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    IL CETRIOLONE DEL RISPARMIO: COSTA TROPPO E RENDE POCHISSIMO - GLI ITALIANI SONO CAUTI NEL METTERE DA PARTE DENARO MA LO INVESTONO MALE: UN TERZO DEI PATRIMONI E’ IN DEPOSITI BANCARI E CONTANTI - NELL’INDAGINE SUL LIVELLO DI PREPARAZIONE DEI RISPARMIATORI NEI PAESI DEL G20, L'ITALIA NE ESCE MALE


     
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    Ferruccio De Bortoli per il “Corriere della Sera”

     

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    Ogni fine ottobre si celebra, ormai in sordina, la giornata del risparmio. Una volta aveva una sua solennità, una sua enfasi educativa. Negli anni Venti si scrisse anche un inno, cantato nelle scuole. «La formica previdente s' affatica... per goder serenamente». Oggi la giornata del risparmio sembra inutile. Ma non lo è.

     

    E non solo perché la propensione al risparmio degli italiani (al 10,59 per cento del reddito disponibile nel 2016) è ritornata ad aumentare dopo qualche calo negli anni più duri della crisi. Le famiglie italiane sono tra le migliori formiche al mondo. Imbattibili. Il loro patrimonio finanziario è, tolti gli immobili, superiore ai 4 mila miliardi, cioè quasi il doppio del debito pubblico. Cresce, seppur di poco, con disparità evidenti.

     

    Secondo i dati di Banca d' Italia, il 20 per cento più ricco delle famiglie, nel decennio dal 2004 al 2014, ha visto il valore del proprio patrimonio aumentare di un terzo. Il 20 per cento dei nuclei più poveri lo ha quasi dimezzato. Nonostante la crisi, l' indebitamento medio delle famiglie è al 61,8 per cento.

     

    soldi sotto il materasso soldi sotto il materasso

    Meno della metà di quello dello Stato. Largamente al di sotto della media europea (94,7). Siamo bravi nel mettere da parte i risparmi, ma terribilmente disattenti nell' investirli e, soprattutto, nel calcolare i costi delle gestioni, quando ci sono. Un terzo del patrimonio è in depositi bancari e contanti. Cioè costa, non rende nulla. Il volume del contante in Italia, calcolato intorno ai 200 miliardi, è ingrossato soprattutto da evasione e attività criminali.

     

    Ma dobbiamo ritenere che la romantica, e assai pericolosa, logica del materasso sia ancora attraente. Il fresco Nobel dell' economia Richard Thaler, studioso dell' irrazionalità delle scelte finanziarie, potrebbe darci qualche utile consiglio. Nella recente indagine sul livello di preparazione dei risparmiatori nei Paesi del G20, l'Italia non ne esce bene. Due terzi degli italiani non hanno conoscenze sufficienti. Si affidano ai sentito dire, ai consigli degli amici.

     

    euro sotto il materasso euro sotto il materasso

    Con una certa dose di presunzione. Nella media dell' Ocse solo un terzo dei cittadini è impreparato. La quota di risparmio in fondi comuni e previdenziali è inferiore a quella di mercati più evoluti, ma l'industria del risparmio gestito conosce in Italia un autentico boom. Al punto da essere il nostro mercato uno dei più ambiti dalle multinazionali. La competizione fra gli operatori è vivace, ma non eccelsa, soprattutto tra le reti distributive. L'afflusso di nuova clientela non la favorisce. C'è spazio per tutti. Ne consegue che i costi sono spesso alti e poco trasparenti.

     

    Ma la situazione è destinata a cambiare presto. Con le regole previste dalla direttiva europea Mifid 2, in vigore dal 3 gennaio del 2018, gli investitori riceveranno a fine anno il conto esatto delle commissioni corrisposte a società di gestione, reti distributive, promotori. In percentuale e in valore assoluto. Le sorprese non mancheranno. Alcune pratiche sono già sotto accusa. E ci si domanda perché continuino a sopravvivere.

     

    euro sotto il materasso euro sotto il materasso

    Le cosiddette commissioni di performance o di incentivo sono state disciplinate con un provvedimento della Banca d' Italia dell' 8 maggio del 2013 e una comunicazione Consob del 10 maggio del 2015. Non dovrebbero essere applicate per un periodo inferiore a un anno. E prima il risparmiatore deve aver recuperato eventuali perdite pregresse. Ma la disciplina non vale per i prodotti esteri. Al punto che una decisione della banca centrale irlandese (ed è tutto dire) ha costretto operatori italiani ad adeguarsi.

     

    Analogo discorso può essere fatto per l' abbondanza di commissioni d' ingresso. E per quelle di prodotti assicurativi per i quali, tra l' altro, non vi sono più vantaggi fiscali. L' introduzione dei Pir (Piani individuali di risparmio), con l' esenzione della tassazione sui redditi per chi blocca le azioni per almeno cinque anni, ha avuto effetti molto positivi. Bisogna guardarsi però dal pericolo bolla, in alcuni casi già evidente per la mancanza di offerta di piccole e medie aziende quotate. I risparmiatori sono indotti a modificare i propri profili di rischio accettando di pagare commissioni più elevate, apparentemente alleggerite dal vantaggio fiscale.

     

    PIOGGIA DI SOLDI PIOGGIA DI SOLDI

    Gli esempi potrebbero continuare. La realtà è che in alcuni casi, in presenza di grandi rotazioni del patrimonio, il totale dei costi può superare il 4 per cento. In un periodo peraltro di tassi bassi. I promotori passano da una società all' altra, portandosi dietro i clienti, con incentivi intorno al 3 per cento del patrimonio gestito.

     

    E le stesse società vengono cedute incorporando il valore delle commissioni pagate in futuro dai clienti. E si può dunque immaginare quale sarà l' impegno a recuperare queste cifre nella normale attività. Qualcuno, alla fine, dovrà pure pagarle. Di solito, i più deboli.

    Il risparmio è la grande ricchezza trascurata degli italiani. Ne sono consapevoli più all' estero che in Italia, visto il grande interesse dei gruppi internazionali.

     

    L' industria del risparmio gestito è indispensabile in un Paese evoluto. A maggior ragione se non si hanno grandi fondi pensione e investitori istituzionali. Un rendimento aggiuntivo della parte disponibile del patrimonio delle famiglie dell' uno per cento all' anno - traguardo non impossibile per i tanti gestori di qualità - significa almeno 20 miliardi. Ovvero una legge di bilancio.

     

    soldi contati soldi contati

    La discussione sull' eccesso dei costi è avviata in altri Paesi. Abigail Johnson, presidente e proprietaria del fondo Fidelity, uno dei più grandi al mondo, ha ammesso sul Financial Times del 10 ottobre, che il tema delle commissioni va «completamente ripensato».

    Da noi, silenzio. Se ne parlerà alla prossima giornata del risparmio? Nell' inno cantato dagli scolari c' era un passaggio. «Ignota è la sorte al di là della soglia»: che si riferisse già allora alla soglia delle commissioni?

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