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    ''IL PAPA NON INVITA. IL PAPA RICEVE'' - MERCOLEDÌ TRUMP SBARCA A ROMA (DOPO NUBIFRAGI E CORSE BENEFICHE, CITTÀ DI NUOVO PARALIZZATA), E IL VATICANO GIOCA A CHI È PIÙ GRADASSO - 20 MINUTI DI COLLOQUIO, NIENTE ELICOTTERO, INGRESSO DAL RETRO - MELANIA SCRIVE UNA LETTERA PRIVATA A BERGOGLIO - A ROMA DEBUTTA ''LA BESTIA'', LA NUOVA CADILLAC PRESIDENZIALE CHE PUO' RESISTERE A UN MISSILE (VIDEO)


     
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    VIDEO - LA BESTIA, LA CADILLAC ONE PRESIDENZIALE CHE PUÒ RESISTERE A UN MISSILE

     

     

     

    Massimo Franco per il ''Corriere della Sera''

     

    «L’incontro andrà bene!». Non si capisce se sia una preghiera, un auspicio o una previsione. Ma a sentire la cerchia papale, mercoledì 24 maggio in Vaticano potrebbe compiersi un piccolo miracolo: Francesco, l’anti-Trump, e Donald Trump, l’anti-Papa, consegnerebbero al mondo l’immagine di una parziale riconciliazione.

     

    Nel segno della misericordia e soprattutto della realpolitik, cercheranno una ricucitura dopo un anno di gelo; senza troppe ambiguità, anzi misurando con sincerità e magari con durezza le distanze vistose esistenti tra di loro. Ma il tentativo è quello di arginare le tensioni dei mesi scorsi. Il Pontefice dei ponti e del dialogo, e il presidente «non cristiano», come lo definì Jorge Mario Bergoglio nell’aprile del 2016, perché affida la sicurezza ai muri, sembrano pronti a costruire almeno un rapporto personale.

    BERGOGLIO TRUMP BERGOGLIO TRUMP

     

    «Colloquio breve»

    Visti i personaggi, potrebbero arrivare sorprese. La stampa statunitense ha già preconizzato «un colloquio breve», che sottolineerebbe il freddo tra i due. In realtà, alla Segreteria di Stato vaticana sono cauti ma più possibilisti. Il Papa ha concordato l’udienza alle 8.30 del mattino perché un’ora dopo c’è quella generale in piazza San Pietro con la folla.

     

    Dunque, c’è una «finestra» di circa tre quarti d’ora, che si riempirà o meno a seconda dell’andamento del colloquio. Si parla di almeno una ventina di minuti, come con il predecessore Barack Obama. «Se fossero cinque minuti», si spiega, «si sfiorerebbe l’incidente». Ma è un’eventualità che si verificherebbe solo se scattasse qualcosa di imprevedibile.

     

     

    La trattativa

    Le due delegazioni hanno trattato in questi giorni l’agenda della discussione. E Francesco ha posto una sola condizione, che esula dalla politica. Ha chiesto che le questioni di sicurezza, immancabili quando arriva un presidente degli Stati Uniti, non disturbino l’afflusso dei fedeli del mercoledì.

     

    TRUMP CONTRO PAPA BERGOGLIO TRUMP CONTRO PAPA BERGOGLIO

    La laboriosa trattativa che ne è seguita è cominciata con l’offerta vaticana di fare arrivare Trump in elicottero: dentro le Sacre Mura c’è un piccolo eliporto. La risposta è stata che, per contenere la delegazione, di elicotteri di solito ne occorrono quattro, e mastodontici. Dunque, la soluzione è stata scartata. Alla fine, si è deciso che il corteo delle auto blindate entrerà dalla Porta del Perugino: un ingresso laterale che costeggia Casa Santa Marta, la residenza papale, e il palazzo del discusso attico dove abita il cardinale Tarcisio Bertone.

     

    La first lady

    Alla Gendarmeria assicurano che i servizi segreti Usa hanno mostrato grande disponibilità rispetto al passato: anche perché molti sono stati ereditati dall’epoca di George W. Bush, e conoscono i problemi. Si vogliono evitare le frizioni che si registrarono durante il viaggio del Papa a Washington nel settembre del 2015, quando alla Casa Bianca i G-men pretendevano di perquisire tutti, tranne il Papa.

     

    In più, dopo la conferma della visita, subito dopo il vertice del G7 a Taormina, la moglie di Trump, Melania, ha scritto una lettera privata a Francesco: un’iniziativa che difficilmente può essere stata presa senza concordarla con il marito e la Casa Bianca. Chi l’ha letta riferisce che la signora Trump si è detta onorata di poter conoscere il Papa, ricordando la sua fede cattolica.

     

     

    «Noi riceviamo»

    BERGOGLIO TRUMP BERGOGLIO TRUMP

    Dunque, dopo il faccia a faccia tra Francesco e Trump, Melania sarà nella delegazione statunitense, che fino a ieri non era stata ancora comunicata ufficialmente. È un altro gesto preventivo di distensione, che conferma la volontà di impostare un colloquio cordiale e senza spigoli, almeno visibili. D’altronde, l’udienza è stata chiesta dal presidente statunitense, di passaggio in Italia.

     

    «Noi riceviamo, non invitiamo», sono soliti dire al Protocollo vaticano. E la trama di una ricucitura conviene a un presidente Usa e a un partito repubblicano sospinti alla Casa Bianca e al Congresso col voto decisivo dei cattolici statunitensi: tanto più in un momento di estrema debolezza e difficoltà interna.

     

    «Via Crucis»

    Riemergere dai colloqui con Francesco con un’immagine finalmente positiva, sarebbe una piccola svolta. Se non il piedistallo del rilancio, almeno una pausa nella «via crucis» che, a Washington, Trump e la sua cerchia stanno percorrendo tra accuse di intrighi con i russi e tensioni con i vertici dell’Fbi.

     

    donald trump e melania sulla portaerei intrepid donald trump e melania sulla portaerei intrepid

    «Per lui, l’udienza in Vaticano», si azzarda, «è più importante del G7». Su immigrazione, rapporti col mondo islamico, assistenza ai poveri, strategie in Medio Oriente — che il Vaticano chiama Vicino Oriente — le posizioni sono distanti, se non agli antipodi: al punto che si parla di una richiesta dell’Autorità palestinese al Papa, di perorare la sua causa col presidente Usa, reduce da una tappa in Arabia Saudita e una in Israele: viaggio simbolico nelle capitali delle religioni islamica, ebraica e cattolica; ma con implicazioni geopolitiche, perché tocca i rapporti col terrorismo di matrice sunnita e la sicurezza nazionale.

     

    Convergenze

    melania trump sul jet melania trump sul jet

    Con la Santa Sede si nota una maggiore convergenza in materia di libertà religiosa, di protezione delle minoranze cristiane nell’area mediorientale, e di quelli che ai tempi di Benedetto XVI erano chiamati «valori non negoziabili»: aborto, eutanasia, unioni omosessuali.

     

    Si sa che in Vaticano è stata apprezzata la nomina di Neil Gorsuch, un conservatore «pro life», alla Corte suprema. La scelta ha dato fiato a quella minoranza che nelle file ecclesiastiche mostra di preferire comunque Trump a una «laicista» come Hillary Clinton. «Forse, Trump si può almeno redimere», scherzava qualche giorno fa un monsignore, raccogliendo reazioni perplesse soprattutto tra i gesuiti. I «trumpiani», infatti, sono identificati il più delle volte come critici tetragoni del papato argentino: in testa il cardinale Usa, Raymond Burke, sponda vaticana di uno dei consiglieri più potenti e controversi del presidente, Steve Bannon.

     

    Il nuovo ambasciatore

    D’altronde, perfino i temi sui quali c’è meno contrasto, vengono declinati con motivazioni e accenti molto differenti. Ma il dialogo deve riprendere, perché comunque rimangono i cattolici che hanno votato questo presidente atipico, a dispetto dei giudizi papali. Così, venerdì è arrivata la conferma che il nuovo ambasciatore Usa presso la Santa Sede sarà Callista Gingrich.

    callista gingrich canta nel coro callista gingrich canta nel coro

     

    Produttrice televisiva, cattolica di origini svizzero-polacche, è la terza moglie di Newt Gingrich, ex presidente del Congresso Usa, esponente influente dell’establishment repubblicano. Qualcuno ha storto il naso perché è sposata con un divorziato. Ma i tempi sono cambiati anche nella Roma papale. E il marito, che per lei si è convertito al cattolicesimo nel 2009, ed è socio in un circolo di golf di Trump, garantisce alla Santa Sede accesso diretto alla Casa Bianca.

     

     

    TRUMP A ROMA CON ''LA BESTIA''

    Newt e Callista Gingrich Newt e Callista Gingrich

    Rinaldo Frignani per il ''Corriere della Sera''

     

    Arriverà nella serata di martedì. L’Air Force One atterrerà a Fiumicino e il corteo presidenziale composto da berline e Hummer corazzati e con i vetri oscurati viaggerà spedito sull’autostrada, poi sul Raccordo anulare, infine - probabilmente - sulla Salaria. Con destinazione Villa Taverna, la residenza dell’ambasciatore Usa ai Parioli, dove da sempre i presidenti americani trascorrono il loro soggiorno a Roma. E dovrebbe farlo anche Donald J. Trump.

     

    Il condizionale è tuttavia d’obbligo perché fino a oggi non c’è ancora una specifica ordinanza della Questura che contenga il piano di sicurezza e, come sempre, orari e percorsi non vengono fissati ufficialmente ma possono cambiare. Anzi, di percorsi ce ne sono diversi per non dare punti di riferimento a nessuno. E oltretutto Trump non sarebbe nuovo a scelte controcorrente.

    callista gingrich canta nel coro callista gingrich canta nel coro

     

    Solo domani pomeriggio a San Vitale si riunirà il tavolo tecnico presieduto dal questore Guido Marino per stabilire i servizi e le vigilanze.

    Per il momento l’unica cosa certa sono le zone rosse che verranno create nella giornata di mercoledì attorno al Vaticano e poi al Quirinale in occasione dei due incontri che Trump, accompagnato dalla moglie Melania, da altri familiari e dallo staff, avrà in mattinata, prima con Papa Francesco (che sabato ha sciolto la prognosi sulla nomina di Callista Gringrich, terza moglie dello Speaker della Camera, Newt Gringrich, come ambasciatrice presso la Santa Sede) e poi con il Presidente Sergio Mattarella.

    le cadillac one presidenziali le cadillac one presidenziali

     

    Traffico interdetto, così come il traffico aereo sulla Capitale, momentanee chiusure alla circolazione dei veicoli, e dei pedoni, in occasione degli spostamenti e dell’arrivo del corteo presidenziale, del quale dovrebbero far parte - come è sempre accaduto in passato - agenti della Cia e dei servizi di sicurezza americani, con veicoli blindati dotati anche di jammer per neutralizzare le comunicazioni telefoniche nel raggio di alcune centinaia di metri attorno all’auto di Trump: a Roma debutterà «The Beast», la Bestia, nome in codice Cadillac One, vettura che assomiglia più a un carro armato in grado di resistere a qualsiasi tipo di esplosione e perfino attacco chimico.

     

    la cadillac di obama la cadillac di obama

    Insomma una visita in massima sicurezza, alla vigilia poi della partecipazione del presidente Usa al G7 di Taormina venerdì e sabato. In mezzo il trasferimento a Bruxelles, dopo Roma, da dove ripartirà sempre nella serata di mercoledì. Non è ancora chiaro se sia previsto un tour della First Lady in centro, sebbene i tempi della visita capitolina siano particolarmente ristretti.

     

    Ma nelle 24 ore di permanenza di Trump a Roma saranno innalzate ulteriormente le misure di sicurezza, e non soltanto quelle per gli obiettivi statunitensi. Polizia e carabinieri saranno impegnati in bonifiche accurate lungo i percorsi che saranno scelti per gli spostamenti del presidente degli Stati Uniti. Saranno rimossi auto e cassonetti, ma saranno anche piazzate squadre speciali antiterrorismo (le Uopi della polizia, le Api e le Sos dell’Arma) equipaggiate con fuoristrada e armi da guerra per contrastare qualsiasi minaccia.

    donald trump nella cadillac donald trump nella cadillac

     

    D’altra parte anche il corteo americano - e anche questo si è già visto nelle visite negli ultimi anni di Bush e Obama - è in grado di rispondere in maniera autonoma a qualsiasi offesa. Ma la minaccia terroristica non è l’unica alla quale bisognerà fare fronte: particolare attenzione sarà posta ad eventuali azioni dimostrative (a gennaio, dopo l’insediamento del neo presidente, anche a Roma ci furono sit-in contro il magnate), anche in quartieri lontani dalle zone rosse e dai Parioli, iniziative singole e di gruppo di protesta. La presenza di Trump a Roma - la sua prima visita ufficiale in Italia - potrebbe essere infatti un’occasione per molti di visibilità non certo soltanto nazionale.

     

     

     

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