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    DAI MAGLIONCINI ALLA MANICA - ATLANTIA DEI BENETTON CON 1,05 MILIARDI SI PRENDE IL 15,5% DELL'EUROTUNNEL, IL 'SOTTOPASSAGGIO' TRA FRANCIA E REGNO UNITO CHE DOPO AVER BRUCIATO MILIARDI DI EURO FINALMENTE PRODUCE UTILI - AI BENETTON PIACE VINCERE FACILE CON LE CONCESSIONI PUBBLICHE: AUTOSTRADE, AEROPORTI, ORA IL TUNNEL. CHE RESTERÀ IN MANO PRIVATA PER ALTRI 70 ANNI


     
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    1. ATLANTIA DIVENTA PRIMO SOCIO DI EUROTUNNEL - IL GRUPPO RILEVA IL 15,49% DELLE AZIONI E IL 26,6% DEI DIRITTI DI VOTO DELL' INFRASTRUTTURA SOTTO LA MANICA

    Laura Galvagni per ''Il Sole 24 Ore''

     

    fratelli benetton fratelli benetton

    Atlantia punta un miliardo sull' Eurotunnel. Con una mossa a sorpresa, in piena battaglia d' Opas per la conquista di Abertis, il gruppo guidato da Giovanni Castellucci ha acquistato da Goldman Sachs, già partner della famiglia Benetton in Sintonia (la holding che un tempo controllava il gruppo infrastrutturale italiano), il 15,49% della società che gestisce la galleria sotto la Manica.

     

    Una quota rilevante che proietta la compagnia direttamente al vertice della compagine azionaria dell' azienda francese. Peraltro, quel pacchetto di azioni vale il 26,66% dei diritti di voto. Castellucci, però, nel corso della conference call di presentazione dei risultati 2017, ha chiarito subito due aspetti chiave della maxi operazione: si tratta di un investimento finanziario, seppure di lungo termine, e non andrà a impattare in alcun modo sull' altro dossier caldo sul tavolo, ossia Abertis.

     

    In quanto investimento finanziario, Atlantia - ieri in calo dell' 1,4% a Piazza affari - ha già espresso pieno supporto all' attuale management e ha aggiunto che il primo obiettivo è quello di garantire la stabilità di Eurotunnel. Sulla possibilità che la holding chieda un rappresentante nel board, Castellucci ha aggiunto: « È naturale che l' azionista che ha più investito abbia un rappresentante». L' ingresso della società italiana, peraltro, è stato accolto con toni entusiastici dal vertice di Getlink: «È una notizia fantastica», ha commentato il ceo Jacques Gounon che ha definito l' arrivo di «uno dei maggiori player infrastrutturali al mondo» come «un' occasione di sviluppo» per la società che collega la Gran Bretagna all' Europa Continentale.

    eurotunnel eurotunnel

     

    Atlantia, assistita da Nomura, ha pagato complessivamente 1,056 miliardi per diventare il primo socio di Eurotunnel, 12,40 euro per azione, poco più del 18% di quanto quotava Getlink alla vigilia. Un prezzo giudicato equo dal mercato rimasto tuttavia per certi aspetti spiazzato dall' affondo del gruppo italiano che evidentemente non teme alcun impatto da Brexit. Anzi, il management ha spiegato che il fatto che gli aeroporti inglesi siano fortemente congestionati non potrà che avere effetti benefici sul traffico sotto la Manica, a prescindere dal destino della Gran Bretagna e dai suoi rapporti con l' Unione. Il traffico, tra l' altro, è già risultato in ascesa negli ultimi anni e ha così contribuito al risanamento di Eurotunnel.

     

    La società, che pure ha vissuto fasi critiche, oggi ha una marginalità del 50%, in altre parole il margine operativo lordo corrisponde più o meno alla metà dei ricavi che nel 2017 hanno raggiunto quota 1,033 miliardi. L' utile, invece, è stato di poco superiore ai 100 milioni complice il forte impatto degli oneri finanziari. Ciò che ancora pesa sui conti dell' azienda è infatti il forte indebitamento netto pari a 3,7 miliardi ossia, circa sette volte l' ebitda.

     

    eurotunnel lilla londra eurotunnel lilla londra

    La natura stessa del business, fortemente regolamentato e con un' elevata marginalità, rende però l' asset compatibile con la strategia industriale della holding italiana. Castellucci, non a caso, ha voluto precisare che questo investimento non significa in alcun modo che Atlantia voglia crescere nel settore ferroviario. Tutt' altro, Getlink viene percepita come un' attività coerente con autostrade ed aeroporti. Non foss' altro perché la concessione, della durata originaria di quasi cent' anni, ha una scadenza superiore ai settant' anni.

     

    Quanto al fatto che l' impegno finanziario è notevole e per questo potrebbe togliere risorse all' azienda in vista dello scontro per Abertis, nuovamente il ceo ha tenuto a precisare che nulla è cambiato e che i due dossier possono procedere parallelamente. «Non abbiamo bisogno di vendere minorities di Aspi e Adr» per finanziare l' eventuale acquisizione del gruppo iberico, ha poi aggiunto il manager confermando che l' eventuale operazione aumenterebbe del 30% il dividendo di Atlantia, oltre al +10% già previsto in sede ordinaria.

    eurotunnel bus eurotunnel bus

     

     

    Ieri, peraltro, la compagnia ha approvato anche il bilancio 2017 chiuso con un utile di 1.172 milioni (+4%) e un margine operativo lordo (ebitda) di 3.664 milioni (+8%).

    A fronte di ciò il cda proporrà all' assemblea di distribuire una cedola di 1,22 euro per azione (+26%).

     

     

    2. RISANATI I CONTI DELLA GALLERIA ORA LONDRA PENSA AL PONTE

    Riccardo Barlaam per ''Il Sole 24 Ore''

     

    «È ridicolo. Ci sono due paesi tra le più grandi economie mondiali legati da una sola ferrovia». Gli inglesi lo hanno già ribattezzato Boris Bridge. L' idea di costruire un Ponte sulla Manica lanciata dal ministro degli Esteri britannico Boris Johnson il 18 gennaio scorso, durante l' ultimo vertice bilaterale anglo-francese. Al summit con Emmanuel Macron, tra le altre cose, è stato deciso di creare un panel di esperti dei due paesi per studiare insieme un eventuale progetto.

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    Nel suo punto più stretto la Manica misura una ventina di miglia, un po' più di 32 chilometri. Un precedente c' è già: i cinesi in quattro anni hanno realizzato un ponte di 41,5 chilometri, nella Baia di Tsingtoo, il più lungo del mondo.

     

    Qualche ora prima del vertice con i francesi, il ministro degli Esteri di Sua Maestà in un tweet aveva spiegato: «Ci sono tante cose importanti che faremo oggi, ma io sono particolarmente contento della decisione di creare un team di esperti per studiare un grande progetto. Il nostro successo economico dipende dalle buone infrastrutture e dalle buone connessioni. Il tunnel della Manica potrebbe essere solo il primo passo».

     

    A breve giro di posta, senza far cadere l' intenzione, il ceo di Eurotunnel, Jacques Gounon, ha scritto una lettera al primo ministro Theresa May. La società che gestisce il tunnel sotto il Canale della Manica, ormai ribattezzata Getlink, ha preso molto seriamente la proposta del Boris Bridge. «L' idea di una seconda linea fissa che colleghi la Gran Bretagna alla Francia - scrive Gounon alla premier May - è qualcosa che noi esaminiamo regolarmente nei nostri progetti a lungo termine, siamo aperti al dialogo con le autorità per esplorare questa eventualità» .

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    Eurotunnel è il primo interessato alla realizzazione di un secondo collegamento permanente lungo il Canale d' Inghilterra e ne detiene anche i diritti: la creazione di un futuro secondo link tra i due paesi, infatti, è inclusa nei termini del Trattato di Canterbury e nell' Accordo di concessione siglato nel 1986 tra Londra e Parigi dal quale si è partiti per la realizzazione del tunnel ferroviario.

     

    Curioso che la Gran Bretagna della Brexit, mentre con una mano negozia per lasciare l' Unione europea, con l' altra cerca nello stesso momento di riaprire delle possibili, eventuali, vie per non restare davvero isolata. E lo fa proprio con quell' Europa - geografica ed economica e non più politica - da cui vuol prendere le distanze. Alla luce di questa possibilità l' operazione conclusa ieri da Atlantia per entrare in Getlink assume un significato diverso da quello di un semplice, seppur promettente, «investimento finanziario».

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    Il treno di Eurotunnel ora corre. L' ingegner Gounon, 64 anni, è l' uomo che ha fatto ripartire la società quando era sull' orlo del fallimento travolta da debiti per 9 miliardi di euro, al termine di un complesso turnaround l' ha riportata in attivo. Il tunnel sotto la Manica, dopo numerose false partenze, fu aperto nel 1994: la galleria di circa 39 chilometri, la più lunga del mondo sottomarina, è costata circa 14 miliardi di euro.

     

    Dopo anni difficili - insuccesso commerciale causato da previsioni troppo ottimistiche sul traffico passeggeri e merci da tariffe troppe alte - il primo utile operativo fu annunciato da Gounon proprio nel 2007. Dieci anni dopo, nel 2017 Getlink capitalizza 6,4 miliardi, ha aumentato il fatturato del 4%, a 1,003 miliardi di euro: si tratta dell' ottavo esercizion di crescita consecutiva per la società anglofrancese che gestisce il collegamento sottomarino. In Borsa ieri le azioni Getlink hanno avuto un balzo del l' 11,5%.

    GIOVANNI CASTELLUCCI GIOVANNI CASTELLUCCI

     

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