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    COSE MAI VISTE A MALTA: AUTOBOMBA CONTRO LA GIORNALISTA CHE RIVELÒ I ‘MALTAFILES’, DAPHNE CARUANA GALIZIA: MORTA CARBONIZZATA - METODI MAFIOSI CONTRO LA STAMPA LIBERA: 15 GIORNI FA LA DONNA AVEVA DENUNCIATO ALLA POLIZIA DI AVER RICEVUTO MINACCE DI MORTE - AVEVA SCOPERCHIATO IL SISTEMA DI EVASIONE DELL’ISOLA, DIVENTATA LA PANAMA D’EUROPA


     
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    1.VIDEO - LA MACCHINA BRUCIATA DI DAPHNE CARUANA GALIZIA

    https://www.timesofmalta.com/articles/view/20171016/local/car-goes-up-in-flames-in-bidnija.660575?utm_source=tom&utm_campaign=top5&utm_medium=widget

     

     

    2.DAPHNE CARUANA GALIZIA, LA BLOGGER DEI MALTAFILES, UCCISA NELL'ESPLOSIONE DELLA SUA AUTO A BIDNIJA

    daphne caruana galizia daphne caruana galizia

    Da www.repubblica.it

     

    La blogger Daphne Caruana Galizia è morta in circostanze ancora da accertare a Bidnija, nell'isola di Malta. Sarebbe rimasta vittima dell'esplosione di un'autobomba, avvenuta intorno alle 15. A saltare in aria una Peugeot 108. Galizia aveva fatto un'inchiesta sui MaltaFiles.  

     

    È avvenuto in una strada non molto distante dall'abitazione della giornalista. Quindici giorni fa aveva denunciato alla polizia di sentirsi minacciata.

     

    Il primo ministro di Malta, Joseph Muscat, ha detto che si è trattato di un "barbaro attacco" e che "non riposerò fino a che giustizia non sia stata fatta. Tutti sanno - ha proseguito - che Caruana Galizia mi ha criticato fortemente sia a livello politico che personale. Ma nessuna rivalità - ha concluso il premier maltese - giustifica una morte del genere".

     

     

    3.MALTA, IL PARADISO FISCALE DEGLI ITALIANI: COSÌ I MALTAFILES SVELANO CHI HA IL CONTO OFFSHORE

    Estratto dall’inchiesta di Vittorio Malagutti, Gloria Riva, Giovanni Tizian e Stefano Vergine per http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/05/19/news/malta-nuovo-paradiso-offshore-la-lista-degli-italiani-in-fuga-dal-fisco-1.302125?ref=RHPPLF-BL-I0-C8-P1-S1.8-T2

     

     

    l auto di daphne caruana galizia l auto di daphne caruana galizia

    Destinazione Svizzera? Macché. Lussemburgo? Nemmeno. È Malta la nuova terra promessa per chi fugge dalle tasse. L'Espresso, con un'inchiesta realizzata insieme al consorzio giornalistico Eic (European Investigative Collaborations), ha potuto consultare lo sterminato elenco degli italiani che hanno aperto una società nell'isola del Mediterraneo. Accanto agli imprenditori che hanno creato o trasferito attività reali, si è mosso anche un esercito di emigranti del fisco. Emigranti di lusso. Nella lista che sarà pubblicata da L'Espresso in edicola da domenica 21 maggio, ci sono politici, manager, industriali, finanzieri, gente di spettacolo e anche un gran numero di personaggi legati ai clan mafiosi.

     

    auto di daphne caruana galizia auto di daphne caruana galizia

    L'inchiesta è il frutto di tre mesi di lavoro per analizzare l’elenco completo di azionisti e amministratori delle società con base a Malta. Un’analisi esclusiva, perché la consultazione del registro pubblico maltese è di regola possibile, via internet, solo partendo dalle società iscritte. L’Espresso invece ha potuto esaminare una banca dati costruita sulle persone fisiche coinvolte nella proprietà o nella gestione delle aziende.

     

    Sono i Malta Files, quasi mezzo milione di nomi, che in alcuni casi ricorrono più volte, di una sessantina di nazionalità diverse.

     

    Si scopre così che l’Italia è di gran lunga il Paese straniero più rappresentato nel gigantesco file: quasi 8 mila società maltesi sono controllate da azionisti italiani. Molti di loro non sono mai sbarcati nel piccolo Stato e hanno utilizzato Malta solo per ridurre al minimo il conto delle tasse. Negli ultimi anni il governo di La Valletta ha steso un tappeto rosso agli investitori stranieri che creano società sull’isola.

     

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    A determinate condizioni, non troppo difficili da soddisfare, l’aliquota sui profitti d’impresa ufficialmente al 35 per cento può scendere fino al 5 per cento. Sono di fatto esentasse anche altre voci del conto economico, come gli interessi incassati sui prestiti o le royalty maturate grazie a brevetti o marchi. Navigano liberi (o quasi) dal Fisco anche gli yacht di ricchi stranieri che li hanno intestati a società maltesi.

     

    Per dare un taglio alle imposte basta quindi trasferire reddito dalla società con base in Italia (dove l’imposta viaggia al 24 per cento) a quella registrata a Malta, che non è inserita nella black list dei paradisi fiscali. Anzi, fa parte a tutti gli effetti dell'Unione Europea e nel 2008 ha anche adottato l'euro. Non è un caso allora se le ditte iscritte al registro pubblico crescono al ritmo di 4-5 mila l’anno. E alla fine del 2016 il conto totale aveva superato quota 70 mila.

     

    daphne caruna galizia daphne caruna galizia

    «Malta è diventata la Panama d’Europa», ha protestato lo scorso 10 maggio Norman Walter-Borjans, il ministro delle Finanze del land tedesco Nord Reno Westfalia. Più in concreto, un dossier diffuso nel gennaio scorso dal gruppo dei Verdi al Parlamento europeo calcola in circa 4 miliardi di euro l’anno il gettito fiscale che viene sottratto da Malta agli altri Paesi. «Non siamo uno Stato offshore», ribatte il governo di La Valletta. Ma Bruxelles, dopo anni di colpevole disattenzione, adesso sembra pronta a muoversi.

     

     

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