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    1. IO, I MONDIALI, L’AMORE: LA REGINA DEL CALCIO MEDIASET, GIORGIA ROSSI, A TUTTO CAMPO - "AMO TUTTO DEL PALLONE, SONO UNA SECCHIONCELLA. IN TV SI VIENE SCELTI SOLO PER LA BELLEZZA? IN ALCUNI CASI HA LA SUA PARTE, MA NON LA BUTTEREI TUTTO SU QUESTO ASPETTO" - "DILETTA LEOTTA? NESSUNA CONCORRENZA" - E POI PARLA DEL FIDANZATO, DELLA GAFFE CON TACCHINARDI E DI QUANDO PARLO’ DI “GLANDI CLUB EUROPEI”- E SUL FLIRT CON PJANIC...


     
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    http://www.oggi.it/video/personaggi/2018/06/29/giorgia-rossi-io-i-mondiali-lamore-vi-racconto-tutto-guarda-la-videointervista/

     

     

    giorgia rossi giorgia rossi

    Piero Degli Antoni per il Giorno

     

    IL VOLTO dolce del calcio. Giorgia Rossi (31 anni) ha partecipato con determinata grazia alle trasmissioni Mediaset sui Mondiali di calcio ("Balalaika", "Tiki Taka Russia", più pre e post partita), rivelando un' insospettabile quanto enciclopedica conoscenza della materia.

     

    Come è nata la passione per lo sport?

    «In famiglia. Mio papà giocava a calcio, mio nonno era il presidente di una società dilettantistica. Insieme col latte ho bevuto calcio. E anche mamma seguiva a ruota, altrimenti il loro matrimonio non sarebbe potuto durare così a lungo»

     

    La prima fu Alba Parietti a Galagoal. Sono passati 28 anni, eppure la circostanza che sia una donna a parlare di calcio sorprende ancora...

    «Io mi sorprendo della sorpresa. Ormai ci sono tante donne giornaliste professioniste che trattano il calcio meglio degli uomini. È un pregiudizio che prima o poi verrà smontato.»

    Non nascondiamocelo: qualcuna magari viene scelta anche per una valutazione estetica, più che professionale...

    giorgia rossi alessio conti giorgia rossi alessio conti

    «In alcuni casi il piano estetico ha la sua parte, ma non la butterei tutta su questo aspetto. Quando ti occupi di un argomento così popolare come il calcio sei esposta a giudizi, a critiche. Senza contare che, se un' azienda importante come Mediaset decide di affidarti un ruolo così delicato, significa che ci crede davvero»

     

    Nelle sue apparizioni televisive ha impressionato la meticolosità con cui conosce particolari tecnici sconosciuti ai più di ogni giocatore e ogni squadra. Quanto ha studiato in vista dei Mondiali?

    «Mi sono sempre occupata di calcio estero, a cominciare dalla Champions League, e quindi una buona preparazione l' avevo già. Sono sempre stata molto attenta nel documentarmi prima delle partite. Per ogni incontro studio almeno due-tre ore. Forse ho dovuto approfondire di più le Nazionali sudamericane, i cui giocatori militano in campionati che non conosciamo. Per questi atleti mi rivedo qualche loro video per capirne meglio le caratteristiche»

    giorgia rossi giorgia rossi

     

    È vero che conosceva alla perfezione anche la pronuncia dei nomi dei russi?

    «Dopo due settimane ormai li conoscevo tutti, eravamo quasi amici, potrei dire... Ma voglio sfatare il mito: c' è un' applicazione per smartphone molto utile che ti toglie qualsiasi incertezza nella pronuncia»

     

    Quali giocatori l' hanno più sorpresa in questo Mondiale?

    «Mina della Colombia, che forse ormai è più forte di Pique. E poi Harry Kane che ha avuto un rendimento costante incredibile, Cavani, Golovin... basta sennò li dico tutti»

     

    Con quale sportivo vorrebbe andare a cena?

    «Con Pep Guardiola. O anche con Oscar Tabarez, uno che può insegnare molto e non solo di calcio»

    Intendevo come uomo...

    «Ah no, solo col mio compagno, Alessio Conti»

    Tra voi due chi ne sa di più?

    «Diciamo che io sono più secchiona. Lui invece è bravissimo a leggere tatticamente la partita, capisce subito un movimento, mentre io, al contrario, ci metto qualche minuto. Quando me lo dice, penso, accidenti, ma come fa? D' altronde lui ha giocato a calcio, ha più esperienza, sta sempre a bordo campo. Io sono più secchioncella e a volte lo spiazzo»

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    Un ricordo della sua infanzia?

    «Andavamo allo stadio regolarmente. Una volta con mio padre andai a vedere una Roma-Inter che finì 4-5. Avevamo portato dei panini per mangiarli durante l' incontro, ma non riuscimmo nemmeno ad addentarli perché le squadre continuavano a segnare...»

     

    Ne deduco che lei sia tifosa della Roma...

    «La prossima domanda?»

    La peggior gaffe della sua pur brillante carriera di giornalista sportiva?

    «Una volta ho detto "... dei glandi club europei...". Un' altra volta, parlando di Tacchinardi, l' ho chiamato Alessio Conti, come il mio fidanzato...

     

    Lei è un maschiaccio?

    «Certamente. Finita la trasmissione, con amici e colleghi andiamo in un pub dove continuiamo a parlare, pensate un po', proprio di calcio. E ne parliamo anche nei giorni in cui non ci sono partite.

     

    Che sport ha praticato?

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    «Al contrario di quanto si potrebbe pensare, non calcio. Da piccola facevo danza classica, ma poi sono cresciuta troppo. A 16 anni ero già alta, oggi sono 1,74. Ho praticato tennis, poi palestra, molto crossfit».

     

    È vero che vorrebbe essere un uomo?

    «Certe volte penso: porca miseria, se fossi un uomo... Gli uomini spesso vedono le cose con maggiore spontaneità, con maggiore spensieratezza... ecco, a volte vorrei essere come loro».

     

    Perché l' Italia non è ai Mondiali?

    «Per una serie di concause. Ventura non è riuscito a tenere unito un gruppo composto da un mix di giovani e 'anziani'. Abbiamo sottovalutato la Svezia che invece, abbiamo visto dopo, è arrivata ai quarti di finale, e che ha fatto fuori l' Italia, l' Olanda, la Germania»

     

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    Lei aveva intuito la forza della squadra?

    «Confesso di no. La Svezia non ha brillato per qualche stella, ma per la forza del gruppo. Era ostica».

     

     Chi sono i suoi modelli di giornalisti sportivi?

    «Fin da piccola mi è sempre piaciuto Piccinini. E poi Pardo, Ilaria D' Amico, Marco Cattaneo di Sky»

     

     

    Cosa c' è nel suo futuro professionale?

    «Per la prossima stagione non so ancora nulla. Chi vivrà vedrà».

     

    Come ha vissuto la finale con cui l' Italia vinse i Mondiali, nel 2006?

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    «Avevo 19 anni. Ero incredula sulle possibilità della Nazionale, quindi ero rimasta a casa. I miei genitori seguivano la partita nel soggiorno, io da sola in sala da pranzo. Arrivati ai rigori, non riuscivo a guardarli, mi giravo dall' altra parte. Allora abitavo a Roma, dopo la vittoria siamo usciti per la grande festa in città. A quel tempo lavoravo già, a Roma Channel».

     

    Spera di riuscire a vedere di nuovo l' Italia campione?

    «L' Italia lo merita. È sempre stata un modello per le altre squadre».

     

     

    Mancini le piace?

    «Ha quello che finora è mancato: credibilità e progettualità. È l' uomo giusto»

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