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    SHARAPOVA IS BACK - “SE AVESSI PAURA DEI GIUDIZI E DELLE MIE AVVERSARIE, ME NE SAREI RIMASTA A CASA. NON MI INTERESSA DIVENTARE AMICA DELLE ALTRE'' – DOPO LA SQUALIFICA PER DOPING, RIPARTE DA STOCCARDA (ALL'ESORDIO C'E' LA VINCI) – ANCHE GLI UOMINI SCAPPANO DA LEI: “COLPA MIA, LI INTIMIDISCO”


     
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    Gaia Piccardi per il Corriere della Sera

     

    La corsa all’intervista dell’anno è stata vinta a mani basse da Vanity Fair, versione spagnola. Bella forza: regista, fotografo, trucco, parrucco, cinque cambi d’abito, una produzione da film volata a Los Angeles per agguantare l’esclusiva.

     

    «Se avessi paura dei giudizi e delle mie avversarie, me ne sarei rimasta a casa...» sono state le prime parole della divina squalificata per doping. Il ritorno dell’anno. Sopravvissuta (brillantemente) al meldonium, riecco Maria Sharapova.

     

    Appuntamento a Stoccarda, mercoledì sera. Il primo turno del torneo che Maria ha già vinto tre volte, e che grazie agli euro dello sponsor Porsche si è assicurato la tennista più ambita, segnerà l’inizio di una nuova vita a poche ore dalla scadenza del bando: Sharapova-Vinci, 455 giorni dopo il quarto di finale dell’Australian Open 2016 con Serena Williams, ultimo match giocato.

     

    Maria-Sharapova Maria-Sharapova

    Roberta, che è sotto 2-0 nei precedenti, si troverà di fronte una femmina scatenata, che non vede l’ora di riprendersi — con gli interessi — i tornei e gli scalpi che ritiene le siano stati ingiustamente sottratti. Pensi di essere stata usata come capro espiatorio e caso esemplare? «È difficile non pensarlo: la mail della Wada che comunicava l’aggiornamento della lista di sostanze vietate era assolutamente inadeguata. Quando l’hanno vista i giudici del Tas che mi hanno ridotto la squalifica, hanno riso». Ridono poco, invece, le altre.

     

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    Serenona, l’eterna rivale che ha fatto a Maria lo sgarbo di annunciare al mondo la gravidanza proprio la mattina del 30esimo compleanno della russa (che casualità), è in tutt’altre faccende affaccendata, ma dall’altra parte della rete è pronto il plotone d’esecuzione. Muguruza («Nessuna di noi sentiva il bisogno che lei tornasse a giocare»), Wozniacki («Invitarla a Stoccarda è irrispettoso: chi è fuori per doping dovrebbe ripartire da zero»), Radwanska («Il Roland Garros non dovrebbe offrirle la wild card»),

     

    Kerber («Scontare la squalifica mercoledì e scendere in campo mercoledì... Tutto un po’ strano») sono state zittite in malo modo da Max Eisenbud, il manager storico che avrebbe dovuto avvertire Maria delle novità della Wada ma aveva appena divorziato dalla moglie e in quei giorni era un po’ turbato: «Tutte queste operaie della racchetta che non hanno mai conquistato uno Slam in vita loro e sono state sorpassate dalla nuova generazione pensano di essere furbe: senza Maria hanno avuto l’ultima chance di vincere qualcosa...».

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    In un ambiente incandescente, insomma, la Sharapova torna per restare. «Vergognarmi? Di cosa? Ho avuto un problema. L’ho risolto. Non mi interessa diventare amica delle altre. Se mi criticano perché non chiacchiero nella doccia, facciano pure». Alla faccia del fuggi fuggi degli sponsor, a Stoccarda (dove è atterrata venerdì e si allena lontano dalla Porsche Arena, che fino a mercoledì le è interdetta), si ripresenta con Nike, Head e Evian, i marchi che contribuiscono a un patrimonio stimato in 300 milioni di dollari.

     

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    Niente è lasciato al caso: il vestitino per il match con la Vinci, nome in codice «Special Comeback», color ortensia, è pronto da mesi. Ed è facile prevedere che la biografia «Unstoppable, my life so far», in uscita il 12 settembre, sarà un boom. Piaccia o no, la popstar del tennis è questa russa sbarcata negli Usa dodicenne con 700 dollari in tasca, senza parlare una parola di inglese. Oggi che è milionaria, gli uomini scappano (l’ultimo, il modello spagnolo Andres Velencoso, è durato poco): «È colpa mia, li intimidisco». Mica solo loro, Maria.

     

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