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    CHAMPAGNE, PER BRINDARE A UN INCONTRO (CON SALVINI) - PEPPINO DI CAPRI RACCONTA DI QUELLA VOLTA AL COMIZIO DEL LEADER LEGHISTA E DI COME LO HA 'CONVINTO' A SCUSARSI DELLE CRITICHE AI NAPOLETANI – E POI PARLA DELLA CANZONE NEOMELODICA E DI UNA SERATA NEL NIGHT DI SUO ZIO CIRO CON ONASSIS, LA CALLAS E…- VIDEO


     
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    Alessandro Feroldi per la Verità

     

    di capri salvini di capri salvini

    Pianista per i soldati americani nel 1943 a quattro anni, cantante e pianista da night a 14 a Capri e Ischia, in tv a 17 anni a Primo Applauso sulla Rai con Enzo Tortora (si classifica primo), 501 canzoni incise su disco, 23 film tra cui lo spassosissimo Natale col boss, supporter dei Beatles in Italia nel 1965, 15 festival di Sanremo di cui due vinti (Un grande amore e niente più, Non lo faccio più), ambasciatore della canzone italiana (e napoletana) nel mondo, amatissimo nei cinque continenti.

     

    PEPPINO DI CAPRI PEPPINO DI CAPRI

    Un uomo di mondo, come si suole dire, anche nel suo singolare incontro con Matteo Salvini«A marzo dell' anno scorso, a Fuorigrotta. È stato molto corretto, devo dire. Anni prima a Napoli c' era il grosso problema dei rifiuti, e Salvini non era stato tenero con i napoletani. Poi scopro da una sua conferenza stampa che è un mio grande fan, e allora mi incuriosisco e vado a sentirlo. Prima del comizio lo incontro e gli regalo due miei dischi con dedica, un semplice omaggio a un mio ammiratore che subito la stampa ha travisato come mia simpatia per la Lega. Salvini mi ringrazia e insiste per sdebitarsi. Colgo la palla al balzo e gli dico che potrebbe fare una cosa per me: scusarsi di quelle vecchie critiche qualunquistiche ai napoletani.

     

    E quando mi chiede se resto ad ascoltarlo gli rispondo che non mi muovo finché non sento le scuse. E così Salvini fa, nei primi minuti di apertura della manifestazione. Ci salutiamo da lontano con un gesto della mano e un sorriso».

     

    Jackie Kennedy Onassis Jackie Kennedy Onassis

    A proposito di partiti, il 4 marzo la maggioranza degli elettori ha scelto la Lega nel Nord Italia e i 5 stelle al Sud. Sarà un beneficio per il Mezzogiorno questa preferenza per partiti nuovi, dopo la seconda Repubblica e il vecchio voto di scambio?

    «Non lo so di preciso, ma d' istinto direi che temo all' Italia non bastino nuove figure politiche e partitiche. Nel bene e nel male, anche per necessità di sopravvivenza, l' italiano si è assuefatto all' andazzo generale. Per cui anche uno scossone forte potrebbe non bastare a creare un vero senso civico, un rispetto per lo Stato, con diritti ma anche doveri. Vedremo».

     

    Nel suo medagliere ci sono centinaia di premi, onorificenze, attestati. Il più curioso è la cittadinanza onoraria di Saint-Tropez: lei è un frequentatore-ammiratore della Costa Azzurra?

    «Non c' ero mai stato prima che mi dessero simbolicamente le chiavi di quella bella cittadina francese.

    GRACE KELLY E RANIERI DI MONACO IN COSTA SMERALDA FOTO DI NINO DI SALVO GRACE KELLY E RANIERI DI MONACO IN COSTA SMERALDA FOTO DI NINO DI SALVO

    Semplicemente cantavo St. Tropez Twist, un motivo popolarissimo in Italia e anche all' estero. Mi dissero che con quella canzone il turismo a St. Tropez era addirittura triplicato. Tanto che nelle vetrine della città erano esposte le copertine del disco, con la mia foto e la scritta: Grazie Peppino!

     

    »Cosa fa di Peppino di Capri il cantante amato da tutte le generazioni e tutti gli ambienti sociali?

    «Alla mia età e con i concerti che ho tenuto in mezzo mondo posso confermare di essere molto amato, ne ho le prove davanti a qualunque pubblico. Perché? Credo che traspaia questo mio modo di fare molto vero. Ho scoperto che la timbrica vocale è la fortuna - ringrazio qui padre e madre - che mi è capitata in famiglia, dove tutti erano musicisti.

    peppino di capri peppino di capri

     

    Poi se lavori sul timbro della voce viene fuori anche la musicalità, che diventa fascino appunto quando chi ti ascolta sente che sei autentico, che non fingi. Ho visto grandi cantanti commentati con entusiasmo dal pubblico che usciva dalla sala a fine concerto, però parlavano di tecnica, non c' era emozione, non trasmettevano la suggestione che ha la musica quando la canti con il cuore. Termine a volte abusato, ma qui assolutamente calzante».

     

    Lei ha cominciato nei night della sua isola, Capri, per poi salire sul palco dei teatri di mezzo mondo, finendo anche a suonare per le teste coronate. Un aneddoto divertente?

    «In effetti ho suonato per il Ballo dei Re a Napoli a Palazzo Serra di Cassano.

    Era il 3 settembre 1960, si festeggiava l' inizio delle regate olimpiche. Poi dallo Scià di Persia, e a Venezia a Ca' Pisani Moretta per un ballo con Margaret d' Inghilterra. L' aneddoto divertente è di quando suonavo e cantavo nel night di mio zio Ciro.

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    Un signore stava appoggiato da due ore al mio pianoforte e mi dava fastidio averlo così vicino. Chiesi a zio di farlo spostare, ma Ciro mi fece notare che quel cliente aveva già ordinato sei bottiglie di champagne, mi ordinò di stare zitto e suonare. Quel signore era Onassis, e con lui c' erano la Callas, Grace Kelly, il principe Ranieri».

     

    Le sue canzoni hanno fatto da sfondo agli eventi sentimentali di mezza Italia

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    «Dappertutto trovo persone che mi indicano con la mano e mi dicono "Per colpa tua". Intendono che le loro storie sono cominciate o finite sulle note delle mie canzoni più famose. Peppino di Capri è la colonna sonora delle relazioni amorose degli italiani. Direi che l' inno degli innamorati è Champagne, poi i più romantici vanno a pescare a piene mani nel mio immenso repertorio».

     

    Come ci si sente a 22 anni a salire sulla scena della Carnegie Hall a New York?

    «È proprio il caso di citare la classica incoscienza della gioventù. Si apre il sipario, entri in scena e canti. Non ci pensi. Lo fai».

     

    Uno dei momenti più emozionanti che ricorda dei suoi concerti nel mondo?

    «In Brasile, un Paese dove sono andato spesso. L' anno scorso ho cantato in primavera a Rio e in autunno in Usa e Canada. Torniamo a una delle prime volte in Brasile: suono e canto al teatro Canecão, il tempio della musica brasiliana. Il pubblico gremisce la sala, molti applausi e grande soddisfazione.

     

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    Ma non è finita: quando vado in camerino alla fine del concerto trovo due mostri sacri della musica brasiliana, Vinicius de Moraes e Antonio Jobim. Sono emozionato e lusingato, oso chiedere loro timidamente cosa li attiri nelle mie canzoni, soprattutto quelle napoletane. Mi rispondono che la nostra musica per loro è come la loro musica per noi. Un gemellaggio artistico-musicale che mi ha onorato».

     

    Le sue caratteristiche musicali, anche tecniche?

    «Oltre al timbro, di cui ho già detto, ho la fortuna di avere l' orecchio assoluto (riconoscere una nota senza usare uno strumento musicale, ndr). Ho cominciato a suonare il pianoforte istintivamente a 4 anni, e fino ai 20 mi sono esibito davanti al pubblico senza interruzioni; poi sono arrivati gli studi di registrazione con il primo contratto discografico, con la Carisch di Milano.

     

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    In famiglia la musica era protagonista. Il nonno suonava nella banda di Capri, mio padre suonava sax e violoncello. In fondo per me, timidissimo, era relativamente facile esibirmi tra il Number two di Capri e Il rancho fellone di Ischia.

     

    Con il rischio di rimanere provinciale, di suonare in casa, per usare una metafora calcistica. Ma poi i dischi, i concerti all' estero, la televisione e il cinema mi hanno dato sempre più sicurezza. Sono soprattutto cantante e pianista, ma so anche comporre. Mi metto al piano, provo delle frasi, magari la mattina dopo cambio qualcosa. Ho la musica sotto pelle, è la mia prima natura, indubbiamente».

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    Finisce qui l' intervista - breve - perché Peppino di Capri deve prendere il treno per Napoli. Siamo a Roma da Vanni, dove da sempre passano tutti gli artisti diretti in Rai, lì accanto a viale Mazzini. L' impressione, non avendolo mai incontrato, è di una persona molto educata e rispettosa.

     

    Non ha niente del personaggio famoso a livello mondiale che, volente o nolente, si abitua a una certa posizione di privilegio, se non altro perché lo conoscono tutti e lo favoriscono tutti. Parla a voce bassa, da timido come egli stesso si definisce, non pronuncia sentenze, non fa affermazioni altisonanti. Alzandoci in piedi per i saluti un' ultima domanda.

     

    Al Sud esiste un primato della canzone melodica?Quasi una sacralità che tutti rispettano, anche i personaggi ai limiti della legalità?

    «Bisognerebbe andare per categorie musicali e relativi pubblici. Io stesso dopo un periodo di cosiddetti ballabili - dal rock al twist per intenderci - ho riportato la canzone tradizionale napoletana tra i giovani. Il genere neomelodico, che parla di cose non vere ma assolutamente verosimili, per esempio, piace anche alla gente di strada perché sentono i testi molto vicini alla loro vita».

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