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    IL PISELLO DI BEZOS LO HA FORNITO IL 'COGNATO' - NON C'ERA UN COMPLOTTO POLITICO DI TRUMP DIETRO LO SCOOP DEL ''NATIONAL ENQUIRER'' SULLE FOTO HARD DELL'UOMO PIÙ RICCO DEL MONDO. È STATO IL FRATELLO DELLA SUA PROCACE AMANTE A VENDERLE AL TABLOID, E LA TRATTATIVA CON GLI AVVOCATI SUI SELFIE E I MESSAGGI EROTICI NON SAREBBE ESTORSIONE MA PRASSI (IL CONFINE È SOTTILE…)


     
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    Glauco Maggi per “Libero quotidiano

     

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    Trump non ha nulla a che fare con lo scoop del National Enquirer che ha costretto Jeff Bezos, padrone di Amazon e del Washington Post, ad ammettere di avere un' amante e a lasciare la moglie con cui stava da 26 anni, mamma dei loro quattro figli. E tantomeno ha avuto un ruolo l' Arabia Saudita. E neppure Roger Stone, l' ex consigliere di Trump finito nel mirino dell' Fbi per bugie al Congresso che lui nega.

     

    «È stato il fratello dell' amante», hanno detto alla CNN due fonti anonime. Lo scandalo che ha portato sulle copertine dei giornali di mezzo mondo l' avvenente ex giornalista Lauren Sanchez è una faccenda domestica, con protagonista un poker di personaggi, invece del classico triangolo - lui lei e l' altra. In questa telenovela si è aggiunto il fratello di Lauren, Michael, che nel suo curriculum ha due caratteristiche che ne hanno fatto il più ovvio capro espiatorio: impegnato nel business delle pubbliche relazioni in California, Michael non nasconde di essere un sostenitore del presidente repubblicano, ed è stato in passato un fornitore di notizie piccanti al tabloid più famoso nei supermercati americani, l' agenzia ufficiosa degli scandali nazionali.

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    IL SOSPETTATO

    Ma è lui o non è lui, ad aver messo la rivista sulla pista di Bezos?

    L' avvocato di AMI, la casa editrice del National Enquirer, Elkan Abramowitz, non ha voluto risolvere il mistero ma è come se lo avesse fatto, non confermando né negando che ad aiutare il giornale sia stato Michael. Parlando con il conduttore del programma di ABC tv "This Week", il legale ha infatti spiegato: «L' origine della indagine della rivista è stata una fonte che dà informazioni al National Enquirer da sette anni. È una persona che era ben conosciuta da Bezos e dalla signora Sanchez, e ciò ha dato alla storia credibilità. È qualcuno vicino a entrambi, Jeff e Lauren. Non è l' Arabia, non è Trump, non è Stone».

    IL POST CON CUI JEFF BEZOS RIVELA IL RICATTO DEL NATIONAL ENQUIRER IL POST CON CUI JEFF BEZOS RIVELA IL RICATTO DEL NATIONAL ENQUIRER

     

    Il Washington Post, di proprietà di Bezos, aveva fatto da agenzia di pubbliche relazioni per il padrone, titolando un articolo sulla storia che adombrava un attacco politico: «Si è trattato di gossip piccante o è stata una manovra politica?». Micheal Sanchez, in un' intervista allo stesso quotidiano ha negato d' aver commesso alcuna scorrettezza e ha solo ammesso di aver saputo, da persone vicine all' editore AMI che il tabloid stava lavorando per «pubblicare una umiliazione che avrebbe reso felice Trump».

     

    Non è un mistero che, da quando fa politica, il Washington Post lo attacca ed è ricambiato da Trump, che da anni incolpa i media liberal di fake news contro di lui.

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    Bezos, informato dello scoop imminente a colpi di email sconce e di foto scambiate via Internet con l' amante, aveva pubblicato una bizzarra lettera aperta, cofirmata dalla moglie McKenzie, in cui la coppia annunciava la fine della relazione.

     

    «Io e mia moglie siamo e restiamo amici» concludevano i due. Evidentemente in famiglia la fine del matrimonio tra i due cofondatori di Amazon (McKenzie si consolerà con la metà della ricchezza di Jeff, 130 miliardi) era un segreto di pulcinella, e così pure la presenza della nuova fiamma nella vita di Bezos.

     

    INDAGINE INTERNA

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    Lo scoop era maturo e prossimo a scoppiare. Ciò che ha fatto degenerare lo scandalo è la verniciatura "politica" che Bezos, e la stampa fedele a lui, hanno voluto pennellare sul caso. Jeff ha incaricato Gavin de Becker, suo manager per la sicurezza, di indagare su chi avesse trafugato le email scambiate con Lauren. Ma Bezos non voleva tanto il nome del traditore (il futuro cognato), quanto esporre la natura politica del tradimento. E questa deviazione ha spinto i legali di Pecker, editore della AMI e vecchio amico di Trump, a intavolare una trattativa sui rispettivi interessi.

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