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    AVETE LE EMORROIDI? TRANQUILLI, NE SOFFRIVANO ANCHE NAPOLEONE E MARILYN MONROE! - IL PROFESSOR GIOVANNI MILITO SPIEGA QUALI SONO I SINTOMI, LE MIGLIORI SOLUZIONI PER ALLEVIARE IL DOLORE, LE CORREZIONI DA APPORTARE ALLO STILE DI VITA E ALL’ALIMENTAZIONE - IL VERO E FALSO SULLE EMORROIDI


     
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    Roberta Pasero per “DiPiù”

     

    GIOVANNI MILITO GIOVANNI MILITO

    Ne soffrivano già personaggi famosi come Napoleone Bonaparte, Carlo Marx, Marilyn Monroe e Elizabeth Taylor ma moltissime persone hanno pudore anche soltanto a parlare di emorroidi. Si vergognano e temono di dovere soffrire sottoponendosi alle terapia mediche e chirurgiche. In realtà ormai vi sono nuove tecniche meno invasive e molto meno dolorose rispetto al passato».

     

    Sono le parole del professor Giovanni Milito, docente di chirurgia generale colorettale all’università Tor Vergata di Roma, già chirurgo colorettale al Policlinico universitario di Roma Tor Vergata. Che cosa sono le emorroidi?

    «Sono cuscinetti fatti prevalentemente di arterie che stanno all’interno del canale anale sin dalla nascita. Hanno la funzione di continenza dei liquidi. Questi cuscinetti cominciano a dare problemi quando non stanno più nella loro sede, si gonfiano e si infiammano».

    emorroidi emorroidi

     

    Quali sono i sintomi delle emorroidi?

    «La malattia è rappresentata dal loro sanguinamento che può essere talmente importante da provocare un’anemia grave e dal dolore e bruciore che aumenta dopo essere andati in bagno o quando si sta molto tempo seduti oppure praticando sport come il sollevamento pesi».

     

    Che cosa consiglia come primo rimedio per alleviare i sintomi delle emorroidi?

    «Suggerisco di fare un bidet di acqua fredda, applicare ghiaccio o pomate locali per migliorare il microcircolo. Ma il primo rimedio è migliorare la liberazione dell’intestino prendendo prodotti emulsionanti a base di fibre».

     

    Le emorroidi infiammate possono essere ereditarie?

    GIOVANNI MILITO GIOVANNI MILITO

    «Sì, c’è una familiarità perché questo disturbo si può trasmettere geneticamente. Dunque chi ha avuto genitori o fratelli con problemi di emorroidi è più facile che ne soffra».

     

    Ci possono essere fattori predisponenti?

    «Sono la stitichezza, l’alimentazione povera di fibre, le variazioni ormonali, la gravidanza, lo stress psichico. Ma anche il tipo di lavoro che uno svolge può incidere sulla comparsa delle emorroidi».

     

    Quali sono le categorie professionali più a rischio?

    «Possono soffrirne in particolare le persone che stanno tanto sedute come i taxisti, chi sta per ore alla scrivania, chi pratica assiduamente alcuni sport come l’equitazione, il ciclismo, il sollevamento pesi, il tennis».

     

    Che cosa consiglia di fare quando compaiono i primi sintomi delle emorroidi?

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    «Consiglio di non fare da soli: sui siti Internet si vendono pomate e unguenti definiti miracolosi che, invece, aggravano i sintomi oppure ritardano una rapida guarigione e una soluzione radicale del problema. Le emorroidi non vanno mai sottovalutate perché il sanguinamento non è sempre causato dalle emorroidi stesse ma possono essere il sintomo di malattie più serie.

     

    Per questo io, prima di intervenire, consiglio sempre ai pazienti che hanno compiuto cinquant’anni di sottoporsi a una colonscopia del colon retto per escludere la presenza di polipi, diverticoli o tumori. L’età diminuisce a quarant’anni per chi ha ereditarietà e ha avuto casi in famiglia di malattie colorettali. Inoltre è importante farsi visitare da medici specializzati che si chiamano proctologi».

     

    L’esame del sangue occulto non è sufficiente per escludere altre patologie?

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    «Questo esame va fatto ogni due anni e in caso di positività, come capita nel 25 per cento dei casi, va completato e approfondito con la colonscopia che raccomando comunque caldamente di fare ogni cinque anni a tutte le persone che hanno compiuto cinquant’anni, anche se l’esame del sangue occulto è negativo».

     

    Molte persone non vanno dal medico specialista perché temono di soffrire. Come avviene la diagnosi delle emorroidi?

    «Attraverso la visita proctologica con i pazienti posti in posizione laterale e facendo una anoscopia, un esame che non è doloroso, non richiede una preparazione intestinale o l’anestesia perché si effettua con un anoscopio usa e getta, un piccolo strumento conico di plastica. Basta questo esame per fare la diagnosi del grado di emorroide».

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    Che cosa determina la classificazione in gradi delle emorroidi?

    «I gradi sono quattro e ognuno corrisponde a una sintomatologia e a una terapia. Il primo grado si ha quando le emorroidi sono all’interno e causano semplici e saltuari sanguinamenti e un senso di bruciore. In questo caso si curano correggendo l’alimentazione e con pomate locali a base di flavonoidi, che migliorano il microcircolo».

     

    Che cosa accade quando le emorroidi sono di secondo grado?

    «Il secondo grado è lo stadio in cui le emorroidi danno bruciore e sanguinamento perché fuoriescono ma si riducono spontaneamente. Il trattamento delle emorroidi di questo grado è ambulatoriale e conservativo e avviene mediante la cosiddetta legatura: attraverso un anoscopio si mette un laccetto elastico che va a stringere le emorroidi in modo che restino confinate all’interno».

     

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    Anche quando le emorroidi sono del terzo e quarto grado si può evitare l’intervento chirurgico?

    «Di solito il terzo grado si ha quando fuoriescono e il paziente cerca di ridurle all’interno con molta fatica mentre nel quarto grado c’è un prolasso vero e proprio delle emorroidi che diventano permanenti. Nel terzo e nel quarto grado non si può più fare un trattamento conservativo ma è necessario rivolgersi al chirurgo che sceglierà il metodo migliore per eliminarle».

     

    È un intervento molto doloroso per il paziente?

    «No, ormai esistono bisturi a radiofrequenza che permettono di operare in modo indolore il paziente in mattinata e mandarlo a casa nel pomeriggio. Questo strumento lavora a temperature molto basse, a cinquanta o sessanta gradi, rispetto ai novecento dei laser o dell’elettrobisturi e quindi brucia meno i tessuti, dà meno edema e permette di non applicare punti di sutura perché fa tutto da solo, taglia e coagula allo stesso tempo. Inoltre accorcia molto l’intervento a dieci minuti, consente di non usare i tamponi e questo riduce notevolmente il dolore postoperatorio e permette una guarigione delle ferite in una settimana».

     

    Si tratta di un intervento definitivo o le emorroidi possono tornare?

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    «Se l’intervento è eseguito correttamente, è definitivo perché permette di togliere tutta la mucosa prolassata. Le recidive sono davvero poco frequenti».

     

    Quali correzioni vanno apportate allo stile di vita?

    «L’alimentazione è il primo punto perché dev’essere ad altissimo contenuto di fibre. Vanno evitati cibi piccanti, peperoncino, cioccolato, spezie, alcol e fumo. Invece alimenti benefici sono kiwi, mucillagini, cereali, verdura e frutta in abbondanza. È anche importante bere almeno due litri di acqua al giorno perché l’acqua idrata le feci che sono eliminate senza indurirsi e dunque con minore sforzo».

     

    Che cosa consiglia per prevenire o per limitare i sintomi delle emorroidi?

    «Per migliorare la stitichezza è molto utile fare mezz’ora o quaranta minuti di camminata veloce al giorno con il passo che si tiene andando a fare una raccomandata quando si sa che l’ufficio postale sta per chiudere. Quando si va in bagno, se non si ha lo stimolo, è inutile insistere e invece di abusare di carta igienica, che è irritante, suggerisco di usare detergenti a base di prodotti naturali come malva, ippocastano o sapone di Marsiglia da sciogliere nel bidet di acqua tiepida almeno due volte al giorno».

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    VERO

    Secondo alcuni studi medici il 50 per cento della popolazione soffre per le emorroidi almeno una volta nella vita. Si tratta di una patologia molto diffusa nei Paesi occidentalizzati rispetto a quelli, per esempio, africani. Questo accade per il tipo di alimentazione e per lo stile di vita. Noi ci nutriamo con più carne e con poca verdura e cereali, siamo generalmente sedentari e spesso rimandiamo lo stimolo e non andiamo in bagno quando sarebbe naturale, provocando uno sforzo successivo.

     

    FALSO

    Chi soffre di problemi circolatori alle gambe e di vene varicose soffre anche di emorroidi. Non c’è connessione tra le due patologie: i problemi circolatori sono legati al sistema venoso mentre le emorroidi sono riguardano prevalentemente il sistema arterioso.

     

    VERO

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    Uomini e donne soffrono in uguale misura di emorroidi. Fino a qualche tempo fa erano più le donne a soffrirne specialmente dopo il parto per gli sforzi compiuti per fare nascere i figli. Adesso, invece, che si tende a fare nascere i bambini con il parto cesareo e ci sono meno gravidanze multiple, ne soffrono uomini e donne in uguale misura. La fascia di età che ne va maggiormente soggetta è quella tra i quaranta e i cinquant’anni. Tuttavia se una persona non ha uno stile di vita e un’alimentazione corretta si possono manifestare anche prima.

     

    FALSO

    Soffrire di emorroidi non è mai ereditario. C’è una familiarità perché questa patologia si può trasmettere geneticamente. Quindi chi ha avuto, per esempio, genitori o fratelli con problemi di emorroidi è più facile che ne soffra.

     

    VERO

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    L’assunzione di alcuni farmaci può causare il sanguinamento delle emorroidi. Alcuni medicinali come l’acido acetilsalicilico oppure gli antiaggreganti piastrinici facilitano i sanguinamenti ma soltanto nelle persone che già soffrono di emorroidi.

     

    FALSO

    Non tutte le persone hanno le emorroidi. Si tratta di cuscinetti fatti in prevalenza di arterie che stanno all’interno del canale anale sin dalla nostra nascita. Hanno la funzione di continenza dei liquidi. Questi cuscinetti cominciano a dare sanguinamento e dolore quando non stanno più nella loro sede.

     

    VERO

    Alcuni fattori predispongono alle emorroidi. Sono la stitichezza, l’alimentazione povera di fibre e priva del giusto apporto d’acqua, le variazioni ormonali, la gravidanza, lo stress psichico. Ma anche il tipo di lavoro che uno svolge può incidere sulla comparsa delle emorroidi e l’uso di biancheria intima molto aderente può peggiorare i sintomi.

     

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    FALSO

    Stando seduti i sintomi provocati dalle emorroidi infiammate migliorano. Proprio in questa posizione si peggiora il disturbo e questo accade praticando sport come la bicicletta oppure facendo lavori che obbligano a stare tanto seduti come fare il taxista o lavorare per ore alla scrivania. In questi casi è opportuno alzarsi e fare una breve passeggiata ogni due ore.

     

    VERO

    È importante ai primi sintomi rivolgersi al medico specialista in proctologia. Bisogna evitare di fare da soli: sui siti Internet vendono pomate e unguenti definiti miracolosi che invece aggravano soltanto i sintomi oppure ritardano una rapida guarigione e una soluzione definitiva del problema. Per questo conviene rivolgersi ai primi sintomi a un medico specialista che, dopo gli accertamenti, potrà consigliare una semplice correzione della alimentazione.

     

    FALSO

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    Quando si soffre di emorroidi è sempre necessario sottoporsi a un intervento chirurgico. Dipende dal grado della malattia: se sono di primo grado e dunque le emorroidi sono all’interno e danno dei semplici e saltuari sanguinamenti e un senso di bruciore, in questo caso il medico le curerà con pomate locali a base di flavonoidi che migliorano il microcircolo, correggendo l’alimentazione e lo stile di vita. Anche quando le emorroidi sono di secondo grado e danno bruciore e sanguinamento perché fuoriescono ma si riducono spontaneamente, il trattamento è ambulatoriale e conservativo e avviene in pochi  minuti mediante la cosiddetta legatura: attraverso un piccolo strumento chiamato anoscopio il medico posiziona un laccetto elastico che va a stringere le emorroidi in modo che restino confinate all’interno.

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