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    IL CINEMA DEI GIUSTI - ANCHE SE NON CONOSCETE BENE LE REGOLE DEL POKER, DI QUELLO, SOPRATTUTTO, CHE SI GIOCA IN AMERICA, CERCATE DI ARMARVI DI UN PO’ DI PAZIENZA PER CAPIRE NON SOLO LE PARTITE E I MECCANISMI DEL GIOCO, MA SOPRATTUTTO LA COMPLESSA INTELAIATURA NARRATIVA DI QUESTO FATICOSO MA INTELLIGENTE E BEN SCRITTO “MOLLY’S GAME” - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    MOLLY S GAME MOLLY S GAME

    Add on. All in. Buy in. Big Slick. Boh? Anche se non conoscete bene le regole del poker, di quello, soprattutto, che si gioca in America, cercate di armarvi di un po’ di pazienza per capire non solo le partite e i meccanismi del gioco, ma soprattutto la complessa intelaiatura narrativa di questo faticoso (due ore e venti), ma estremamente intelligente e ben scritto Molly’s Game, scritto e diretto da Aaron Sorkin, celebre sceneggiatore americano, Steve Jobs, Social Network, alla sua opera prima, e interpretato con grande partecipazione da Jessica Chastain nel ruolo di Molly Bloom, vera regina del poker tra L.A. e New York, e Idris Elba come suo avvocato.

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    Molly è stata incastrata dall’FBI, i suoi soldi, 4 milioni e mezzo di dollari (ma nella realtà erano di più), sequestrati. O collabora facendo i nomi dei giocatori e rovinando tante famiglie di star e superstar o, probabilmente, va in galera. Che fare? La sua storia, da campionessa di sci ragazzina sotto lo sguardo del padre, Kevin Costner, quando sfiora i grandi traguardi olimpici e si  fa molto male, ai primi lavoretti a Los Angeles, all’idea di aprire una bisca tutta sua dove si gioca pesante, viene fuori un po’ alla volta senza seguire un semplice filo narrativo.

     

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    E’ tutto mescolato, come le carte del poker. Anche se ogni scena è giocata sulla presenza di Molly, sul suo racconto, sul suo decolleté (notevole), sui suoi 90 cambi d’abito, e sulla sua intelligenza, siamo obbligati a una serie impressionante di deviazioni e racconti degli uomini che si muovono attorno a lei. Uomini che si dicono anche innamorati, ma vogliono soprattutto giocare e perdere tutto quello che hanno. O distruggere i propri avversari.

     

    Non a caso sono tutti mschi. L’idea di Sorkin, alle prese con una storia vera che ha fatto tremare molti grandi giocatori in America, non è quella di puntare al gossip. Non vengono fatti nomi, come non ne fece Molly nel suo libro, scritto prima del processo. Anche se il “giocatore X” interpretato da Michael Cera, bravissimo, sembra sia ispirato a Tobey Maguire. No, L’idea di Sorkin è quella di costruire un complicato gioco narrativo puntando tutto sul personaggio di Molly, sulla sua intelligenza applicata non tanto al poker quanto all’idea di dominio sui giocatori maschi.

     

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    Un dominico che non prevede nessuna implicazione sessuale con loro, mentre riesce a stabilire un vero contatto uomo-donna solo con figure forti e paterne, come il padre Kevin Costner e l’avvocato Idrsi Elba, che non a caso è anche un buon padre. E, malgrado un po’ di psicanalismo facile finale, cosa le mancava quando era bambina? l’amore del babbo? ma vaaa???, le scene più belle sono quelle che vedono assieme Elba e la Chestain, perché tutti e due gli attori vanno a tremila e sembrano sublimare ogni desiderio e pulsazione sessuale nel dialogo fittissimo tra di loro alla ricerca di una mossa che possa scagionare lei e far vincere il processo a lui.

     

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    E, tra parentesi, l’avvocato costa qualcosa come 250 mila dollari, nemmeno fosse Ghedini. Scene girate, oltre tutto, in dieci giorni. Può essere che qualche spettatore si addormenti a metà. E magari Sorkin esagera nel virtuosismo da sceneggiatore, e non ha dietro la macchina da presa un David Fincher o un Martin Scorsese. Ma, oltre a Jessica Chastain e a Idris Elba, ha dalla sua ottimi attori minori, come Bill Camp nel ruolo del giocatore Harold, la stupenda Angela Gots come la mazziera B, Graham Greene come il giudice e il già citato Michael Cera. In sala dal 19 aprile.

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