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    GRASSO SI CUCINA 'CHE TEMPO CHE FA' - ''IPERTELEVISIONE: LUCIANA LITTIZZETTO MOSTRA LE FOTO DEL MATRIMONIO DI FILIPPA LAGERBACK E DANIELE BOSSARI, I NUOVI AL BANO E ROMINA. UNA CERIMONIA NATA DOPO UNA CATARSI INTERIORE DI BOSSARI (AL GRANDE FRATELLO) E ANNI DI VALLETTAGGIO DELLA LAGERBACK; GLI INVITATI PROVENIVANO DALLA TV; OFFICIATA DA MAX NOVARESI, PRESENTATORE TV; REALIZZATA DA ENZO MICCIO, STAR DI REAL TIME'' - 'LIBERO' INFILZA SIA LA LITTIZZETTO COPIONA CHE SAVIANO DA SBADIGLIO


     
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    1. L' IPERTELEVISIONE: BOSSARI-LAGERBACK COME AL BANO E ROMINA

    Aldo Grasso per il Corriere della Sera

     

    luciana littizzetto filippa lagerback luciana littizzetto filippa lagerback

    Un tempo la chiamavano ipertelevisione, era un modo per identificare alcuni frammenti di vita portati all' estremo della spettacolarizzazione, così assolutizzati, svuotati di senso e trasfigurati da essere più televisione della televisione. La fedeltà al reale era il massimo del tradimento. O anche il contrario: una televisione fatta solo di televisione, desemantizzata, autoreferenziale. Fate voi. Questi concetti mi sono tornati in mente domenica sera, durante «Che tempo che fa», quando Luciana Littizzetto ha mostrato alcune foto del matrimonio di Filippa Lagerback e Daniele Bossari.

     

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    Una cerimonia nata dopo una catarsi interiore di Bossari (la partecipazione al Grande Fratello) e anni di vallettaggio della Lagerback; una cerimonia dove gli invitati provenivano quasi tutti dal mondo televisivo (da Mara Venier a Camila Raznovich, da Federica Fontana a Cecilia Rodriguez, da Natasha Stefanenko a Nicola Savino, da Michelle Hunziker a Rudy Zerbi); una cerimonia laica officiata da Max Novaresi, presentatore e autore televisivo; una cerimonia realizzata da Enzo Miccio, star di Real Time e della «neo-pedagogia» televisiva (come ti vesti, come ti sposi, come stai al mondo).

    aldo grasso aldo grasso

     

    Un matrimonio così, suggellato dalle inevitabili frasi dedicate ai followers di Instagram (il primo messaggio diceva: «Gratitudine. Gioia. Amore»), non può che generare una televisione «celibe», affidata solo al proprio linguaggio di genere. Oppure, una vita trasformata in televisione, una vita che è tutto un programma (televisivo). Come Al Bano e Romina, i maestri dell' ipertelevisione.

     

    P.S. Per tornare a cose concrete, ho aspettato fino all' ultimo che Luciana Littizzetto chiedesse scusa al prof. Domenico Squillace, preside del Liceo Scientifico Volta di Milano. Lo aveva scioccamente e ingiustamente umiliato. Non l' ha fatto (doveva andare al matrimonio di Filippa) e questo non le fa onore.

     

     

    2. LA LITTIZZETTO COPIA E INSULTA

    filippa lagerback daniele bossari con mara venier filippa lagerback daniele bossari con mara venier

    Gianluca Veneziani per Libero Quotidiano

     

    Che non facesse ridere era cosa risaputa ormai da tempo.

    Ma che cercasse di far ridere riprendendo battute altrui senza citarle è prassi recente, che conferma semmai il declino costante della sua comicità. Due giorni fa Luciana Littizzetto, intervenendo come ogni domenica a Che tempo che fa di Fazio, si è cimentata in alcuni motti di spirito contro il governo Conte e i suoi protagonisti.

    Per carità, dovere della satira farlo, sbeffeggiando il potere con l' ironia, all' insegna del castigat ridendo mores.

     

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    Per fare satira vera e seria, tuttavia, bisognerebbe trovare espressioni, giochi di parole, calembour non già detti o visti, perlomeno non di dominio pubblico su quel mare magnum chiamato «la rete». Quando Lucianina sfotte il portavoce del Movimento 5 Stelle, ad esempio, dovrebbe ricordarsi che la battuta «Rocco Casalino dal GF al G7» spopolava già da giorni su Twitter. Pensare che la Littizzetto abbia avuto la stessa intuizione senza aver letto nulla a riguardo pare piuttosto inverosimile.

     

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    Semplicemente Lucianina avrebbe fatto bene ad aggiungere cit. alla battuta, a richiamare la fonte in nota, come ci insegnano dai tempi dell' università. Non è l' unico inciampo - non diciamo plagio perché, ahinoi, nel mondo dei social il copyright resta questo sconosciuto - in cui è cascata la Lity. Nello stesso monologo la comica ha punzecchiato il ministro Fontana, nell' occhio del ciclone per la sua frase sulle famiglie arcobaleno che «non esistono». La frase della Littizzetto («Non ho niente contro Fontana. Ho tanti amici Fontana») è molto simile al tweet comparso il giorno prima di un tale @giulliare: «Non ho niente contro Fontana semplicemente perché non esiste». Mera coincidenza?

    filippa lagerback daniele bossari filippa lagerback daniele bossari

     

    Mah! Beninteso, come diceva Borges, ogni arte «è un sistema di citazioni». Ma, senza ammettere la citazione, l' arte smette di essere tale.

    Una ripresa di idee vecchissime, presentate come discorsi innovativi, anima d' altronde anche il discorso di Roberto Saviano, che si abbandona sempre da Fazio a una filippica di quasi venti minuti, estenuante anche per il popolo dei salotti buoni. Il punto forte del suo discorso è la nuova contrapposizione tra popolo ed élite. Sembra un fenomeno rivoluzionario, un segno dei nostri tempi indicato da Salvini, quando invece è una dicotomia affrontata - ci permettiamo di dire, in maniera molto più approfondita di Saviano - già da Vilfredo Pareto a inizio Novecento e analizzata dagli autori anti-giacobini all''indomani della Rivoluzione Francese. Nulla di nuovo sotto il cielo, insomma...

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    Anche quando Saviano si dedica a un attacco contro Trump, colpevole di essere artefatto, non autentico nel suo eloquio, non si rende conto che la stessa presunta spontaneità del suo discorso è costruita: non appena Saviano cita Malaparte, facendo il suo nome quasi a casaccio, guarda un po' dalla regia subito mandano sul maxi-schermo l' immagine dello scrittore. Ma no, figuratevi, il riferimento all' autore di Sodoma e Gomorra (da non confondere con Gomorra) non era mica preparato...

     

    L' unico momento in cui Saviano è davvero genuino è quando ripete allo sfinimento il suo predicozzo sulle ong che salvano le vite in mare e si erge a campione del buonismo radical-chic o, meglio, radical-élite. Quello è marchio di fabbrica e non si può mica imitare. E noi ci guardiamo bene dal farlo.

    enzo miccio enzo miccio

     

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