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    IL "CREDIT AGRICOLE SA", SECONDO GRUPPO BANCARIO DELL'EUROZONA CON CIRCA MILLE MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE, RAFFORZA IL PESO IN "CREDIT AGRICOLE ITALIA" (QUASI AL 90%), CHE CON IL 9,18% DEL BANCO BPM E IL 5,2% DI ANIMA, TRAMITE AMUNDI, È IL POTENZIALE FULCRO DEL TERZO POLO BANCARIO ITALIANO - L'EX CARIPARMA HA INCORPORATO CREVAL, FRIULADRIA, SPEZIA: OPERA CON 1.300 FILIALI, HA 17.500 DIPENDENTI, 5,2 MILIONI DI CLIENTI, 93 MILIARDI DI FINANZIAMENTI...


     
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    Rosario Dimito per “Il Messaggero

     

    CREDIT AGRICOLE CREDIT AGRICOLE

    Il Credit Agricole Sa, secondo gruppo bancario dell'eurozona con circa mille miliardi di capitalizzazione, rafforza il peso in Credit Agricole Italia, che con il 9,18% del Banco Bpm e il 5,2% di Anima, tramite Amundi, è il potenziale fulcro del terzo polo bancario italiano.

     

    Nelle pieghe della ricapitalizzazione da 500 milioni appena realizzata nella ex Cariparma, la capogruppo francese, anche tramite la finanziaria delle casse regionali (Sacam International), ha accresciuto la quota da poco più dell'85% fin sotto il 90%, approfittando dello stop del Tesoro alla Fondazione Cariparma e a quella della Spezia a partecipare all'operazione come previsto dai rispettivi statuti nei quali è recepito il protocollo Acri-Mef che pone il limite del 33% di esposizione dell'attivo nell'istituto d'origine: Parma si avvicina al 60%, Spezia al 50%.

     

    CREDIT AGRICOLE CREDIT AGRICOLE

    Il disco rosso di Via XX Settembre - che è l'organo di vigilanza, controllo e verifica del rispetto della legge e degli statuti - ai due enti che avevano il 13% circa Parma e l'1,9% Spezia è arrivato nel contesto di una improvvisa accelerazione della tempista del rafforzamento patrimoniale per dotarsi delle risorse per l'Opa compiuta su CreVal, la banca valtellinese assorbita nei mesi scorsi.

     

    Infatti l'assemblea della ex Cariparma aveva fissato come termine ultimo il 31 luglio, dando uno spazio temporale maggiore ai soci per ottemperare a tutte le formalità. Il cda della banca presieduto da Ariberto Fassati e guidato da Giampiero Maioli che è l'artefice dell'espansione italiana, ha invece anticipato il termine al 31 maggio. E togliendo due mesi, ha di fatto annullato i margini a disposizione dei due enti per una negoziazione con il Tesoro.

     

    LA TRAZIONE D'OLTRALPE

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    Dei soci di minoranza presenti nel capitale della banca di Parma, solo la fondazione Piacenza che ha circa l'1%, ha potuto sottoscrivere la sua quota. Invece Parma si sarebbe diluita al 10,5%, Spezia vicino all'1,5%. Sembra che il Tesoro abbia chiesto a Parma e Spezia di predisporre un piano per disciplinare il rientro all'interno del range previsto dal protocollo Acri-Mef.

     

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    Ora ci si interroga sul destino del patto parasociale che regola i rapporti fra la capogruppo di Parigi e le tre fondazioni. Secondo una delle clausole, resta in vigore fino a quando i pacchetti dei tre enti restano sopra il 10%.

     

    Ma è altresì vero che l'accordo è stato rinnovato ad agosto 2021 per un anno e quindi la prossima verifica sarà tra due mesi, dove andrà considerata la presenza di put & call e del valore di carico pari a 5,24 euro, molto sopra il prezzo dei nuovi titoli.

     

    giampiero maioli credit agricole giampiero maioli credit agricole

    Il rafforzamento francese in Italia potrebbe avere un senso nelle strategie di crescita. Parma ha incorporato CreVal, Friuladria, Spezia: opera con 1.300 filiali, ha 17.500 dipendenti, 5,2 milioni di clienti, 93 miliardi di finanziamenti.

     

    Il blitz in Bpm dove punta in primis alla bancassurance e in Anima, gigante italiano del risparmio e cassaforte di btp, la dice lunga sulle sue ambizioni, anche se Maioli tende a smorzare le frenesie mediatiche. Ma il mercato accredita l'ipotesi che il gruppo franco-italiano voglia creare un terzo polo bancario a trazione francese: nessun problema se avvenisse nello scenario di reciprocità suggerito un paio di giorni fa dal presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro.

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