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    IL POPOLO SÌ TAV TORNA IN PIAZZA A TORINO E LA LEGA PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE, SCHIERANDOSI CONTRO IL M5S - E SE DI MAIO FA IL POMPIERE (“NON MI STUPISCE, LORO SONO SEMPRE STATI A FAVORE, MA C'È UN CONTRATTO DI GOVERNO”), SALVINI RIBADISCE IL SUO SOSTEGNO ALL'ALTA VELOCITÀ E APRE AL REFERENDUM: “SE I CITTADINI LO CHIEDONO PENSO CHE SIA UNO DEI CAPISALDI DEI CINQUESTELLE”


     
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    Patricia Tagliaferri per “il Giornale”

     

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    Una bozza dell'analisi costi-benefici che spinge verso lo stop alla Tav, un' altra giuridica che pesando le penali che l' Italia dovrebbe pagare se interrompesse i lavori propende per il sì, lo spettro di un referendum che non tutti vogliono e una nuova manifestazione oggi a Torino dei sì Tav che vedrà un pezzo di governo manifestare contro se stesso. Si fa sempre più delicata la querelle sulla Torino-Lione e più tesi i rapporti tra Lega e M5s.

    Luigi Di Maio ostenta tranquillità sul fatto che oggi il Carroccio sarà in piazza per sostenere le ragioni del sì.

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    «Non mi stupisce, loro sono sempre stati a favore, ma c' è un contratto di governo», getta acqua sul fuoco il vicepremier, mentre il collega Matteo Salvini non solo ribadisce il suo sostegno all' Alta Velocità («Nessuno pretende che il progetto non si tocchi, però io voglio un' Italia del sì che vada avanti e non che torni indietro») ma apre al referendum: «Se i cittadini lo chiedono penso che sia uno dei capisaldi dei Cinque Stelle». In realtà però i pentastellati, i paladini della democrazia diretta, in questo caso non fanno il tifo per la consultazione popolare, forse temendola.

     

    Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, fa il pesce in barile: «Il dibattito referendario deve essere avveduto e informato: inutile parlarne prima di aver conosciuto e studiato per bene i numeri dell' analisi costi-benefici». Toninelli prende tempo anche sulla relazione che ha bocciato la Tav. «È arrivata come bozza, la stiamo vagliando. Appena avremo terminato, penso a fine gennaio, ne discuteremo con la Francia e poi con Bruxelles insieme all' analisi giuridica, perché sono due cose parallele», dice. Il ministro sottolinea come nel contratto, che «vincola due forze diverse», si parli di «ridiscutere integralmente l' opera».

     

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    «E questo è quello che stiamo facendo con consapevolezza, cercando una sintesi come abbiamo sempre fatto», afferma.

    Il premier Giuseppe Conte minimizza la manifestazione della Lega a favore dell' opera: «Il punto non è la Lega che scende in piazza, sarà tutto il governo ad esprimersi sulla Tav adesso che il lavoro istruttorio è finito».

     

    Intanto questa mattina il nord produttivo, il mondo delle imprese e del lavoro, tutto il fronte favorevole alle grandi infrastrutture, si ritrova in piazza Castello chiamato a raccolta ancora una volta dalle sette «madamin» del comitato «Sì Torino va avanti» che lo scorso 10 novembre ha mobilitato 40mila persone. «Abbiamo chiamato in piazza chi crede che il futuro non si fermi. Noi possiamo mobilitare le persone ma è il governo che deve decidere e lo deve fare in fretta», dicono le organizzatrici. E un pezzo di governo oggi sarà alla manifestazione, nelle intenzioni apartitica, che prenderà la forma del flash mob.

     

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    «Siamo pronti a sostenere con forza le ragioni dei sì Tav», dice Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera. «L' ultima volta che ho visto il governo manifestare contro se stesso era con Prodi. E sappiamo com' è finita», twitta Laura Ravetto, Forza Italia. A Torino ci sarà anche Maria Stella Gelmini, presidente dei deputati Fi: «Ritengo sia doveroso non bloccare la crescita e non indietreggiare rispetto ad un' opera che l' Italia vuole da sempre e rispetto alla quale si è esposta a livello internazionale». Giorgia Meloni, leader FdI, sollecita la Lega a «non arrendersi alla decrescita grillina e a battersi per il futuro dell' Italia».

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