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    IL RAGIONIER ROSSI - SEMBRAVA IN DIFFICOLTÀ, INVECE A 38 ANNI SUONATI E CON UNA TATTICA DA RAGIONIERE VALENTINO SGASA VERSO IL DECIMO TITOLO – MARQUEZ: "DISUMANO: HA UN SEGRETO CHE DOVREMMO IMPARARE" – IL PRIMO MANAGER PERNAT: "VINALES E MARQUEZ SI ODIANO IN PISTA E ROSSI RINGRAZIA GIA’ ADESSO PER I LORO ERRORI" - VIDEO


     
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    Massimo Calandri per la Repubblica

     

    VALENTINO ROSSI VALENTINO ROSSI

    «VALENTINO sta dimostrando che si può vincere il mondiale anche senza essere il più veloce.

     

    Bastano la regolarità, l' esperienza. L' intelligenza». Se lo dice uno come Jorge Lorenzo, che di sicuro non è il miglior amico del Doc, allora vale la pena di crederci. A 38 anni suonati il pesarese è in testa alla classifica dopo le prime tre gare, e il decimo titolo non è fantascienza. Anzi.

     

    Metamorfico e senza tempo, con la formula magica di sempre – «La passione e la voglia di divertirmi, il rifiuto di arrendermi», racconta - è stato protagonista di un nuovo miracolo sportivo, una trasformazione che ha lasciato con la bocca aperta e il cuore in tumulto i suoi giovani rivali spagnoli. Ma come: solo un mese fa si era presentato in Qatar col morale sotto i tacchi perché proprio non gli riusciva di far correre la nuova Yamaha.

     

    Invece da un giorno all' altro ha trovato il modo di ottenere il massimo dalla M1: una migliore distribuzione dei pesi sulla moto, qualche piccolo decisivo dettaglio che gli ha permesso finalmente di godersi le Michelin, le gomme degli anni belli. «Fino all' ultimo eravamo disperati, poi ci è venuta un' idea. L' Idea».

     

    ROSSI PEDROSA ROSSI PEDROSA

    E ha saputo rimanere incollato alle ruote di Marquez e Viñales - «I favoriti restano loro», dice serio, ma intanto gli luccicano gli occhi -, approfittando che quelli si detestano fin da quando erano bimbi ed è un veleno che toglie loro lucidità. Ha preso pochi rischi, solo podi e tanti punti: 23 più dell' anno scorso. Ha il morale a mille e una condizione fisica strepitosa. Ora il campionato si sposta in Europa. Sulle piste che preferisce, dove in passato ha vinto più di ogni altro: Spagna, Italia e poi il nord, dove spesso piove. Sul bagnato è nettamente il più forte. Sì, Valentino: se non ora quando?

     

    «La vita è fatta di tanti crocevia: l' importante è prendere la strada giusta. Un anno fa qui ad Austin ero caduto, e pure al Mugello ho scelto la direzione sbagliata, buttandomi via. Adesso no, non succederà». Una metafora per raccontare che la sua Yamaha la sente «affidabile».

     

    Non come nel 2016: «Quella era una moto che con me funzionava nelle qualifiche e con le gomme morbide. Ma in gara non ero altrettanto sicuro». Infatti è tornato a soffrire nei giorni che precedono la gara. «Però la domenica arrivo fino in fondo, negli ultimi giri vado addirittura più forte ». L' altra stagione i ritiri sono stati quattro. «Con quegli 'zero' in classifica, non avevo speranza ». Non succederà più, ripete.

     

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    L' incredibile finale di campionato del 2015, il mondiale scivolato via, lo aveva molto provato.

    «Avevo cominciato la preparazione atletica con poca voglia, in ritardo». Questa volta, invece. «Ho lavorato durissimo, la testa sgombra. I risultati si sono visti subito: in Qatar stavo meglio di tutti quei ragazzini».

     

    La cosa che fa più impazzire di rabbia gli spagnoli è la sua diversità di rendimento tra il sabato e la domenica, in cui riesce a migliorarsi di 8 decimi al giro.

     

    Per non dire del confronto con il primo giorno di prove libere: a Losail prendeva un secondo e mezzo, in Argentina quasi un secondo, in Texas di nuovo un secondo e 4. «Ogni volta mi sembra impossibile, disumano: c' è qualcosa di speciale in lui. Qualcosa che dovremmo imparare», confessa Marquez, impressionato.

     

    «Anche a me piacerebbe conoscere il suo segreto», dice Lorenzo, con un sorriso pìcaro che chissà quali stregonerie sottintende. «Semplicemente, lavoriamo fino a sera tardi in officina con Silvano Galbusera (capomeccanico) e Matteo Flamigni (telemetrista)», spiega il pesarese. «Siamo tutti "vecchietti" del mestiere, sappiamo dove mettere le mani. E abbiamo pazienza ». Bastava vederli la prima notte nel deserto del Qatar.

    ROSSI ROSSI

    «Forse eravamo così nei guai che restava solo da sorridere.

    Poi è arrivata l' Idea». Sorridevano anche l' altra sera, lasciando la pista texana.

     

     

    2. PERNAT: UN SAGGIO CON UN CORPO DA 26ENNE

    M.Cal. per la Repubblica

     

    LUI lo aveva pronosticato in inverno, con Valentino che ai test sembrava un fantasma.

    «Quest' anno vince il decimo titolo: scommettiamo?». Carlo Pernat, da quasi 40 stagioni nel motomondiale (e primo manager del Dottore, quando il signor Rossi era ancora un biondino di belle speranze), era stato preso in giro da tutto il paddock. «Ma io lo sapevo, che avrebbe approfittato della rivalità tra quei due».

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    Maverick Viñales e Marc Marquez?

    «Si odiano - sportivamente - da quando erano bambini e Maverick batteva Mark. Ora poi che Lorenzo con la Ducati è fuori dai giochi, si giocano la supremazia in Spagna. Tutta quella foga li ha già portati a commettere degli errori, vedrete quando duelleranno di brutto in pista: secondo me, uno dei due finisce per terra».

    E poi Valentino ringrazia.

    «Rossi ringrazia già adesso. Sa di non essere il più veloce, oggi: e diventa un po' ragioniere, aspetta il momento giusto per colpire. Controlla. Prudente, intelligente: un fenomeno. Anche al box: è incredibile come sia riuscito a "capire" appena in tempo la nuova Yamaha, dopo aver patito per mesi».

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    Ma quando toccherà al pesarese, duellare con gli spagnoli?

    «Nel confronto diretto con Viñales, vince Valentino: è un furbone, mentre l' altro nei momenti decisivi temo si perda un po'. Con Marquez è una bella battaglia, ma ricordatevi che Marc lo scorso anno in Argentina aveva perso la testa».

    Ora è in testa al mondiale, a 38 anni.

    «Guardate che ha truffato l' anagrafe: fisicamente è come se ne avesse 26.

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    Di testa invece è vecchio di secoli. Secoli di sapere, intuizioni, colpi di genio».

    Dice: "Godiamoci il momento, non so quanto durerà".

    «Questi gran premi gli sono serviti per allenarsi, per guadagnare la forma migliore. Adesso che andiamo Europa, vince. Non dico 5-6 gare, no. Ma qualche successo mettetelo in conto. Soprattutto quando si correrà sul bagnato: Francia, Inghilterra, magari l' Olanda ».

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    ROSSI QATAR MOTO GP ROSSI QATAR MOTO GP

     

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