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    LUCISANO IN CORPORE SANO – IL PATRON DELL’ITALIAN INTERNATIONAL FILM COMPIE 90 ANNI E IL MAXXI LO CELEBRA CON UN GALA: “B-MOVIES? CHE MI IMPORTA. GLI INCASSI ERANO DI SERIE A - CARLO VANZINA ERA UN GRANDE PROFESSIONISTA E UN VERO SIGNORE. MI MANCA TANTO” – “LIZ TAYLOR PER GIRARE ‘IL GIOVANE TOSCANINI’ MISE A FERRO E FUOCO IL SET E PRETENDEVA DI LAVORARE SOLO MEZZ’ORA. BRIZZI? LE TENTAZIONI CAPITANO A TUTTI. UNA VOLTA UN’ATTRICE SI PRESENTÒ IN UFFICIO E…”


     
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    Gloria Satta per “il Messaggero”

     

    fulvio federica e paola lucisano fulvio federica e paola lucisano

    Alle pareti le foto in cui bacia la mano a tre papi, nel cassetto i copioni dei prossimi film (Aspromonte di Mimmo Calopresti, 15 anni a ottobre di Matteo Gentiloni, Uomini d' oro di Vincenzo Afieri, il documentario Roma), alle spalle una carriera leggendaria che spazia da Buster Keaton a Fantozzi, da Steno a Marco Ferreri, da Liz Taylor a Fausto Brizzi, da Alberto Sordi a Nicolas Winding Refn, dal cinema alle fiction tv.

     

    «Il mio più grande successo? Aver creato l' azienda: all' inizio i padroni del cinema nemmeno mi ricevevano, ancora ricordo lo sguardo dall' alto in basso di Goffredo Lombardo», sorride il produttore Fulvio Lucisano, nato sotto il segno del Leone e ultimo dei leoni del grande cinema italiano.

    fulvio lucisano fulvio lucisano

     

    Calabrese di origine e romano di adozione, giacca di lino e spirito mordace, 90 anni appena compiuti e 60 di carriera alla testa dell' Italian International Film - la Iif che produce, distribuisce e possiede sale - una sorta di mini-major quotata in Borsa, con 600 film all' attivo, da lui portata avanti con le grintosissime figlie Paola e Federica.

     

    Insomma, il cavaliere del Lavoro Lucisano ha scritto la storia del cinema italiano e non ha alcuna intenzione di andare in pensione. Verrà festeggiato lunedi 24 settembre al Maxxi nel corso di un gala in cui verrà presentato il libro-biografia di Laura Delli Colli Lucisano - sotto il segno del cinema (Edizioni Sabinae).

     

    Doveva fare l' avvocato, com' è arrivato al cinema?

    tarantino weinstein tarantino weinstein

    «Mi laureai in Legge alla Sapienza ma ho sempre amato il grande schermo. Da piccolo andavo all' Eden, dove con una lira vedevi due film. Il Barberini e l' Adriano, 8 lire per una proiezione, non potevo permettermeli. Poi iniziai a lavorare nei documentari e nei corti».

     

    Le dispiace che molti dei suoi successi vengano definiti b-movies?

    «No, che mi importa? Gli incassi erano di serie A».

     

    Ha mai incontrato Quentin Tarantino, fanatico del cinema italiano di genere?

    «Lo beccai a Venezia con una copia pirata di Cosa avete fatto a Solange?, il mio horror di culto. Gli chiesi dove l' avesse presa ma non mi ha mai risposto».

    fulvio lucisano simona marchini fulvio lucisano simona marchini

     

    Più difficile combattere con i registi o con gli attori?

    «Con gli attori, ovvio! A parte Marco Ferreri, che malgrado le mie perplessità s' incaponì per avere Jerry Calà in Diario di un vizio, gli altri registi li ho sempre domati».

     

    Chi ricorda con più piacere?

    «Carlo Vanzina, un grande professionista e un vero signore. Mi manca tanto».

     

    E Paolo Villaggio di cui ha prodotto un paio di Fantozzi?

    «Appena firmata con noi l' esclusiva, firmò anche con i Cecchi Gori. Per fortuna noi produttori trovammo l' accordo e realizzamo insieme quattro film».

     

    Come andò con Alberto Sordi?

    in ricordo di carlo vanzina 4 in ricordo di carlo vanzina 4

    «Giravamo Il Tassinaro e, quando Giulio Andreotti entrava nell' auto gialla, Alberto doveva dire: Accidenti presidente, com' è veloce a occupare i posti.

    Ma non ci fu verso di fargli pronunciare la battuta, nemmeno quando chiamai in soccorso gli sceneggiatori Age e Scarpelli dicendo: Convincetelo voi, siete pure comunisti».

     

    Nel cinema dei tempi d' oro erano tanti i comunisti?

    «Il 90 per cento».

     

    E lei, cattolico di simpatie democristiane, come lavorava con loro?

    «Nei copioni infilavano sempre battute contro la Dc. Ma le lasciavo, purché fossero divertenti».

     

    Protagonista dei capricci più clamorosi?

    «Liz Taylor. Per girare Il giovane Toscanini di Franco Zeffirelli, mise il set a ferro e fuoco: ordinò il menu due settimane prima dall' America, si portò dietro una corte sterminata di assistenti, sarte, truccatori e guardie del corpo, pretendeva di lavorare solo mezz' ora al giorno».

     

    Fu da meno Madonna, di cui distribuì Body of Evidence?

    «Fece costruire una palestra nel suo hotel romano, arrivò con un seguito esagerato ma poi fu molto professionale».

    fulvio lucisano fulvio lucisano

     

    Come riuscì, nel 1965, a mettere Buster Keaton accanto a Ciccio e Franco nel film 2 marines e un generale?

    «Fu un' idea di Castellano e Pipolo, io andai in America e convinsi l' attore. Era un tipo strano, silenziosissimo. Mi disse soltanto: Franchi e Ingrassia sono due giganti».

     

    Producendo Ricomincio da tre, lei scoprì Massimo Troisi.

    «Era un genio, ma lo costrinsi a ripetere le battute due volte: il suo napoletano stretto non si capiva».

     

    fulvio lucisano (2) fulvio lucisano (2)

    Poi, con il grande successo Notte prima degli esami, nel 2006 lanciò Fausto Brizzi.

    «Me lo consigliò Neri Parenti. Trovo assurdo che, in seguito alle accuse di molestie (in via di archiviazione, ndr) sia finito alla gogna e il suo nome sia stato cancellato dal film Poveri ma ricchissimi. Fausto non sarà uno stinco di santo, ma le tentazioni capitano a tutti».

     

    Anche a lei?

    «Una volta si presentò in ufficio un' attrice e si aprì il cappotto: sotto era nuda».

     

    brizzi brizzi

    E lei come ha reagito?

    «Le intimai di rivestirsi tanto più che al piano inferiore, in casa nostra, c' era mia moglie».

     

    Rimpianti?

    «Nel 1982 rifiutai Rambo, mi pareva troppo violento. Se lo beccò Medusa. E nel 1967 cedetti al regista Giuseppe Colizzi i diritti di Dio perdona, io no per soli 50 milioni di lire. Purtroppo per me il film incassò un miliardo».

    Cosa ha insegnato alle sue figlie?

    «Niente, sono bravissime. Hanno imparato guardandomi».

     

    Ha fronteggiato la concorrenza della tv producendo ottime fiction come Difetto di famiglia, Il caso Tortora, Ricomincio da me, Prima che la notte. Ora la rivoluzione Netflix la impensierisce?

    aurelio de laurentiis con federica e fulvio lucisano foto andrea arriga aurelio de laurentiis con federica e fulvio lucisano foto andrea arriga

    «No, sono ancora convinto che la sala sia imbattibile. Per questo ho affidato al premio Oscar Dante Ferretti la ristrutturazione di quattro miei locali: uno a Roma, l' Andromeda, e tre a Brindisi».

     

    Dica la verità: il cinema di oggi è all' altezza di quello dei tempi d' oro?

    «Mah, ci sono professionisti che conoscono la tecnica, ma non leggo storie capaci di farmi saltare sulla poltrona. Eppure vado avanti. Senza il cinema non posso vivere».

     

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