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    COME VIVERE, MALE, SENZA MOANA POZZI - INTERVISTATA DA DAGO (1993) 2. “LA GENTE VIVE MALE LA PROPRIA SESSUALITÀ. LA VERA PERVERSIONE È LA ROUTINE, L’ABBRUTIMENTO NEL LAVORO QUOTIDIANO. LA PORNOGRAFIA INVECE ESALTA IL LATO OSCURO DEL DESIDERIO. IL SESSO È ANCHE NERO, CONTORTO; NON È SEMPRE UNA COSA SOLARE, GIOIOSA. A ME PIACE L’OSCENITÀ; MI ANNOIA INVECE LA VOLGARITÀ, CHE È CATTIVO GUSTO E BASTA” 


     
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    MOANA DAGO, 1993 MOANA DAGO, 1993

    Intervista di Roberto D’Agostino, tratto da ‘’La filosofia di Moana’’, Moana’s Club (1993) – ripreso dal “Foglio” del lunedì

     

    Quando pubblicò la rivista ‘’Moana’s Club’’ (maggio 1993), mi capitò di intervistare Moana per l’Espresso e mi confessò con la sua voce flautata la sua “filosofia” di pornostar. Sul settimanale, uscì una paginetta; quel che segue è invece la trascrizione completa e inedita di quell’incontro. Da che cosa nasce questa provocazione pornografica che sta dilagando in ogni angolo della società, compresa quella più famigliare e bacchettona?

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

     

     

    «Secondo me è solo un fatto di curiosità morbosa, che comunque la gente non accetta. La gente vive male la propria sessualità. La vera perversione è la routine, l’abbrutimento nel lavoro quotidiano. La pornografia invece esalta il lato oscuro del desiderio. Il sesso è anche nero, contorto, corrosivo; non è sempre una cosa solare, gioiosa. A me piace l’oscenità; mi annoia invece la volgarità, che è cattivo gusto e basta. L’osceno è “il” sublime».

    moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 4 moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 4

     

    E ti capita di incontrare molte persone capaci di vivere l’oscenità come stato di grazia?

     

    «Devo ammettere che ho conosciuto poche persone veramente oscene. Alcuni ragazzi con cui ho avuto storie di una notte. È difficile trovare una persona capace di oscenità, è una cosa veramente speciale».

     

    Un esempio di oscenità?

     

    moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 9 moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 9

    «Mi è successo una volta di portarmi a casa due ragazzi. Li avevo incontrati in un locale: si erano messi lì a fare l’amore, e come riescono a essere porci gli omosessuali... Non vedo tra gli eterosessuali un sesso vissuto come piace a me, così trucido. Ho visto in queste due persone – forse l’espressione del volto, il modo di fare, il modo di prendersi, il modo di baciarsi – il sesso che io cerco: l’assoluta libertà di fare le cose, senza preoccuparsi di niente, il piacere del sesso puro. Ci sono tanti omosessuali che riescono a scopare anche una donna perché amano il sesso».

     

    Mi fai un esempio invece di erotismo povero, degradato, privo di santa oscenità?

     

    moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 5 moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 5

    «Basta vedere quanto è gretto il pubblico che viene a vedere i miei spettacoli. Ieri sera ho fatto uno show a Ferrara davanti a una platea che poteva essere di duecento anni fa: vivono la libertà erotica ancora come una cosa assolutamente speciale, ti guardano come un marziano. Eppure è un pubblico normalmente giovanissimo, 18-25 anni; nei teatrini, invece, viene gente anche più grande, perfino ottantenni. E non capiscono nulla di quello che fai, potresti metterti lì con uno straccio addosso, fare uno spettacolo sconclusionato e andrebbe bene lo stesso: vivono il sesso come un fatto bestiale. Ecco, mi piacerebbe far capire alla gente che pornografia non è solo un giornalaccio schifoso, dove non c’è anima e cuore dentro».

     

    Cosa ne pensi dei giudizi che si abbattono immancabilmente sui fruitori di pornografia. Giudizi del tipo: che disperate solitudini...

    moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 18 moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della diva 18

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    «Che stronzate: se uno si eccita a guardare una cassetta, ma che vuoi? Se ti piace una cosa, può scendere anche Gesù Cristo a dirti che non va bene, ma se a te piace, basta, non c’è altro da dire».

     

    Riesci ancora a distinguere un confine tra pornografia e perversione?

     

    «Mah, io credo che uno sia perverso al punto giusto quando vive la propria sessualità veramente come vuole; l’importante è che non si castri. Se a una persona veramente piace scopare soltanto in una posizione, a luce spenta, senza farsi vedere, e tutto questo lo stimola, benissimo. L’importante è che poi non pensi “uh, come mi piacerebbe essere con un’altra”, e non lo dice: allora scatta la bugia, la volgarità, l’inganno, la falsità. Se senti dentro la voglia di rimorchiarti cinque persone e portatele tutte a casa; se invece preferisci masturbarti davanti a un video, va benissimo. Però lo devi vivere bene, senza sensi di colpa».

    Schicchi con una delle sue scoperte Moana Pozzi Schicchi con una delle sue scoperte Moana Pozzi

     

    Durante la tua carriera sei riuscita a mescolare il Diavolo e l’Acqua Santa, le ospitate televisive da Pippo Baudo e i film hard-core, l’Harem della Spaak e la pratica porno. Mi spieghi come hai fatto?

     

    «Non vuol dire, sai: io faccio tante altre cose che esulano dalla pornografia, fin da quando ho iniziato la mia carriera: interpretavo film porno, poi partecipavo a una trasmissione in tivù. Io credo di avere avuto il merito di dimostrare che questa separazione, volendo, non c’è. Dipende dalla persona; perché poi vedi che tante altre ragazze che fanno il mio stesso lavoro, non riescono ad andare al di là di quello. È bello essere un’artista che fa tante cose, no?».

    moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della div 10 moana pozzi, spunta il film inedito: le ultime immagini della div 10

     

    Perché ti consideri un’artista?

     

    «Sì. Anche usando la fica si può essere un’artista. Ed esce fuori questa cosa, dalla persona che è, da quello che dice, e fa. C’è modo e modo di usare la fica, di usare il corpo». Se dovessi farti un processo, che cosa metteresti a tuo carico? «Io credo di essere molto eccessiva perché nella mia sobrietà...».

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

     

    Scusa, ma ho capito bene: sobrietà?

     

     «Magari è la mia follia, ma io credo di essere una persona sobria. Poi uno si spoglia in mezzo alla piazza, come quando facevo certe perfomance con Ilona, che erano molto belle, ma poi le cose passano, cambiano, devi fare qualcosa di diverso. Non puoi per l’eternità entrare nei locali e far vedere i seni. Allora è più interessante far vedere una pornostar, magari un po’ coperta, così sei tu che immagini le cose che lei fa, o le cose che può fare. È più eccitante, piuttosto che vedere questa gente che sempre si sbraccia, che fa di tutto per farsi notare. Quando vado in giro, sono esattamente sobria. Magari ho il vestito trasparente, però il mio comportamento è diverso. E non lo faccio apposta, perché in realtà io sono così. Che vuol dire essere così? Essere psicopatici, schizofrenici, avere una doppia personalità».

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    Quanto incide l’esibizionismo nella tua vita?

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    «Sì, io sono molto esibizionista. Però, quando parlo, non mi piace dire delle volgarità, non mi piace parlare ad alta voce».

     

    Faresti delle foto a letto con Sgarbi, come la tua collega Milly D’Abbraccio?

     

    «No».

     

    Mi dicono che Sgarbi ci ha provato anche con te...

     

    «Sì, però non scrivere queste cose: non voglio inimicarmi Sgarbi. È una persona simpatica. Però a me quel tipo di esibizionismo lì, non piace. Una sera uscivo dalla trasmissione di Ferrara, io stavo col mio ragazzo, e lui mi ha invitato a cena. Credo che Sgarbi non abbia bisogno di avvalersi di nessuno per essere personaggio, perché è una persona competente».

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

     

    Il cosiddetto porno-liberismo di oggi è nato con l’apparizione di Ilona Staller. Cicciolina ha tracciato, come si dice, il solco e il ghetto del porno si è di botto aperto alla platea nazional-popolare.

     

    «Però Ilona, anche se poi è diventata onorevole, non credo che sia riuscita ad entrare in certi spazi dove io sono andata a finire, tipo i programmi dei ragazzi, ospite di trasmissioni per famiglie. Al punto che spesso la gente non ci fa nemmeno caso al lavoro che faccio; a volte sono le donne, le mamme, le bambine a chiedermi gli autografi. Non è fantascienza? Mica è facile diventare un personaggio tivù avendo fatto l’hard, facendo gli spettacoli che faccio io; è sicuramente difficile. Non esistono altri casi».

     

    Devi però ammettere che l’alone diabolico della pornostar oggi non esiste più. Basta sfogliare un qualsiasi settimanale e vedi le varie D’Abbraccio avvinghiate agli Sgarbi di turno.

     

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    «Hai detto bene: abbracciate ai vari Sgarbi di turno. Io sono diventata personaggio costruendo le mie situazioni senza valermi della vicinanza di nessun tipo di celebrità. C’è stata una costruzione, giorno dopo giorno; non è che mi sono fidanzata con un personaggio tradizionale e poi lui mi ha portato in giro, mi hanno fotografato, eccetera eccetera. Le mani devono essere belle, soprattutto quelle femminili. Preferisco un brutto volto, delle brutte gambe, però mi piacciono le mani e i piedi belli. Della bellezza del volto, non me ne importa nulla. Mi sono piaciute delle persone che hanno scatenato commenti del tipo: ma come fai a stare con quello lì? A me piace. Che ti devo dire?».

     

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    Gli esperti del settore dicono che non c’è più erotismo, lamentano la caduta del desiderio, preannunciano un grande freddo sotto le lenzuola. Secondo te, c’è un rimedio?

     

    «Ho sempre pensato che il tipo di esistenza che quotidianamente si fa sia deleterio per la vita sessuale. La stanchezza del lavoro è una tragedia: devi mettere a raduno tutte le tue forze. La prima cosa che rovina la sessualità dell’uomo è il lavoro. Bisognerebbe lavorare quattro ore al giorno, e poi assolutamente crearsi uno spazio per essere sereni».

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    Lo scrittore Curzio Malaparte era convinto che «gli organi genitali hanno sempre avuto una grande importanza nella vita dei popoli latini, e specialmente nella vita del popolo italiano». E aggiungeva: «La vera bandiera italiana non è il tricolore, ma il sesso, il sesso maschile».

     

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    «Sono d’accordissimo: per gli italiani è così. Però non è tutto: ci sono altre cose nella vita che si vivono conl’immaginazione, non solo col corpo».

     

     C’è qualcuno fra gli intellettuali che ammiri?

     

    «Sono un’adoratrice di Warhol: lui amava tantissimo la pornografia, con questi primi piani di lunghi pompini. Gli piaceva guardare, aveva un tipo di estetica che ho anch’io. E poi ho letto dei racconti di Burroughs che mi hanno veramente turbato: lui è osceno e perverso. Mi piace come descrive il mondo dell’omosessualità».

     

    Adesso che libro hai sul comodino?

     

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    «Sto leggendo Nietzsche: mi interessa molto come concetto di volontà, perché è una cosa che mi riguarda molto. Ci credo».

     

    Anche Alba Parietti cita Nietzsche.

     

    «Davvero? Che cosa mi hai detto! Madonna santa, allora no!».

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    Per caso, ti sta sulle palle Alba?

     

    «No, non mi piace essere una copiona. Comunque sto leggendo Al di là del bene e del male e Così parlò Zarathustra. Prima di Nietzsche mi sono letta Bataille: l’Erotismo, La storia dell’occhio, L’azzurro del cielo».

     

    Come Bataille, anche tu sei convinta che l’orgasmo sia una piccola morte?

     

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    «Non lo vedo così; devo dirti che preferirei non arrivarci. Bataille è un necrofilo, si scopa addirittura le persone morte nella Storia dell’Occhio».

     

     L’orgasmo, durante il tuo lavoro ce l’hai?

     

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    «A me è capitato qualche volta che mi piacesse, però dipendeva molto dal ragazzo. Pensa se non fosse così: saresti morto alla fine della giornata. Quando lavori dieci- dodici ore, come fai? Se ti piace con tutti, povera te! Tanto è vero che i ragazzi fanno due scene e poi hanno finito il lavoro. Non li puoi usare tutto il giorno: non ce la fanno fisicamente. Se non sei una star nel campo, fai tre-quattro film l’anno; gli altri invece lavorano in tutte le produzioni, come Rocco Tano, che ha fatto tanti film con me, e lui lavora venti giorni al mese. Poi arrivano a casa la sera, che vuoi che facciano?».

     

    Per te è diverso?

     

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    «Una donna non fatica così tanto. In fondo è come costruire una specie di quadro, mica devi rispondere per forza alla realtà. È come una scena di un film di guerra, l’importante è che quella scena sia emozionante; e poi mica si ammazzano davvero».

     

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    [...] Come è la vita privata di una pornostar?

     

    «Io faccio una vita tranquillissima: quando invito delle persone a casa, sono due, tre. Non mi piace la bolgia. Credo che nella confusione non si costruisca niente».

     

    E la tua vita sentimentale, come va?

     

    «Quando sto con una persona, sto solo con quella persona. Io non ho storie che durano una vita: la più lunga è durata due anni e mezzo. E ho sperimentato tantissime cose con la vita di coppia, con una persona puoi fare tantissima esperienza. In questo periodo, per esempio, ho una storia con una persona molto disponibile».

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    Immagino estremamente disponibile.

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    «Guarda: finché tu mi dai l’appagamento giusto, io sono fedele. E non perché ho deciso di essere fedele, ma perché non ho voglia di cercare uno che mi faccia godere meno di te. Perché devo andare a cercare uno per strada, se io sto bene con te: in quel momento sei tu il fulcro della mia vita sessuale».

     

    Hai amiche?

     

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    «Amiche, no. Ti sembrerò pazza, ma l’amicizia femminile è un impegno. A parte che non vado d’accordo con le donne, ma non per motivi di gelosia, perché quella è bionda, quella è nera, non è per quello: non mi piace la psicologia femminile. A meno che non si tratti di donne specialissime. Con gli uomini mi diverto di più. E ti premetto che i miei amici sono quasi tutti omosessuali; a parte che non ti guardano con quell’aria che ti devono sempre studiare ogni movimento che fai, rimorchi o non rimorchi, non ti giudicano mai. Se ne fregano. Sono un po’ come me. Qualunque cosa fai, passa. A me piace così. E ci si diverte. Invece quando sto con la gente “normale”, che palle!».

     

    Che rapporti hai con le tue colleghe del porno?

     

    «Non esistono. Anche con Ilona: ottimi rapporti di lavoro però non ho mai avuto il desiderio di andarle a raccontare una cosa mia». C’è una frase del poeta John Giorno che trovo splendida: «Nessun cazzo è duro come la vita».

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

     

    Sei d’accordo?

     

    «Verissimo. Ne sono sicura. Bisogna faticare il meno possibile per fare soltanto le cose creative, quelle che ci piacciono, e basta. Più vado avanti più perdo l’interesse per il guadagno».

     

    L’eros spinge alla creatività?

    Moana Pozzi_14 inedita 1988 Moana Pozzi_14 inedita 1988

     

    «Sicuramente, prima ero molto legata ai soldi: mi piaceva il denaro più di tutto. A me piace avere i quadri, le sculture, tutto quello che è bello, e quindi pensavo che fosse questo lo scopo della vita. Guadagnare tanti soldi per circondarsi di tutti gli oggetti che ci piacciono. Gli oggetti danno molto, sono belli; e più passa il tempo e più mi innamoro degli oggetti che ho comprato. Negli ultimi anni sono molto cambiata: ho cominciato prima di tutto a rinunciare a tanti lavori, e a tanti soldi: se volessi, farei un video al giorno.

     

    Moana Pozzi_14 inedita 1988 Moana Pozzi_14 inedita 1988

    Negli ultimi tempi ho capito che bisogna essere creativi, e ho rinunciato a tanti video di merda. [...] A me piace fare il film erotico, però adesso voglio metterci le mani anch’io, perché è diventato uno sfacelo, dalle sceneggiature ai produttori. Che non fanno più come prima: che scrivevano la storia, per loro contano le scene: otto scene hard di cui tre orge, quattro... Così fanno.

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    Invece in America è un’altra storia: arrivi in albergo, trovi la tua sceneggiatura, poi viene il regista, infine vai su un set che è un vero set. E si lavora cogli orari giusti, gli abiti giusti, e con un certo amore: vedi proprio gli attori che curano la loro persona [...]. Qui, è tutto un “’nnamo, famo, daje”... Ma perché un film porno deve essere una cosa infima? Allora ho detto basta: sono due anni che non giro un film porno. Se li giro, li produco da sola».

     

    I tuoi video migliori?

     

     «I più belli sono quelli di un paio di anni fa, quelli di Gerard Damiano, il regista di Gola profonda; ho fatto tre film con lui, in America, in presa diretta».

     

    C’è qualcuno che non ti saluta, quando vai in tivù?

     

    Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis Foto Moana Pozzi inedite di Gianfranco Salis

    «È successo, ma non mi vengono in mente dei personaggi. A volte accade nelle serate: qualche donna si è alzata e se ne è andata. A me fa incazzare. Fa venire in mente che lui l’ha convinta: dài, vieni, non è niente di... e poi non ha resistito: questo è troppo. Il mio spettacolo, l’hai visto com’è? Non c’è proprio nulla di pornografico. Poi, per me, non esiste differenza tra porno e erotismo. Non esiste. Aldo Busi dice che l’erotismo è un concetto borghese. «Io non faccio differenza. Io conosco il sesso: e conosco quello che mi eccita e quello che non mi eccita. E basta».

     

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