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    INDOVINA CHI VIENE A CENA? ''CHI'' PORTA I PROFUGHI A CASA DI VIP CAPALBIESI, E L'EFFETTO È STRACULT! TESTA, LANZILLOTTA E STEFANIA CRAXI ALLE PRESE CON TRE SENEGALESI - TESTA DI CHICCO: ''ACCOGLIERLI IN CASA MIA? NE HO GIÀ DUE DELLO SRI LANKA, IN REGOLA, CHE LAVORANO NEL MIO CASALE. MA CAPALBIO DEVE OSPITARLI, BASTA CHE LAVORINO'' - LA FIGLIA DI BETTINO: ''NON TOCCA AI CITTADINI OCCUPARSENE, MA IL NUMERO DI PROFUGHI PER CAPALBIO (50) È COSÌ ESIGUO CHE SI POTRANNO DISTRIBUIRE NEL TERRITORIO''


     
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    Giulia Cerasoli per ''Chi''

    Foto di Tommaso Gasperini

     

    CHICCO TESTA CON I PROFUGHI NELLA SUA CASA DI CAPALBIO CHICCO TESTA CON I PROFUGHI NELLA SUA CASA DI CAPALBIO

    Possono cinquanta profughi siriani mettere in crisi un paese illuminato e progressista del centro Italia, mentre l’Europa sta vivendo la più grande emergenza umanitaria della storia? Sì, è possibile. E non si tratta della trama dell’ultimo film francese sul tema, Benvenuti... ma non troppo, di Alexandra Leclère, ma di quanto è successo a Capalbio, in Maremma. Il comune toscano, ritrovo di ciò che resta dell’intellighenzia di sinistra e di molti vip che amano una struggente campagna che si congiunge al mare, è al centro di una polemica rovente.

     

    La prospettiva di dovere ospitare (come tanti altri comuni italiani) per decisione del ministero dell’Interno, un gruppo di profughi siriani in alcune villette ai piedi del borgo, ha fatto innalzare le barricate da parte di alcuni cittadini che hanno depositato due ricorsi al Tar con l’intento di bloccare tutto. Il “no” secco dei capalbiesi ha fatto sbandare il sindaco piddino Luigi Bellumori: invece di cercare delle soluzioni che conciliassero la sicurezza della popolazione con l’accoglienza sbandierata dalla sinistra, ha reagito da “portavoce dei cittadini”, scatenando le critiche sia del governatore della Toscana Enrico Rossi, del suo stesso partito, sia dei leghisti.

     

    LINDA LANZILLOTTA CON I PROFUGHI NELLA SUA CASA DI CAPALBIO LINDA LANZILLOTTA CON I PROFUGHI NELLA SUA CASA DI CAPALBIO

    Il dibattito sulla sinistra “al caviale”, che predica bene ma razzola male, si è allargato ai vip capalbiesi d’adozione, dal presidente emerito Giorgio Napolitano a Furio Colombo e Claudio Martelli, diventando il tormentone della sonnolenta estate maremmana. L’ultima del sindaco, per salvarsi dall’accusa di razzismo, è stata di pubblicare giorni fa un “avviso ai cittadini” in cui li esorta a ospitare i profughi nelle proprie case, attuando una sorta di «modello toscano di solidarietà con l’accoglienza diffusa»: quindi, non più tutti e 50 nelle villette, ma sparpagliati sul territorio.

     

    STEFANIA CRAXI CON I PROFUGHI NELLA SUA CASA DI CAPALBIO STEFANIA CRAXI CON I PROFUGHI NELLA SUA CASA DI CAPALBIO

    Ma i vip ci stanno ad ospitare i profughi nelle loro case? Un pugno di villeggianti, tra cui la senatrice Pd Monica Cirinnà, che ha dato il nome alla legge sulle unioni civili, ha firmato la lettera pro-accoglienza. Ma in tanti nutrono forti dubbi sull’argomento. Abbiamo provato a entrare nelle case di alcuni di loro con tre immigrati senegalesi (Babeka, Abdulin e Khadin) e un fotografo. Ecco che cosa è successo.

     

    CAPALBIO CAPALBIO

    «Accoglierli in casa mia? Ne ho già due dello Sri Lanka, in regola, che vivono e lavorano qui nel mio casale...», risponde, dopo una frazione di secondo di smarrimento, Chicco Testa – top manager renziano habitué di Capalbio e proprietario di una casa nel territorio confinante di Manciano – che si presta a farsi fotografare con i nostri tre immigrati in giardino.

     

    «Come si fa a non accogliere gente che scappa dalla guerra? Oggi tocca a Capalbio e domani ad un altro paese. Ben venga la distribuzione sul territorio, però: perché cinquanta uomini messi a far nulla in tre villette nel centro del paese potrebbero costituire un problema. Se invece si passa a una integrazione capillare e, come ha detto anche il prefetto Mario Morcone, individuando una serie di lavori utili alla comunità per impegnarli, allora sì che si risolve il problema».

    profughi profughi

     

     Insomma, sì ai rifugiati, ma solo se si mettono a lavorare, secondo Testa, il quale pensa ad un compenso minimo per i profughi, «da cui deve venir detratta la cifra di 35 euro al giorno che paga lo Stato».

     

    E a chi afferma che prima sarebbe meglio offrire lavoro ai disoccupati italiani, replica secco: «L’economia italiana si regge anche sugli immigrati. E ci sono molti lavori, soprattutto qui in campagna, che gli italiani non fanno più da anni. Come raccogliere le olive». Convinta che «l’invito di accogliere i profughi nelle case private di cittadini e villeggianti sia un approccio demagogico al problema» è la vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta (Pd), moglie dell’ex ministro Franco Bassanini, una casa tra Capalbio e il mare, piena di figli e nipoti.

    cacciari – bellumori e marramao cacciari – bellumori e marramao

     

    Si informa su quale lavoro facciano e da dove provengano i nostri tre “profughi”, poi accetta di posare con loro. «Premesso che nessuno di noi, davanti a questo fenomeno dalle dimensioni epocali, può dire di no o tirarsi indietro, va detto che il sindaco, secondo me, ha posto la questione in modo del tutto sbagliato», è la sua opinione.

     

    E sottolinea che «il sindaco non può dire “sono il portavoce dei cittadini”, volendo solo proteggere una realtà commerciale e turistica. Lui non è solo il portavoce dei cittadini: fa parte di un’istituzione, deve governare e risolvere i problemi politicamente. Se il ministero assegna a Capalbio un numero di profughi, come accade o accadrà anche agli altri ottomi-l a comuni italiani, tocca a lui trovare una soluzione equilibrata, che però sia coerente con i valori e la strategia della sua parte politica. Insomma, guardiamo che cosa ha fatto la Germania... Proporre delle soluzioni è il dovere della politica e inoltre gli immigrati sono un investimento per il futuro della nostra economia».

    luigi bellumori romano prodi marco damilano luigi bellumori romano prodi marco damilano

     

    L’appello del sindaco ai cittadini affinché ospitino i profughi nelle proprie case, lo definisce «un approccio individualista. Io, ad esempio, sto qui solo un mese. Se ospito dei profughi, che cosa accadrà quando tornerò a Roma? Non credo che molti lascerebbero a degli estranei le proprie case... Il sindaco non può scaricare sui cittadini la responsabilità delle scelte che competono a lui».

     

    Bellumori Renzi Bellumori Renzi

    «Fa un po’ tenerezza il fatto che la sinistra abbia scoperto solo ora che la parola “accoglienza” non è solo una parola, ma dietro di sé ha donne e uomini, una umanità intera che ha bisogno di tutto...», l’onorevole Stefania Craxi (Forza Italia) passa da 20 anni tutte le estati in questo casale in pietra del Seicento che domina la vallata fino al mare. Un’azienda agricola in piena regola che gestisce con il marito Marco Bassetti.

     

    MARCO BASSETTI STEFANIA CRAXI ANTONELLA CLERICI MARCO BASSETTI STEFANIA CRAXI ANTONELLA CLERICI

    Fa accomodare i nostri tre “profughi” in salotto e offre loro Coca cola e caffè. «La paura dei cittadini è comprensibile. Anche la signora che lavora da noi ha paura, tornando a casa...», ammette la Craxi.

     

    «Quindi bisogna proteggere le persone, i cittadini, dai loro timori legittimi. E organizzare l’accoglienza per cinquanta profughi è assolutamente fattibile anche per Capalbio. Le reazioni della sinistra? Beh, fanno un po’ ridere».

    bassanini linda lanzillotta bassanini linda lanzillotta

     

    Personalmente pensa che «non debbano essere i cittadini a farsi carico del problema», ma il numero dei rifugiati «è così esiguo che il sindaco potrà benissimo diluirli nel territorio e fare un piano di integrazione. Se un paese come Capalbio non riesce a sostenere l’impatto di 50 profughi, allora l’Europa è davvero finita. La realtà non si può cambiare». Già: basta così poco, per metterci in crisi?

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