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    “DOVE SEI MAGICO BATTITO?” - UN PADRE TAPPEZZA LIVORNO DI STRISCIONI: “DITEMI CHI HA IL CUORE DI MIO FIGLIO” - CHRISTIAN NEL 1998 MORI’ A 17 ANNI E I SUOI ORGANI VENNERO DONATI – IL BABBO: “PURTROPPO 20 ANNI FA SONO MORTO ANCHE IO. VORREI SENTIRLO ANCORA UNA VOLTA”


     
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    MARIO BARTOLI STRISCIONE PER IL FIGLIO MARIO BARTOLI STRISCIONE PER IL FIGLIO

    Paolo Biagioni per www.quotidiano.net

     

    «NON avrei mai immaginato che, da quella sera sconvolgente, sarebbe nata una storia così unica». Mario Bartoli ha 61 anni, suo figlio Christian è morto il 19 gennaio del 1998. Ne aveva 17, fu un aneurisma, spietato, a non lasciargli scampo. Una normalissima uscita con gli amici si trasformò in un vortice di lacrime e dolore. Prima l’arrivo a casa, poi la corsa in ospedale. Tutto vano.

     

    L’energia di quel ragazzino, con un’anima unica e un cuore speciale, si interruppe all’improvviso. Ed è proprio quel ‘magico battito’ che, ora, passato tanto tempo, Mario vuole ritrovare. Dopo la morte infatti vennero donati gli organi, sette vite salvate grazie a Christian che, troppo presto, aveva chiuso gli occhi per sempre. «Un angelo è volato in cielo – dissero i medici – ma ha voluto fare un grande regalo, donando la vita».

     

    Venerdì scorso, il giorno in cui ricorreva l’anniversario della scomparsa, Mario ha appeso quattro striscioni in giro per Livorno, scrivendo «Dove sei magico battito? 1998-2018». Un messaggio chiaro, ricolmo di speranza. Denso di affetto ma avvolto in un dolore incolmabile. Mario vorrebbe incontrare la persona a cui, quel 19 gennaio di venti anni fa, venne trapiantato il cuore di suo figlio.

     

    MARIO BARTOLI STRISCIONE PER IL FIGLIO MARIO BARTOLI STRISCIONE PER IL FIGLIO

    Avrebbe voglia di spiegargli l’ondata d’amore che è nata negli anni successivi, dell’arrivo di Kyra, un dolcissimo pastore tedesco insieme al quale in suo nome Mario svolge un’infinità di azioni straordinarie, e vorrebbe renderlo partecipe del sostegno di tutta Italia che segue questa storia a tinte dolorose, trasformatasi anno dopo anno in uno speciale inno all’amore. Che ricordo ha di quel tragico 19 gennaio 1998? «L’arrivo di Christian accompagnato a casa dagli amici, la perdita di sensi. Poi la speranza, il dramma. E la fine. La vita di prima non c’è più, vent’anni fa sono morto anch’io. Ma il cuore di Christian oggi batte ancora, parlare alla persona a cui è stato trapiantato, mettendogli una mano sul petto, sarebbe come parlare a lui.

     

    Sarebbe come raccontare a Christian tutto l’amore che è nato dopo la sua scomparsa». Perché lo cerca dopo tutto questo tempo? «Avrei potuto farlo poco dopo la scomparsa, ma credevo che fosse stato trapiantato a un bambino. Non volevo piombare nella vita di un ragazzino all’improvviso e non sarebbe stato speciale come adesso, dopo tutto quello che è successo, dopo la storia che è nata. Poi, l’estate scorsa, guardando un video americano di un uomo che aveva pedalato per chilometri cercando il cuore della figlia, mi si è scattato dentro qualcosa».

     

    Cos’ha fatto per capire a chi è stato trapiantato il cuore di Christian? «Ho scritto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, mi hanno dato solo alcune informazioni base, quelle che possono fornire: è un uomo, oggi ha 71 anni ed è in buona salute. Non so altro».

    MARIO BARTOLI STRISCIONE PER IL FIGLIO MARIO BARTOLI STRISCIONE PER IL FIGLIO

     

    Il suo gesto ha fatto il giro di web e tv. «

    Affetto e messaggi mi arrivano da tutta Italia, è straordinario. Il dolore si è trasformato in qualcosa di inspiegabile. E da quando è arrivata Kyra ancora di più. Insieme facciamo volontariato, siamo stati a L’Aquila, abbiamo donato un pullmino. Tutto nel nome di Christian, del suo amore e delle sette vite che ha salvato. Tutti, adesso, conoscono la storia». Dal primo appello lanciato sono passati alcuni mesi.

     

    Cosa farà se non troverà questa persona? «Se non si avvererà questo desiderio, ringrazierò comunque il cielo per questi 20 anni di storie d’amore straordinarie. Il ‘magico battito’ l’ho sentito tutte le volte che, alzando gli occhi al cielo, mandavo un bacio a Christian per rigraziarlo dell’aiuto e della forza che mi ha donato».

     

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