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    VA’ DOVE TI PORTA IL FRECCERO - COME ANTICIPATO DA CANDELA SU "DAGOSPIA", SOSPESO "POPOLO SOVRANO", IL DIRETTORE DI RAI2 SI ARRENDE AGLI ASCOLTI IMPIETOSI: "DOMANI DECIDO SE CHIUDERLO O MENO" – LUCA BOTTURA: “FRECCERO E’ CARMELO BENE SENZA PARRUCCHINO. IL SUO RECITAL TRA IL CHE, MORGAN, RENZI, ADORNO (MICA COTICHE) RAPPRESENTA UN MOMENTO TEATRALE…TRA POPOLO E ELITE E’ LO STESSO BASTA CHE CI SIA POSTO” – IL LIBRO


     
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    Annalisa Cuzzocrea per la Repubblica

     

    « Lunedì decido se chiudere Popolo sovrano o se spostarlo in seconda serata » , dice il direttore di Raidue Carlo Freccero. Che si arrende all' insuccesso del talk show del giovedì sera senza difenderlo dagli ascolti impietosi. E che deve trovare ora una soluzione per onorare il contratto con Fremantle, la società esterna con cui il programma era prodotto. Non c' è pace per l' ex consigliere del cda, scelto dal Movimento 5 stelle per contrastare il potere leghista in Rai. Le cose che vanno meglio in termini di ascolti sono le serie tv La porta rossa, di Carlo Lucarelli, già alla seconda stagione, e l' americana The good doctor, concessa da Raiuno.

    popolo sovrano popolo sovrano

     

    Il dopo tg gestito dal direttore sovranista Gennaro Sangiuliano va molto peggio della trasmissione che l' ha preceduto, Quelli che dopo il Tg, con Luca e Paolo e Mia Ceran ( neanche quando ha avuto in studio Matteo Salvini è riuscito a raggiungere il 4 per cento). La scelta di una trasmissione con i pezzi storici degli spettacoli di Beppe Grillo, pagata al manager del fondatore del Movimento 5 stelle 30mila euro per i diritti, si era rivelato un altro fallimento in termini di ascolti: 4,3 per cento. E l' unico altro programma lanciato, Povera patria, non se la passa molto meglio e dovrebbe essere spostato al lunedì.

     

    carlo freccero carlo freccero

    Gli autori e conduttori di Popolo sovrano, Alessandro Sortino, Eva Giovannini e Daniele Piervincenzi, non hanno certo una connotazione politica sovranista. Il che probabilmente non ha aiutato. In sei puntate la trasmissione, che ne prevedeva 15, non ha mai avuto big M5S come ospiti. Ha fatto un' inchiesta difficile sul carcere di Viterbo con in studio Ilaria Cucchi. E insomma, non aveva padrini che la difendessero da un inizio molto deludente.

     

    Con una controprogrammazione difficile: Piazzapulita su La 7, la fiction Che Dio ci aiuti su Raiuno. Il 2,4 per cento di giovedì scorso ha fatto dire « basta » a Freccero. Che deve però trovare in fretta un piano B per onorare il contratto con Fremantle. E per non dichiarare fallita la sua esperienza di direttore di rete in quota 5 stelle.

     

    FRECCERO

     

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    Luca Bottura per Robinson – la Repubblica

     

    Conosco Carlo Freccero da una ventina d' anni e ne sono un ammiratore sfrenato.

    Anche se recentemente, in un' invettiva indirizzata al Foglio, ha confuso Star Trek con Star Wars (si parlava di lato oscuro della forza, non del bar di Guerre Stellari, al quale credo entrambi ci siederemmo volentieri) le sue sinapsi restano un gorgo rigoglioso e affascinante che vale, per fascino ed effetti, l' assunzione sublinguale di una pastiglia d' ecstasy grande come il Galles.

     

    carlo freccero carlo freccero

    Debordista senza limitismo, Carlo non ha mai realmente sposato una tesi in vita sua. Esteta del reggipetto ai tempi de La Cinq, inventore della Italia 1 movimentista nell' era Mediaset (tipo Raitre, ma con le ragazze Fast Food al posto di Sandro Curzi), gauchista d' assalto nella Raidue di Santoro e Luttazzi, al solo scopo di vendicarsi dalla cacciata berlusconiana, oggi sovranista catodico sempre su quello che fu il secondo canale, interpreta di volta in volta l' onda dominante e la percorre a proprio esclusivo beneficio intellettuale in entrambe le direzioni. Quest' ultima, a favore di vento.

     

    È un mentitore seriale e geniale. L' ho sentito incensare programmi oggettivamente orrendi, che ha poi (giustamente) abbandonato al loro destino subito dopo lo schianto. Talvolta poco prima. Ne ho ascoltato le citazioni ad minchiam solo per giustificare che mandava in onda Alda D' Eusanio al pomeriggio e Marco Paolini la sera. Ho contato il numero infinito di parenti, sempre gli stessi, che abbandonavano questa Terra e gli impedivano di presenziare a questa o quella riunione. Gli ho visto scolpire nella roccia concetti che ha abiurato dodici secondi dopo.

     

    CARLO FRECCERO FATA E STREGA CARLO FRECCERO FATA E STREGA

    Per amore di performance. Come quella volta che finse di lanciarsi nel vuoto pur di convincere Maurizio Crozza a fare Quelli che il calcio. Ben sapendo che c' era un terrazzino subito sotto. Freccero è Carmelo Bene senza il parrucchino.

    E sa come gestire i collaboratori: bastone e carota, cioè la carota usata come bastone. Così, nella pura tradizione dei libri scritti da un giornalista e firmati dall' intervistato, ha dato alle stampe questo Fata e strega, dedicato alla tv, che recensisco come farebbe lui: avendone letto solo stralci. Perché quelle righe sono più che sufficienti a tramandare il mito, la recita a soggetto basata su solide realtà, tipo Roberto Carlino senza rogiti, al servizio di un credo del tutto incidentale il quale è, al momento, la cosiddetta frattura tra popolo ed élite. Un concetto estenuato da un vortice ipnotico nel quale si desume che (riassumo e traslittero in italiano comprensibile persino a me): Usa brutti, Europa brutta, J.P.

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    Morgan brutto, Renzi brutto, democrazia rappresentativa brutta, democrazia diretta bella, maestro Manzi bello, Don Milani bello, Che Guevara bello, popolo bello, populismo bello, socialismo bello.

     

    Una serie di affermazioni, per quanto nobilitate dal consueto tourbillon di garanti intellettuali, da Adorno in giù, cioè mica cotiche ( no jerks), che potrebbero risultare un filo contraddittorie se solo si pensasse che provengono dal direttore di una delle più grandi aziende editoriali italiane, cioè un potente, sempre ottimamente remunerato, e a pieno titolo, che da alcune decine di anni decide cosa devono guardare gli italiani in un contesto che, a un primo e sommario esame, non parrebbe propriamente fondato su basi marxiste, sulla teologia della liberazione, su una rivoluzione socialista o su un programma di alfabetizzazione di massa, anche se Non è mai troppo tardi, condotto negli anni Cinquanta proprio dal maestro Alberto Manzi, a Toninelli farebbe un gran bene.

    La contraddizione è però nell' occhio di chi legge.

     

    piero chiambretti alberto sordi carlo freccero piero chiambretti alberto sordi carlo freccero

    Perché, appunto, il recital di Carlo Freccero rappresenta semplicemente un momento teatrale nel quale palco e realtà si sfiorano in magica armonia, e come tali vanno presi. Sperando che si arrivi prima o poi all' atto ultimo e sublime, quello in cui il nostro riesce a sostenere tesi opposte, con identica credibilità accademica, dibattendo completamente da solo.

    freccero ultimo tango freccero ultimo tango

     

    Forse nel prossimo libro. Per cui mi permetto di suggerire, a mo' di titolo, il verso di uno tra i più efficaci poeti contemporanei: «Tra popolo ed élite è lo stesso, basta che ci sia posto».

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