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    IL RITORNO ALLA TV DEL “CONDOR” GALLIANI – L’EX AD DEL MILAN DIVENTA PRESIDENTE DI “MEDIASET PREMIUM”: POTRÀ TRATTARE I DIRITTI DEL CALCIO IN TELEVISIONE NEL PROSSIMO AUTUNNO - LA SCELTA DEL SUO RIENTRO CONCORDATA DA SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI


     
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    Paolo Colonnello per la Stampa

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    Con quel naso triste da italiano in gita e il piglio da milanista impenitente, Adriano Galliani, il vecchio mago delle antenne tivù, l' amico della vecchia guardia, l' uomo della provvidenza nel cerchio magico del Cavaliere («il Presidente non si discute»), dopo un breve periodo di "riposo" come presidente delle immobiliari Fininvest, torna in campo da una posizione di comando: quella di presidente di Mediaset Premium.

     

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    Proprio da questa tolda, affiancando l' Ad Marco Leonardi, potrà a trattare i diritti del calcio in tivù il prossimo autunno dopo la prima asta andata pressoché deserta, conoscendo bene i pascoli delle sponsorizzazioni calcistiche su cui pende, minacciosa, un' inchiesta irrisolta alla procura di Milano che ha registrato la sua bella vociona lombarda mentre si scaglia contro "il signorino" Andrea Agnelli e la Juve.

     

    Ovviamente, «la testa più lucida del calcio italiano», a 72 anni e con un passato glorioso di Ad della squadra rossonera e vicepresidente della Lega calcio, potrebbe inventarsi nuovi colpi di scena, considerando che la precedente stagione di controllo sui diritti non ha portato bene alla pay tv del Biscione, che ha pagato molto ma incassato poco.

     

    Di sicuro la scelta di Mediaset, concordata tra Silvio e Piersilvio, è un modo per far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta con la vendita del Milan ai cinesi e soddisfare la "passionaccia" di Galliani per la palla.

     

    adriano galliani allo stadio adriano galliani allo stadio

    Lui, il geometra monzese, tre figli, sposato, risposato, e infine felicemente fidanzato con una bella signora brasiliana, ovviamente tace e lascia parlare i comunicati, mentre già si concentra sulle prossime mosse. Teorico della superiorità dei giocatori esperti e stranieri, ricoperti d' oro fino a gonfiare il mercato, tornato infine a puntare sulle giovani leve (Donnarumma docet), ironico, piacione, persino più divertente della sua copia televisiva interpretata da Teo Teocoli, Galliani, fan di Renato Zero e cliente assiduo di "Giannino", quartier generale di una "Milano godona" che fu, è in fondo il simbolo di un berlusconismo rampante ormai svanito, sopravvissuto più nei libri e nelle cronache (anche giudiziarie) dei giornali che nella realtà.

     

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    Anche Galliani negli anni bui delle inchieste, è finito un paio di volte sotto scopa (un' indagine per falso in bilancio e appropriazione indebita nell' acquisto di Medusa Film e una per falso in bilancio dell' amato Milan) riemergendone sempre a testa alta, con assoluzioni complete, tranne un inciampo dinnanzi alla giustizia sportiva che riuscì là dove quella penale aveva fallito, condannandolo a una squalifica di 5 mesi per "relazioni pericolose" con gli arbitri, più una multa del Coni nell' ambito di "Calciopoli" 2005.

     

    Tutto ebbe inizio nel 1979, con una stretta di mano a Berlusconi e la nascita delle tivù, poi il Milan, quindi gli asset immobiliari. E ora eccoci alla quinta stagione di un format che sembra non voler smettere mai: Galliani che rotea gli occhi e parla al cellulare coprendosi la bocca.

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