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    DOPO LA BOMBA SULL’AIRBUS, PUTIN NON SI FIDA DELLA SICUREZZA DEL CAIRO E ORDINA CHE TUTTI I 60 MILA RUSSI ORA IN EGITTO SIANO RIPORTATI A CASA - PER I SERVIZI SEGRETI, I JIHADISTI STANNO PREPARANDO UN ALTRO ATTENTATO - CONTROLLI A TAPPETO NEGLI AEROPORTI


     
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    Nicola Lombardozzi per “la Repubblica”

     

    PUTIN PUTIN

    Bomba non bomba, nuove notizie "top secret" arrivate al Cremlino hanno fatto crollare ieri mattina ogni fiducia sulla sicurezza egiziana. Per questo Vladimir Putin ha ordinato la sospensione immediata dei voli passeggeri russi su tutto il Paese nordafricano. E non soltanto sul poco sicuro aeroporto di Sharm el Sheikh da dove sabato scorso è partito l' Airbus russo esploso in volo con 224 passeggeri.

     

    Ma c' è di più. Brandelli di notizie, strappate al telefono a un riluttante premier britannico David Cameron, fanno adesso temere a Putin che tutti i 60mila russi in vacanza in Egitto siano intrappolati in una zona dove si starebbe preparando un altro grosso attentato contro di loro. «Facciamoli tornare subito a casa», ha ordinato il Presidente.

     

    vignette charlie hebdo sul disastro aereo russo nel sinai vignette charlie hebdo sul disastro aereo russo nel sinai

    Non sarà facile. I russi sono sparsi tra i resort del Mar Rosso, il Cairo, Luxor e una miriade di altri centri turistici. Una speciale commissione dovrà coordinare il rimpatrio con aerei cargo civili e militari. Ma il caos è grande. Ieri la flotta di 29 aerei inviati da Londra a recuperare gli oltre 20mila britannici, rimasti a terra dopo il blocco ai voli della compagnia Easy Jet su Sharm el Sheikh, è stata costretta in gran parte a tornare indietro . «Non possiamo reggere più di 8 voli al giorno con i nuovi controlli» , hanno detto a Sharm, ammettendo che finora tutto era stato fatto in maniera approssimativa.

     

    Ma il problema non è più soltanto Sharm el Sheikh. Ieri, sia l' Alitalia che la Klm, seguite a ruota da altre compagnie hanno deciso di intensificare i controlli all' aeroporto del Cairo. Sospeso il carico di merci, respinti tutti i bagagli che non viaggino al seguito del proprietario. Gli Usa da parte loro hanno annunciato maggiori controlli in diversi scali della regione.

     

    vignette charlie hebdo sul disastro aereo russo nel sinai vignette charlie hebdo sul disastro aereo russo nel sinai

    Tutto sembra frutto delle comunicazioni, più o meno riservate, girate dalle intelligence inglese e americane: i servizi segreti occidentali avrebbero infatti intercettato delle comunicazioni tra sospetti militanti del Califfato ed esponenti di un servizio segreto straniero.

     

    Una discussione, pare, sulla collocazione di una bomba nel vano bagagli dell' aereo russo esploso, da parte di un addetto ai servizi cargo. «Non ho una prova certa di un attentato - avrebbe spiegato Cameron a Putin - ma quanto basta per essere molto preoccupato». A quale Paese apparteneva l' agente dei servizi segreti che confabulava con i terroristi? Non si esclude che possa essere egiziano.

     

    Di certo adesso il Paese più vicino a Mosca nell' area mediorientale non viene più considerato sicuro. Anche lo stesso Presidente Al Sisi, che ha appoggiato le operazioni militari russe in Siria, vive sotto la minaccia costante del terrorismo islamico e esperti israeliani temono che possano esserci falle nel sistema di sicurezza che lo circonda.

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    Il Cremlino indaga ma non si fida.

     

    La ritrosia anglo-americana nell' entrare nei particolari con i russi è spiegata a Mosca con il desiderio di non svelare il complesso sistema di intercettazioni occidentale diventato ancora più scottante dopo il caso Snowden.

    Ma quello che Cameron ha confidato a Putin è bastato per far cambiare completamente l' atteggiamento del Presidente russo. «Le nostre decisioni non significano che l' attentato sia stato accertato, è solo una precauzione», ha dichiarato in tv il portavoce di Putin, Peskov.

     

    Il clima comunque è pesante. Ieri 8 dei 9 voli in partenza dalla Russia per il Cairo sono stati cancellati quando molti passeggeri avevano già fatto il check-in. Solo quello Aeroflot da Mosca è partito, vuoto, per andare a raccogliere una prima piccolissima ondata di russi di rientro. C' è ovviamente anche un problema legale. Molti non vogliono tornare e sarà necessario convincerli con un decreto di evacuazione. E i tour operator calcolano già che rimborsare la quasi totalità delle vacanze comporterebbe la bancarotta.

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    E da più parti si pensa che presto Putin possa parlare alla nazione per spiegare cosa sta succedendo. Dovrebbe, dicono, rilanciare la lotta al terrorismo, con un' ulteriore escalation dei raid aerei sulla Siria. Secondo il giornale saudita stampato a Londra, as-Sharq al Awsat, la Russia avrebbe già concordato un piano in 9 punti sul futuro di Damasco.

     

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    Avrebbe concesso la non eleggibilità di Assad, lasciando però aperto il campo «ad altre personalità della famiglia o dell' attuale regime». Ma avrebbe soprattutto ribadito il «mantenimento della presenza militare russa per l' attuazione del piano di pace ». Un accordo che il Cremlino si rifiuta di commentare ma che la attuale situazione di solidarietà davanti al nemico comune del terrorismo islamico potrebbe facilitare.

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