pennsylvania Avenue.

     

     

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