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    AMICI GIURATI - COME SI COMPORTANO, COME DECIDONO, CHI DIFENDONO I GIURATI DEI FESTIVAL CINEMATOGRAFICI? CASTELLITTO: ‘A VOLTE SCATTA IL NAZIONALISMO’ - MONICA BELLUCCI: ‘HO LOTTATO PER ALMODOVAR E SORRENTINO’ - TARANTINO: ‘IO NON SEGUO I ‘CONSIGLI’. MA VOTA LA SUA EX - VERDONE: ‘MI PIACEVA ‘BIRDMAN’, MI EMARGINARONO’ - WOODY: ‘COME FAI A DIRE SE REMBRANDT È MEGLIO DI MONET?’ - BELLOCCHIO E LA LITE CON MORETTI


     
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    IL MESTIERE DEL GIURATO

    Valerio Cappelli per ‘La Lettura - Corriere della Sera

     

    giuria giuria

    A Cannes si vince la Palma, a Venezia il Leone, a Berlino l’Orso, a Locarno il Pardo. A ciascuno il suo premio. L’unica regola, ai festival cinematografici, è l’assenza di regole. Giovedì 27 si presenta la Mostra di Venezia, al via il 30 agosto. Presidente della giuria sarà l’attrice Annette Bening. Ma com’è il mestiere del giurato? Ai membri della Croisette per evitare fughe di notizie, nella riunione per il verdetto, sequestrano il cellulare; poi vengono portati in una località segreta.

     

    Secondo il carisma e il carattere, c’è il presidente «democratico» e il «dittatore » che magari si attribuisce due voti. Ci sono i film premiati che non hanno alcun risultato commerciale e neppure escono nelle sale; ci sono i nazionalismi e per Alberto Barbera, direttore a Venezia, «non facciamo finta che un giurato di prestigio non abbia il suo peso per sostenere il suo Paese e strappare qualcosa».

     

    la giuria del festival di cannes la giuria del festival di cannes

    Il Leone d’oro alla carriera (quest’anno a Robert Redford e Jane Fonda) non viene espresso dalla giuria ma è scelto dal Cda su indicazione del direttore. I regolamenti variano e si modificano nel tempo, non sono leggi dello Stato. Paolo Baratta, presidente della Biennale, quando nel 2010 si lasciò il divieto di cumulo di premio solo per il vincitore, spiegò che «il regolamento è uno strumento a disposizione dei curatori e non va inteso come delle tavole di pietra immodificabili».

     

    LA GIURIA DI CANNES CHRISTOPH WALTZ VIDYA BALAN DANIEL AUTEUIL SPIELBERG ANG LEE LA GIURIA DI CANNES CHRISTOPH WALTZ VIDYA BALAN DANIEL AUTEUIL SPIELBERG ANG LEE

    Al Lido il ’68 provocò l’abolizione del concorso, mettendo le basi per il sorpasso di Cannes: fu ripristinato da Carlo Lizzani direttore nel 1980. Per registi e attori l’unica garanzia di autonomia, con tutti i difetti, è data dalla giuria: colleghi, con inserimenti di intellettuali, scrittori, pittori… Si tende, per un senso di colpa, a essere benevoli verso le cinematografie più povere; prevale (giudicando Paesi del Terzo mondo o emergenti) il senso di purezza e freschezza sull’autore celebre che non ha bisogno di premi. Ma allora perché invitarlo?

     

    NANNI MORETTI DURANTE LA RIUNIONE DELLA GIURIA DI CANNES FOTO GILLES JACOB NANNI MORETTI DURANTE LA RIUNIONE DELLA GIURIA DI CANNES FOTO GILLES JACOB

     Le giurie di pubblico possono essere preda di umori ballerini e pressioni delle case di produzione. La Festa di Roma, su sollecitazione dei Beni Culturali, ha rinunciato alla giuria di esperti per smussare rivalità con la Mostra di Venezia. Se i premiati sorridono e, sopraffatti dall’emozione, dicono cose di circostanza, le reazioni degli sconfitti sono varie.

    JEAN PAUL GAULTIER DURANTE LE DECISIONI DELLA GIURIA DI CANNES FOTO GILLES JACOB JEAN PAUL GAULTIER DURANTE LE DECISIONI DELLA GIURIA DI CANNES FOTO GILLES JACOB

     

    Il finlandese Aki Kaurismäki, favorito all’ultima Berlinale con The Other Side of Hope, disse «buonasera signore e signori », puntò minaccioso il dito verso la giuria, e si risedette sdegnato rifiutando il premio non di primo piano. A Locarno un’attrice cinese disse che se un suo connazionale fosse tornato a mani vuote l’avrebbero arrestato. A Cannes Dustin Hoffman ci chiese: «Quanti film dovete vedere ogni giorno? Fino a tre? Ecco perché non ho mai fatto parte di una giuria».

     

     

    DIANE KRUGER E RAOUL PECK DURANTE LE DECISIONI DELLA GIURIA DI CANNES DIANE KRUGER E RAOUL PECK DURANTE LE DECISIONI DELLA GIURIA DI CANNES

    JOEL ED ETHAN COEN - CI SIAMO MESSI DALLA PARTE DEL PUBBLICO

    Joel ed Ethan Coen portano tutti i loro film sulla Croisette, dove nel 1991 vincono la Palma d' oro con Barton Fink . Cannes 2015, l' anno della disfatta italiana. Ci presentiamo con tre importanti registi in gara: Nanni Moretti ( Mia madre ), Paolo Sorrentino ( Youth-La giovinezza ), Matteo Garrone ( Il racconto dei racconti ). Usciamo a mani vuote. Tre riconoscimenti alla Francia.

     

    ROSSY DE PALMA SIENNA MILLER JOEL E ETHAN COEN ROSSY DE PALMA SIENNA MILLER JOEL E ETHAN COEN

    Presidenti di giuria (alla loro prima esperienza) i fratelli Coen: «Non c' era modo di premiare tutti. Non eravamo qui per fare i critici cinematografici, non ci siamo messi a sostenere o a odiare questo o quel concorrente. Mica ci ricapita di vedere tanti film in anteprima. Abbiamo provato a metterci dalla parte del pubblico».

    Ognuno dei Coen esprimeva un voto.

    Una presidenza a due teste.

     

    SERGIO CASTELLITTO - A VOLTE SCATTA IL NAZIONALISMO DEI GIUDICI

    sienna miller,jake gyllenhaal e joel coen sienna miller,jake gyllenhaal e joel coen

     

    Due mesi fa Sergio Castellitto ha rispolverato il suo smoking per tornare alla premiazione di Cannes. La protagonista del suo film ( Fortunata ), Jasmine Trinca, vince come migliore interprete femminile nella nobile e gloriosa sezione Un certain regard. Nella kermesse più importante del mondo Castellitto è giurato nel 2008, l' edizione della doppietta di Matteo Garrone (Grand Prix per Gomorra ) e Paolo Sorrentino (premio della giuria per Il divo ).

     

    Non accadeva dal 1972 ( Il caso Mattei di Francesco Rosi e La classe operaia va in Paradiso di Elio Petri). Castellitto ha come presidente Sean Penn. «Gli altri giurati mi chiamavano per gioco il mafioso. Nei giorni del festival si creano tensioni, è inevitabile. Il nazionalismo nelle giurie in un modo o nell' altro è qualcosa che scatta».

    CASTELLITTO CASTELLITTO

     

    MONICA BELLUCCI - HO LOTTATO PER ALMODÓVAR E SORRENTINO

     

    Madrina all' ultimo Cannes, Monica Bellucci ruba la scena. Alla cerimonia d' apertura balla un valzer e bacia un danzatore, in quella di chiusura le sfugge una spallina e s' intravede il seno. Esordisce in italiano («signore e signori buonasera»), cita i grandi del cinema, dice che le donne dovrebbero avere più spazio.

     

    monica bellucci monica bellucci

    Tra un film e l' altro racconta a «la Lettura» la sua esperienza come giurata nel 2006 a Cannes, dove fu meno libera rispetto a quella come madrina: «Mi battei per Almodóvar e Sorrentino, che portava L' amico di famiglia . Thierry Frémaux, il delegato generale, mi disse di lasciar perdere perché era tardi e dovevano permettere ai vincitori di prepararsi per la cerimonia al Palais».

     

    QUENTIN TARANTINO - RIFIUTO IL GIOCO DEI «CONSIGLI» IO SONO INTEGRO

     

    Commentando i premi come presidente della giuria, a Venezia nel 2010 Quentin Tarantino prende il microfono e non lo molla più. Ci sono in gara Ascanio Celestini ( La pecora nera ), Martone ( Noi credevamo ), La solitudine dei numeri primi di Costanzo. Lui esclama: «Siete delusi perché voi italiani non avete vinto niente? Nessuno ci è venuto a bisbigliare: ehi, Quentin, sarebbe bello se Non saremmo stati al gioco».

    valeria golino valeria golino

     

    Vince l' ex fidanzata Sofia Coppola con Somewhere . «È un po' italiana». Il Leone alla carriera va al suo scopritore Monte Hellman. Il carisma di Tarantino sommerge i giurati. Rischia il conflitto di interessi. Infine aggiunge: «La mia integrità parla da sola, non importa chi ha fatto un film».

     

    VALERIA GOLINO - ORE A DISCUTERE NON ESISTONO VERITÀ ASSOLUTE

     

    La sera della premiazione, Cannes 2016, Valeria Golino sta lasciando il tavolo della giuria: c' è stata unanimità? chiede «la Lettura». «Piuttosto». Piuttosto cosa? «Più sì che no. Nessuna decisione è stata presa facendo mettere il muso a qualcuno. Ci sono state discussioni di ore, un' esperienza fantastica, durissima».

    valeria golino cannes 2016 getty valeria golino cannes 2016 getty

     

    Woody Allen non crede al concorso. «Ci può stare il suo giudizio, non esistono verità assolute, figuriamoci a un festival di cinema. I giudizi sono soggettivi», risponde l' attrice e regista. Per la cronaca, era l' anno di Vi presento T oni Erdmann della tedesca Maren Ade. Dato favorito da tutti, non vinse nulla se non il premio Fipresci della critica internazionale.

    QUENTIN TARANTINO QUENTIN TARANTINO

     

    LOUIS GARREL - MEGLIO IL TEATRO NON HA BISOGNO DI GARE

     

    Gentilissimo, disponibile, Louis Garrel, nuovo volto del cinema francese, soppesa ogni parola. In concorso a Cannes con Le redoutable , il film di Hazanavicius sul giovane Godard, che in Francia è (tuttora) il papa laico, a Garrel «la Lettura» chiede della sua esperienza come giurato: «Lo sono stato a Locarno. Io più di due film al giorno proprio non riesco, il tempo passato dopo la visione è importante.

     

    louis garrel louis garrel

    La competizione talvolta mi piace, altre la trovo assurda. Al Festival d' Avignone non ci sono premi ed è fantastico. Il teatro non ha bisogno di gare, mentre il cinema sì, per essere preso sul serio. Jouvet diceva che la rappresentazione teatrale è un momento religioso. Anche la visione di un film è un momento teatrale. Ma è soprattutto un piacere segreto».

     

    CARLO VERDONE - A ME PIACEVA «BIRDMAN» FUI EMARGINATO

     

    carlo verdone ai nastri dargento carlo verdone ai nastri dargento

    Carlo Verdone è uno degli attori più amati in Italia, ma i festival non sono il centro del suo mondo (sconta i pregiudizi verso la commedia). Lui, regista e attore, si mette in sintonia con lo spettatore comune, e nel 2015 da giurato a Venezia cerca invano di premiare Birdman :

     

    «Fui l' unico, insieme con la scrittrice Jhumpa Lahiri, a cercare di premiarlo, gli altri lo consideravano un film minore Eravamo due contro tutti. Dicevano che è un cliché, un Iñárritu minore. Ci liquidarono in quattro e quattr' otto. Ha vinto quattro Oscar. A Venezia premiarono il piccione svedese di Roy Andersson: per carità, un bel film, ma è da cineclub, lo avrebbe visto mio padre che era uno studioso. Le giurie sono delle grandi liti condominiali che vanno prese con le pinze».

     

    WOODY ALLEN - COME PUOI DIRE SE REMBRANDT SUPERA MONET ?

    woody allen e moglie soon yi woody allen e moglie soon yi

     

    «Se non avessi un film di Woody Allen a Cannes mi chiederei: dove abbiamo sbagliato?»: così alla vigilia dell' edizione dello scorso anno Thierry Frémaux, delegato generale (direttore artistico) del festival.

    Woody concorda, purché i suoi film non finiscano nell' arena del concorso.

     

    Nel 2016 con Café Society è lui ad aprire (per la terza volta) Cannes. Il regista di Manhattan cannibalizza l' attenzione dei media con questo smash: «Amo questo festival, dove incontri i veri appassionati e le persone parlano solo di cinema. Ma la competizione non ha senso, come si fa a dire se è meglio Rembrandt o Monet? È una cosa soggettiva e anche noiosa, ognuno ha il suo favorito e io me ne sto volentieri fuori».

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    MARCO BELLOCCHIO - CHE ERRORE QUELLA LITE CON MORETTI

     

    Quando Marco Bellocchio non vinse nel 2003 a Venezia per Buongiorno, notte , il presi-dente di Rai Cinema, Giancarlo Leone, ruggì: «Mai più un nostro film al Lido».

    marco bellocchio marco bellocchio

    Promessa da marinaio. Bellocchio incassa i verdetti con garbo. Ma una volta litigò con Nanni Moretti, in giuria nel '97 a Cannes. «Lo definii misera-bile per non aver preso in considera-zione Il principe di Homburg . Sbagliai e mi scusai».

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    Bellocchio ha vissuto una strana esperienza per l' Orso d' argento alla Berlinale, al tempo di La condan-na . «Il produttore mi chiese in prestito l' Orso e non me lo ridiede dicendo che gli spettava di diritto, avendogli fatto spendere un sacco di soldi. Lo consi-derava un risarcimento. Il Festival fece preparare una copia esatta, pagata da lui. Poi mi disse: giochiamocela ai dadi, chi vince tiene l' originale».

     

    JESSICA CHASTAIN - NON C' È STATA UNANIMITÀ, MA RISPETTO SÌ

     

    Intercettata sotto il suo hotel, Jessica Chastain a Cannes come giurata dice di aver preso «con molta serietà e senso di responsabilità» il suo compito. «La Lettura» l' ha incontrata di nuovo alla fine della sua (prima) esperienza da giurata: «Per chi ama il cinema è straordinario, venti film in poco più di dieci giorni, wow.

    pedro almodovar paolo sorrentino will smith jessica chastain fan bingbing pedro almodovar paolo sorrentino will smith jessica chastain fan bingbing

     

    Mi ha colpito come il cinema vede l' universo femminile, molto spesso sono personaggi che ho trovato disturbanti. Al cinema vorrei piuttosto vedere donne della vita quotidiana». Come sono andate le discussioni in giuria col presidente Almodóvar? «Non c' è stata unanimità ma ci siamo rispettati.

    Personalmente sono contenta per il premio come migliore regista a Sofia Coppola per The Beguiled ».

     

     

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