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    AVVISATE IL CT VENTURA: NELLA SEMIFINALE DEGLI EUROPEI UNDER 21, GLI AZZURRINI SONO SCOPPIATI CONTRO LA SPAGNA NEL SECONDO TEMPO, COME LA JUVE CONTRO IL REAL: TRA 2 MESI AL BERNABEU LA SFIDA DECISIVA ALLA NAZIONALE IBERICA PER ANDARE AI MONDIALI – EVANI O VANOLI AL POSTO DI DI BIAGIO SULLA PANCHINA DELL’UNDER 21 - VIDEO


     
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    Francesco Saverio Intorcia per la Repubblica

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    Game over. Prima o poi la Spagna arriva, e allora il calcio italiano torna a casa a mani vuote, da Cracovia come da Cardiff, con ambizioni ridimensionate e la rinnovata, spietata consapevolezza di essere cresciuto, sì, ma di non essere ancora al livello dei più forti. Succede anche alla piccola Italia, rimandata dalla Rojita: saluta l' Europa con un groppo in gola e una lezione severa che fa male all' orgoglio.

     

    Aveva rischiato di uscire al primo turno, ha almeno evitato un clamoroso fallimento e centrato l' obiettivo minimo delle semifinali. In più viene buttata fuori dalla favorita del torneo - che aveva riposato una settimana intera - ed esce anche fra gli applausi dei tifosi italiani. Tutte considerazioni che salvano la spedizione da processi sommari.

     

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    Resta però un nodo irrisolto per l' intero movimento, quello dell' asticella abbassata: l' Italia quattro volte campione del mondo ha salutato come una piccola impresa l' uscita ai quarti con Conte in Francia, e l' Under che ha vinto cinque titoli continentali, più di tutti, e che qui era venuta con «la squadra più forte di sempre», come aveva detto il ct Di Biagio, non verrà crocefissa nonostante abbia buttato al vento, con un secondo tempo disastroso sul piano dei nervi - Gagliardini espulso dopo un' ora, con due gialli in otto minuti - un primo tempo splendido e promettente, giocato alla pari degli spagnoli.

     

    Certo, gli avversari hanno lucidato in vetrina ragazzi di classe purissima, su tutti Saúl Niguez, stellina dell' Atlético Madrid, uno che a neanche 23 anni ha giocato 184 partite fra i professionisti, è già nel mirino del Barcellona e nel radar di Lopetegui: ieri ha segnato tre gol di rara e variegata fattura e dato un preoccupante appuntamento all' Italia per settembre.

     

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    Ventura se lo ritroverà avversario nello spareggio per il Mondiale al Bernabeu. E anche da questa gara dovrà trarre spunti per ragionare sul prossimo crocevia. Uno su tutti: l' irresistibile cambio di passo degli iberici nella ripresa, un tema già emerso dall' ultima finale di Champions.

     

    E dire che il primo tempo dell' Italia era stato lodevole per applicazione tattica, disciplina, organizzazione. Di Biagio ha accettato di lasciare la prima mossa agli spagnoli, mutando il 4-3-3 collaudato in un 4-5-1 con Gagliardini primo bastione davanti alla difesa, e con Bernardeschi e Chiesa diligenti nel ripiegare. Non ha rinunciato però l' Italia a farsi pericolosa, con Pellegrini prima e Caldara poi.

     

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    La Spagna è stata brillante nella gamba ma confusa di testa, si è nutrita della verve di Deulofeu che ha spaziato sull' intero fronte offensivo e regalato lampi irregolari. Dopo 45 minuti alla pari, con merito gli azzurrini hanno preso gol a difesa piazzata (incursione di Ceballos per Saúl) e un attimo dopo si sono ritrovati in dieci.

     

    Eppure avevano ancora rimesso in piedi la partita con Bernardeschi, aiutato da una doppia deviazione. Dovevano trovare il modo di gestire il pari insperato, ne sono stati capaci per due minuti appena, e questo è il cruccio maggiore, l' errore più grave in questo esame di maturità. Tavecchio, negli spogliatoi, ha parlato alla squadra: «Oggi siamo tristi ma siate consapevoli che questa è una tappa importante nel vostro percorso di crescita.

    TAVECCHIO DI BIAGIO TAVECCHIO DI BIAGIO

     

    Questa sconfitta vi renderà ancora più forti ». Il secondo ciclo di Di Biagio si chiude con un numero importante di ragazzi spediti in Nazionale A e un risultato minimo se rapportato alle ambizioni della vigilia: «Il mio futuro? Non è un problema di contratto, avevamo l' obiettivo di rilanciare il calcio italiano, direi che ci siamo riusciti». Evani e Vanoli sono pronti a succedergli.

     

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