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    E VI LAMENTATE DI FACEBOOK! - LA CINA PREPARA LA “DITTATURA A PUNTI”: ENTRO IL 2020 IL PARTITO DARÀ A OGNI CITTADINO UN “CREDITO SOCIALE”, CHE MISURA AFFIDABILITA’ E RETTITUDINE (CHI SI COMPORTA BENE AVRÀ DEI BENEFIT MA CHI SGARRA…) - GLI OCCHI DEL REGIME SARANNO OVUNQUE: ENTRO LA FINE DEL DECENNIO LA CINA AVRÀ PIÙ DI 400 MILIONI DI TELECAMERE NELLE SUE CITTÀ, 700MILA SOLO A PECHINO


     
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    Costanza Cavalli per “Libero Quotidiano”

     

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    Mao Tse Tung ci è andato vicino, ma oggi sappiamo che per raggiungere il controllo assoluto di un miliardo e mezzo di persone disseminate in un territorio sterminato gli è mancata la tecnologia. Che però adesso c' è e il governo di Xi Jinping sembra intenzionato a utilizzarla senza scrupoli. Entro la fine del 2020, la Cina intende assegnare a ciascuno dei suoi 1,3 miliardi di cittadini un punteggio di «credito sociale» che misura affidabilità e rettitudine.

    Ogni aspetto della vita di un individuo, dalle prospettive di carriera alla velocità della connessione internet, dipenderà da questo singolo numero. Il progetto è già sperimentale in varie città.

     

    Si inizia con un tesoretto di punti, come per la patente, ne guadagni pagando i debiti in tempo, facendo acquisti responsabili o buone azioni (donare sangue, prendere mezzi pubblici). Se superi i 500, puoi ottenere uno sconto sulla banda larga, un visto per l'Europa (ce ne vogliono 750) o un drive test gratis per l'ultimo modello della Ford.

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    Se perdi punti, spendendo soldi in lussi frivoli (alcolici, giochi per computer) o passando il tempo con persone politicamente sospette, le punizioni entreranno in azione. Qualunque sia il tuo misfatto, ed è possibile che tu non sappia mai esattamente di che cosa si tratta (hai pagato la bolletta in ritardo? hai attraversato col rosso?), improvvisamente avrai la carta di credito bloccata, non potrai prendere aerei, quando ti chiameranno al cellulare una voce sintetizzata ti identificherà come «persona screditata». Già milioni di cinesi vivono così, in una fase che Pechino ha definito «costruzione della sincerità».

     

    VIDEOSORVEGLIANZA

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    Entro la fine del decennio si prevede che la Cina avrà più di 400 milioni di telecamere nelle sue città, 700mila di queste solo nella capitale (dove è già stata raggiunta la copertura totale della città). Nello Xinjiang, dove le autorità stanno lottando per reprimere il movimento separatista islamico uiguro, la polizia fa regolarmente controlli dell' iride e body scanner, ha raccolto campioni di Dna e di sangue da ogni cittadino di età compresa tra 12 e 65 anni, e i veicoli sono stati sequestrati per essere dotati di dispositivi di localizzazione satellitare.

     

    Le forze dell'ordine indossano occhiali con realtà aumentata (dispositivi che arricchiscono il campo visivo dell' utente con informazioni e dati, mediante uno schermo posizionato sopra l'occhio) per il riconoscimento facciale, che li aiuta a identificare i criminali. A gennaio hanno sperimentato videocamere con un sistema di allerta automatico che scatta se un «individuo di interesse» si allontana più di 300 metri da casa sua o dal luogo di lavoro.

     

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    È un «matrimonio di archivi e manganello», ha commentato lo scrittore americano Adam Greenfield. Nella tradizione cinese l' idea di mettere in armonia le differenze pervade ogni ambito, dalla natura fino agli uomini e ai governi: «Il sovrano si propone l' armonia, non l' uniformità», dice Confucio.

     

    Ma anche il regime ha cara la sua tradizione, cioè di dedicarsi all' uniformità e tralasciare le differenze. Il «credito sociale» non è solo uno strumento per sopprimere il dissenso, è un codice per meccanizzare le persone. Il cuore del progetto è un insieme di algoritmi che prendono informazioni da centinaia di database per creare un profilo di ogni individuo nel Paese. L' idea non è solo sapere dove sono e che cosa fanno; ma prevedere dove andranno e che cosa faranno.

     

    LA GENTE CI STA

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    Nello Xinjiang, le autorità hanno già iniziato ad arrestare i sospetti criminali sulla base delle previsioni degli algoritmi sul loro comportamento. La Cina punta a essere la prima potenza di intelligenza artificiale al mondo entro il 2030; nel 2017, ha speso 197 miliardi per la sicurezza interna e sono stati registrati 530 brevetti relativi alla videosorveglianza. I cittadini, come nella più riuscita delle dittature, stanno al gioco: dal lancio del programma, più di 100mila persone si sono vantate dei propri risultati sul web, mentre chi ha perso punti tace.

     

    Proprio ciò che lo scrittore inglese Aldous Huxley oracolava: «Ci sarà () un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi; un campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private delle loro libertà, ma ne saranno felici, in quanto verranno sviati dalla volontà di ribellarsi per mezzo della propaganda». E per i cinesi, la terapia farmacologica sembra prescrivere una gran brutta supposta.

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