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    TUTTI CONTRO DI MEF - DOPO L’AUDIO DI ROCCO CASALINO, IL MINISTRO TRIA ESPRIME “PIENA FIDUCIA” AI DIRIGENTI E AI TECNICI DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA - L'ATTACCO AL MINISTERO SUONA COME UN'INTIMIDAZIONE IN VISTA DELLA FASE DI DISCUSSIONE PARLAMENTARE, QUANDO IL RAGIONIERE DELLO STATO DANIELE FRANCO POTRÀ NEGARE LA “BOLLINATURA” DELLA MANOVRA E DIRE NO A QUEGLI EMENDAMENTI CHE PREVEDONO AGGRAVI DI SPESA


     
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    rocco casalino punturine rocco casalino punturine

    Nicola Lillo per “la Stampa”

     

    L' attacco organizzato dal Movimento 5 Stelle verso dirigenti e tecnici del ministero dell' Economia si è fatto sentire. Tanto che il ministro Giovanni Tria per la prima volta ha preso posizione pubblicamente, esprimendo «piena fiducia» ai suoi uomini e «apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo». Le dure parole del portavoce del premier Rocco Casalino sono state l' ultimo episodio di una guerriglia sotterranea che va avanti da settimane.

     

    giovanni tria giovanni tria

    Nel mirino dei Cinque Stelle ci sono gli uffici a diretta collaborazione del ministro e soprattutto il Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco, l'uomo che ha la responsabilità sul bilancio e che vigila su tutte le spese, e il capo di gabinetto Roberto Garofoli, già al centro di uno scontro a luglio quando i grillini volevano tagliarlo fuori.

     

    Il punto di attrito oggi riguarda la presentazione della nota di aggiornamento al Def, atteso per giovedì. Ma nel palazzone di via XX Settembre mettono in chiaro che ora come ora «l'attribuzione di risorse a determinate voci di bilancio piuttosto che ad altre non spetta alle strutture tecniche del ministero dell' Economia perché è una scelta politica», così come «il reperimento delle coperture finanziarie».

     

    DANIELE FRANCO DANIELE FRANCO

    Un messaggio chiarissimo e quanto mai ovvio, ma l'attacco al ministero appare soprattutto un' intimidazione per la fase di discussione parlamentare in autunno inoltrato, quando il Ragioniere dello Stato avrà il potere di negare la «bollinatura» della manovra e dire no a quegli emendamenti - magari approvati in piena notte - che prevedono aggravi di spesa rispetto a quanto previsto dallo stesso provvedimento. «Ci attaccano perché non vogliono i guardiani durante la discussione parlamentare di Bilancio», ragiona una fonte del Mef.

     

    Il guardiano di fatto è Franco, tra i principali esperti di finanza pubblica, cresciuto in Banca d' Italia dove è entrato a 27 anni e dove è stato molto apprezzato da Mario Draghi.

    Chi conosce il Ragioniere dello Stato sostiene che il 65enne della provincia di Belluno, amante della montagna e della musica classica, sia sereno e pronto eventualmente a tornare in Banca d' Italia. Chi prende possesso della stanza del Ragioniere generale dello Stato d' altronde sa bene che le tensioni con la politica nascono in fretta.

    MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

     

    Oggi sono i Cinque Stelle a voler fare piazza pulita dentro al Mef, mentre Tria è costretto da un lato a tenere la barra dritta sul deficit per non sforare i patti europei e dell' altro difendere la sua struttura. In prima fila in questa battaglia contro la «tecnostruttura» - come la chiamano i grillini - c' è Laura Castelli, la sottosegretaria vicinissima al vicepremier Luigi di Maio. Avrebbe rapporti tesissimi con Tria, raccontano, e al ministero sarebbe piuttosto isolata, motivo per cui i Cinque Stelle puntano a far nominare nuovi dirigenti per cercare utili sponde. «Tria non rappresenta nessuno, noi i voti ce li siamo presi», è il ragionamento dei Cinque Stelle che continuano la loro personale battaglia.

    LAURA CASTELLI LAURA CASTELLI

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