• Dagospia

    FONDO PER TANGENTI AUTORIZZATO DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: LA DENUNCIA DELLA MAGISTRATURA – PER GLI APPALTI AUROSTRADALI IN SICILIA FINISCE AI DOMICILIARI DUCCIO ASTALDI, PRESIDENTE DI CONDOTTE – RETATA DI FUNZIONARI


     
    Guarda la fotogallery

     

    Gianluca Rossellini per www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it

     

    Un legame malato tra politica, dirigenti del consorzio autostrade e aziende per ottenere lavori in cambio di tangenti. E’ quanto è emerso da un’inchiesta della polizia che oggi ha arrestato 11 persone per abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e corruzione. Dalle indagini della Procura di Messina sono emerse presunte irregolarità nella gara di affidamento dei lavori di realizzazione di tre lotti dell’autostrada Siracusa-Gela.

     

    Duccio Astaldi Duccio Astaldi

    Ai domiciliari sono finiti Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione della Condotte spa, impresa italiana leader nel settore delle costruzioni, il presidente del consiglio di amministrazione della Cosige Scarl Antonio D’Andrea, l’ex capo della segretaria tecnica dell’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, Stefano Polizzotto, e il funzionario del Consorzio Autostrade Siciliano Gaspare Sceusa. Il carcere invece è stato disposto per il finanziere Nicola Armonium e per Antonino Gazzarra, vicepresidente del Cas.

     

    L’AGGIUDICAZIONE DELLA GARA

    Le opere vennero aggiudicate al raggruppamento temporaneo di imprese Condotte per l’Acqua spa – Cosige spa. Secondo gli inquirenti, la commissione aggiudicatrice avrebbe turbato la libertà degli incanti fissando svariate sedute con il finto intento di ottenere chiarimenti sull’analisi di spesa dell’offerta presentata dai concorrenti e richiedendo integrazioni per mostrare solo formalmente un particolare approfondimento degli elementi forniti dai partecipanti alla gara. Attività di mera facciata per coprire la scelta, già fatta, dell’aggiudicatario.

    AUTOSTRADA GELA SIRACUSA AUTOSTRADA GELA SIRACUSA

     

    Altro aspetto dell’inchiesta riguarda un presunto abuso d’ufficio commesso dal direttore generale pro tempore del Cas, Maurizio Trainiti, dal vicepresidente Gazzarra, figura chiave dell’indagine, da Antonio D’Andrea, Duccio Astaldi, Stefano Polizzotto e Nicola Armonium. Violando la legge, contestualmente alla stipula, fu inserita nel contratto d’appalto una clausola che prevedeva la possibilità di posticipare i termini di consegna del lotto prioritario e di ultimazione dell’opera. Ciò, per i pm, avrebbe provocato un danno al Cas.

     

    LE AUTORIZZAZIONI

    TANGENTI TANGENTI

    A Gaspare Sceusa, invece, responsabile unico del procedimento relativo all’appalto, i pm contestano di avere autorizzato illegittimamente la Cosige Scarl (società consortile costituita tra la Condotte d’Acqua S.p.A. e la Cosedil S.p.A.) a stipulare un contratto di sub-appalto per una consulenza legale con un’altra società, la Pachira Partners spa. La Pachira avrebbe incassato per il servizio offerto un milione e 650mila euro. Ma la somma in realtà, secondo i magistrati, sarebbe stata una provvista creata dalla società vincitrice dell’appalto per “remunerare” il vicepresidente del Cas Gazzarra: una mazzetta insomma. Contemporaneamente infatti, il pubblico ufficiale avrebbe incassato esattamente la stessa somma come compenso di una consulenza da lui fornita alla Pachira Partners.

     

    FONDI PER LE TANGENTI

    funzionari pubblici mazzette funzionari pubblici mazzette

    «Una delle cose che più colpisce nella vicenda - scrive il giudice nella misura cautelare - è la creazione di un fondo, con i soldi pubblici degli appalti, per consulenze e contatti, una riserva per tangenti e corrompere funzionari alla luce del sole e, ancor di più, che tale fondo sia stato autorizzato dall’amministrazione pubblica e come un subappalto, con un tasso di illegalità neanche facilmente immaginabile».

     

    corruzione corruzione

    «Tanto alla luce del sole da sbalordire, ma non certo per una assurda buona fede, - prosegue - che le risultanze processuali escludono, emergendo che la naturalezza dell’illecito trova con evidenza altra ragione, mera spregiudicatezza, basata evidentemente su un senso di impunità». «Senso di impunità - conclude - che purtroppo non pare nascere dal nulla, ma ha il suo fondamento nei limiti oggettivi e riscontrati dei poteri di controllo, e degli stessi poteri giudiziari».

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport