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    IL CINEMA DEI GIUSTI - “THE CIRCLE” DI JAMES PONSOLDT E’ PERFETTO PER CASALEGGIO E IL M5S: TRASPARENZA, VOTO ONLINE OBBLIGATORIO, LA PRIVACY CHE DIVENTA OBSOLETA - IL FILM VORREBBE ESSERE UNA SORTA DI PARABOLA HORROR SUI PERICOLI DEI SOCIAL ALLA FINE, PERÒ, DIVENTA UNO DI QUEI FILM UN PO’ FUTURIBILI SULLE SETTE E SULL’ABUSO DI POTERE


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    THE CIRCLE THE CIRCLE

    Trasparenza, voto on-line obbligatorio sui social, la privacy che diventa una cosa del passato. Questo è il film per Casaleggio. Pieno di massime, come “Conoscere è bene, conoscere tutto è meglio”. The Circle, fantascientifico-tecnologico diretto da James Ponsoldt, tratto dal romanzo omonimo di Dave Eggers, che lo ha scritto assieme al regista, e interpretato alla grande da Emma Watson come eroina alla Hunger Games e da un Tom Hanks che fa una specie di guru alla Steve Jobs, vorrebbe essere una sorta di parabola horror sui pericoli dei social e sulla loro intrusione sempre più violenta nelle nostre vite.

     

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    Alla fine, però, diventa un po’ quello che forse non vorrebbe essere, cioè uno di quei film un po’ futuribili sulle sette e sull’abuso di potere di chi ha il controllo totale sulle nostre azioni e i nostri desideri. Ma Emma Watson è così adorabile e la regia di James Ponsoldt, già regista di un piccolo film letterario niente male, The End of the Tour su David Foster Wallace, così fluida che alla fine lo seguiamo con piacere anche se non mancano meccanismi banali e qualcosa non funziona nella struttura del racconto.

     

    Diciamo che Mae Holland, cioè Emma Watson, è una ragazza americana di provincia che lavora da precaria in un call center e trova un posto regolare e ben pagato nella più grande società di servizi informatici del mondo, The Circle, dominata dal guru Eamon Bailey, Tom Hanks, e dai suoi più fidati collaboratori. Mae, innamorata totalmente del progetto di The Circle, non riesce a rendersi conto fino in fondo dei pericoli del controllo totale dei social.

     

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    Non l’aiuta nemmeno l’incontro con Tyler, John Boyega, genio informatico che ha ideato TrueTube, il supersocial che unisce tutti gli altri social, ora diventato critico sulla deriva di The Circle, né l’avversione ai social che dimostra il suo amico del cuore Mercer, Ellar Coltrane, che cerca di riportarla sulla terra.

     

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    Sarà pronta, anzi, a immolarsi come cavia di un esperimento di trasparenza totale che la renderà una star del social, ma che provocherà problemi sia con i suoi genitori, Glenne Headley e Bill Paxton alla sua ultima apparizione, sia con Mercer. Alla fine capirà, ovvio. Pensato con molte ambizioni, The Circle, nella sua resa cinematografica, finisce ben presto per diventare puro genere ed è lì, ahimé, che funziona meno bene.

     

    Ponsoldt è regista attento e civile, i dialoghi di Eggers, soprattutto nella prima parte, sono notevoli, soprattutto quando Mae affronta l’esame per entrare nella società, ma lo sviluppo stesso del racconto porta poi a una conclusione un filo affrettata. Gli attori, specialmente i giovani, da Emma Watson al John Boyega di Rogue One all’Ellar Coltrane di Boyhood, sono freschi e favolosi, credi un po’ meno al Tom Hanks ambiguo, mentre è un dolore vedere Bill Paxton come malato terminale nel suo ultimo film. A lui è dedicato il film. In sala dal 28 aprile. 

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