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    “NON C’E’ ALCUNA PROLIFERAZIONE DEGLI STUPRI” - FILIPPO FACCI: “IN ITALIA CI SONO MENO VIOLENZE SESSUALI CHE NEL RESTO D'EUROPA. LE IMPENNATE DI CLAMORE PORTANO A GENERALIZZAZIONI INTOLLERABILI E A LETTURE DEI DATI DUBBIE: GLI STUPRI SONO IN CALO - LA SVEZIA VANTA QUASI 12MILA DENUNCE, IL TRIPLO DELL'ITALIA”


     
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    Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

     

    filippo facci l alpinista 3 filippo facci l alpinista 3

    Homepage di Repubblica, ieri: turista belga denuncia tentato stupro a opera di un israeliano, a Roma. È un miglioramento. La homepage di Repubblica, il 1° settembre, di stupri ne strillava quattro: uno in Salento, uno a Rimini (non quello: un altro) e poi uno a Bologna e un altro a Milano, quello ai danni di un' ottantenne.

     

    Questo non dimostrava una proliferazione di stupri, ma solo l' attenzione a singhiozzo che i giornali vi dedicano. Gli stupri sono così tanti e frequenti che in qualsiasi momento i giornali possono montare campagne: anche se gli stupri fossero in calo - e sono in calo - e anche se in Italia ve ne fossero meno che nel resto d' Europa - e pare che siano di meno.

    STUPRO STUPRO

     

    Le campagne antistupro ovviamente bisogna farle lo stesso, ma la cosa insopportabile è che le impennate di clamore portano a generalizzazioni intollerabili e a letture dei dati quantomeno dubbie. Il presunto stupro di Firenze (quello dei carabinieri) e il certissimo stupro di Rimini (quello dei maghrebini) sono diventati un derby pro o contro immigrati.

     

    In un caso c'erano due carabinieri che si credevano Starsky e Hutch e che al momento buono hanno probabilmente spinto sull' acceleratore (gli costerà la divisa, giustamente) con due ragazze un po' brille che sono salite in auto con loro, gli hanno dato i numeri di telefono e mezz'ora dopo lo stupro ne parlavano in chat con le amiche: anche senza dare nessun giudizio di merito, senza minimizzare o banalizzare nulla, si vorrà ben ammettere che il caso è diverso da quello di un plotone di belve che a Rimini ha progettato un raid per stuprare, brutalizzare, terrorizzare e infettare.

     

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    No, gli stupri non sono tutti uguali, neanche dal punto di vista delle vittime: e sono proprio i dati a dimostrarlo, gli stessi dati che farebbero facilmente concludere che l'Italia (degli stupri) sia in realtà un' isola felice.

     

    Martedì, per esempio, "Porta a porta" ha presentato un box in cui elencava «Le violenze sessuali in Europa» e che vedeva l'Italia all' ultimo posto (4.000 denunce) dopo Spagna (8.640) e Francia (19.985) e Germania (29.243) e Regno Unito (35.244). I dati ovviamente vanno rapportati al numero di abitanti, ma nella sostanza confermano tutti i sondaggi degli ultimi anni, ergo vi è da pensare siano corretti.

    STUPRO PRATI STUPRO PRATI

     

    Gli stessi dati Eurostat del 2015, visti in forma più estesa, confermano il trend ma lasciano sbigottiti: nei Paesi europei ritenuti più socialmente evoluti, quelli nel Nord, vediamo che la Svezia vanta quasi 12mila denunce per violenza sessuale (il triplo dell' Italia) anche se ha solo 9,9 milioni di abitanti: fatti i debiti rapporti, significherebbe che in Svezia stuprano 18 volte più che in Italia.

     

    Per contro, in Ungheria - nonostante abbia più o meno gli stessi abitanti della Svezia - le denunce sono state solo 241, 40 volte meno, ma basta varcare il confine con l' Austria e le denunce tornano a moltiplicarsi per dieci (2.349) anche se ha meno abitanti (8,7 milioni). Se ne deduce che, forse, i numeri degli stupri e delle denunce per stupri non collimino.

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    Non solo: bisogna anche vedere che cosa si intende per stupro, visto che, già noi, fatichiamo a "distinguere" tra i casi di Firenze e di Rimini.

     

    Un po' più serio, ma pure ambiguo, parrebbe il rapporto diffuso nel 2016 da un' agenzia Onu dal nome lunghissimo ("United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women") secondo il quale in Italia ci sono quasi 11 stupri al giorno, 4mila ogni anno e oltre un milione di donne colpite nel corso della vita. Questa è l' Italia. Ma l' Europa? I numeri sono agghiaccianti, ma almeno c' è una differenziazione tra violenze.

    STUPRO RIMINI STUPRO RIMINI

     

    Spagna: il 13% delle donne tra i 18 e i 74 anni ha subito almeno una violenza sessuale da parte del partner nella propria vita, percentuale che sale al 26% in Francia, al 22% in Germania e addirittura al 29% in Gran Bretagna, mentre in Italia è al 19%. Quanto alle violenze sessuali compiute da un non-partner (almeno una nella vita) in Italia è del 5%, in Gran Bretagna e Germania del 7%, in Francia del 9% mentre in Spagna del 3%.

     

    Il rapporto Onu si basa su un' ampia ricerca del 2012 basata su 42mila testimonianze. Guardando alle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale sin dai 15 anni, Francia e Gran Bretagna sono al 44% (11% in più della media europea) prima della Germania con il 35%. Ultime: Italia (27%) e Spagna (22%), sotto la media.

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    Ma anche qui qualche dato lascia perplessi. Il rapporto dice che nel Regno Unito il 68% delle donne ha subito molestie sessuali: possibile? Quasi tre donne su 4? In Italia, invece, la percentuale di donne tra i 16 e i 70 anni che è stata vittima di violenze sessuali risulta al 21%, mentre il 5% ha subito uno stupro o un tentato stupro in vita propria.

     

    Un' altra fonte ("Rape Crisis England & Wales") spiega che nel 2013 anche 12mila uomini hanno subito uno stupro, ma a dirla giusta, forse, è il rapporto "An Overview of Sexual Offending in England and Wales" prodotto dal ministero della Giustizia britannico: l' aumento dei casi registrati, probabilmente, riflette una maggiore consapevolezza nelle vittime circa la necessità di denunciare le violenze. O gli stupri. O il sessismo.

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    Le differenze ci sono, eccome. Nei Paesi del Nord Europa, per far partire una denuncia basta niente; in altre nazioni, qualche volta, non basta neppure uno stupro. A ogni modo, la buona notizia è che l' Italia è sempre e comunque agli ultimi posti nella classifica degli stupri e delle violenze sessuali in generale. La cattiva notizia è che manca una classifica delle nazioni che tendono, certi reati, a non denunciarli.

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