DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Carlo Cambi per “la Verità”
Più che uno scoop è uno choc: Macerata, la città consacrata alla Madonna, scopre che l' orrore che la pervade non ha limiti. A due mesi dall' efferato delitto di Pamela Mastropietro - la ragazza romana di 18 anni, ammazzata il 30 gennaio scorso, il cui corpo fu fatto a pezzi e nascosto in due trolley - emerge una sconvolgente realtà: la città alle cui porte, all' Hotel House di Porto Recanati, ospizio di clandestini e malavitosi, è stata rinvenuta una discarica di cadaveri è teatro di festini a luci rosse con ragazze minorenni.
A questi festini partecipano «insospettabili» che si servono d' immigrati clandestini, per lo più nigeriani, per adescare le giovani grazie alla droga. È come se la morte della Mastropietro avesse scoperchiato il vaso di Pandora: quotidianamente ci sono ingenti sequestri di stupefacenti (ieri, a Monte San Giusto, arrestate quattro persone con oltre 2 quintali di hashish) e fatti di sangue, che indicano come la città sia ormai fuori controllo e sia diventata la base operativa degli spacciatori - forse della mafia nigeriana - di un sistema criminale alimentato dall' abnorme presenza d' immigrati clandestini.
Da Macerata emerge il volto nero della provincia italiana, pervasa da apparenti pubbliche virtù e concretissimi vizi privati. Nello stesso giorno in cui si è tenuta a Roma la marcia in ricordo di Pamela Mastropietro voluta dalla madre della ragazza, Alessandra Verni, con a fianco il Sindaco di Roma Virginia Raggi, che ha sfilato con la maglietta «io sono Pamela» (al contrario del sindaco di Macerata, Romano Carancini del Pd, che non ha mai manifestato solidarietà alla famiglia della ragazza uccisa), la giornalista di Rai News 24 Angela Caponnetto ha raccolto la testimonianza di una ragazza che tra le lacrime denuncia: «Esiste un sistema Macerata. Droga e prostituzione minorile per alimentare un giro di festini a luci rosse in cui sono coinvolti personaggi bene della città».
Selvaggia - questo il nome di fantasia della donna, ripresa di schiena e con la voce camuffata - testimonia: «Mi sono decisa a parlare perché mi ritrovo nella tragica storia di Pamela, anche lei come me era una ragazza sola».
Le accuse sono precise: il suo fidanzato l'ha portata, dopo averla stordita con la droga, in un casolare dove più volte ha incontrato molti uomini. Questo casolare potrebbe essere una villa nella frazione Sant'Egidio di Montecassiano, hinterland di Macerata. «Lì ad aspettarmi c'erano personaggi facoltosi, ho riconosciuto anche tre poliziotti, un avvocato, tanti dell' alta borghesia di Macerata. Davanti alla villa erano parcheggiate Bmw, Mercedes, Maserati».
la morte di pamela mastropietro desmond lucky e awelima lucky
Questa storia risale a 10 anni fa «ma è stata insabbiata perché di mezzo c' è la massoneria, c' è la mafia». Ricostruendola si scopre che i genitori di Selvaggia fecero un esposto alla Procura della Repubblica a nome della figlia allora minorenne. Ma il fascicolo per un anno scomparve. Dopo un secondo esposto l' indagine fu «riesumata» ma s' insabbiò di nuovo fino a quando il gip, su richiesta del pm, non ha archiviato tutto
Ma oggi, dice Selvaggia: «Basta tacere, dopo quello che è successo a Pamela e che poteva succedere a me, bisogna che queste cose vengano fuori». Anche perché il sospetto è che questi festini siano continuati e che il clima di omertà che c' è in città possa trovare fondamento nei ricatti incrociati. Vedremo se dopo lo scoop di RaiNews 24 il procuratore della Repubblica, Giovanni Giorgio, vorrà riprendere il filo di quella denuncia caduta nel vuoto 10 anni fa.
Come si è scoperto che Macerata è al centro di un ingentissimo traffico di droga controllato dai nigeriani, così ci sono segnali che la città è luogo di reclutamento di giovanissime prostitute - anch' esse nigeriane - che vengono «comprate» nei centri di accoglienza.
Già nel 2015 la Corte d' Assise di Macerata condannò a pene pesanti sette nigeriani per sfruttamento della prostituzione. Un' indagine condotta dall' allora procuratore antimafia di Ancona, Vincenzo Luzi, appurò che due uomini e cinque «madame» reclutavano le giovani in Nigeria, le facevano arrivare passando per i progetti di assistenza ai profughi e poi con riti wodoo le ricattavano fin quando le giovani non pagavano tra i 40.000 e i 60.000 euro.
innocent oseghale desmond lucky awelima lucky
E tutt' oggi alla stazione di Macerata giovanissime immigrate si vendono e le telecamere di sicurezza, le stesse che hanno inquadrato Pamela Mastropietro prima di essere uccisa, hanno filmato centinaia di incontri. Ma su questo fronte nessuna indagine pare sia stata aperta anche se il legame tra droga, prostituzione, criminalità nigeriana e delitto di Pamela sembra sempre più evidente. Del resto altre denunce attendono da più di un anno di sortire qualche effetto: sono quelle della Guarda di Finanza che imputa alle Onlus che si occupano dell' assistenza ai migranti un' abnorme evasione fiscale.
la morte di pamela mastropietro il fossato in cui e stato ritrovato il corpo
In particolare il Gus - oltre 35 milioni di fatturato provenienti interamente da soldi pubblici, 407 dipendenti, la più consistente azienda della provincia di Macerata - a cui il Comune attraverso il sindaco Carancini ha di fatto concesso il monopolio dell' assistenza ai migranti. L' Onlus presieduta da Paolo Bernabucci e guidata da Giovanni Lattanzi, responsabile nazionale delle politiche sociali del Pd, è accusata dalla Finanza di aver occultato redditi per 40 milioni e di aver evaso l' Iva per 6 milioni di euro.
Intanto al Gus arrivano da Prefettura e Comune altri appalti milionari per ospitare profughi in una città e in una provincia che hanno già un numero rilevantissimo di migranti. Peraltro il Gus è la Onlus che si è occupata anche dell' accoglienza di Innocent Oseghale, il principale accusato del delitto Mastropietro.
LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO - LUCKY AWELIMA
Ma ora alla luce della denuncia di Selvaggia c' è da capire se Pamela non sia stata vittima del giro dei balletti a luci rosse e se questo giro - ammesso esista ancora - non condizioni la vita pubblica di Macerata, se Pamela non sia incappata nel giro di chi, arrivato a Macerata accolto dalle Onlus, gestisce eroina e sesso. Oggi diventa indispensabile rileggere la presenza di esponenti del Black Axe - l' Ascia Nera una delle più feroci organizzazioni della mafia nigeriana - ai funerali di Emmanuel Chidi Namdi ucciso dopo una lite con l' ultrà Amedeo Mancini due anni fa a Fermo.
Anche perché tra le province di Macerata e Fermo lo spaccio di droga e la prostituzione sono diventati fenomeni abnormi: si stima che tra Porto Sant' Elpidio, Civitanova, Macerata, Lido di Fermo, Porto Recanati e Numana ci siano 420 prostitute nigeriane clandestine. Queste fruttano circa 3.000 euro al mese ciascuna all' organizzazione.
È in questo contesto che s' inserisce il delitto di Pamela Mastropietro. È esasperato da questo degrado che Luca Traini il 3 febbraio sparò all' impazzata tenendo per due ore Macerata in ostaggio e ferendo sei immigrati. Ci si è mobiliatati contro il razzismo di Traini - al quale peraltro una recentissima perizia riconosce la seminfermità mentale - ma non si è guardato alla sostanza delle cose. E forse oggi anche il rapporto tra Traini e Pamela va riletto. Si è detto che i due non si conoscevano, ma nell' inchiesta ci sarebbero almeno 45 sms scambiati fra Pamela e Luca. I punti oscuri attorno al delitto di Pamela, col passare delle settimane, invece di diminuire sembrano aumentare. Intanto Macerata è sempre più sotto choc.
pamela mastropietroPAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI
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