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    IL SOSPETTONE DEI LEGHISTI: I GRILLINI HANNO BRUCIATO CONTE PER AVERE DI MAIO PREMIER. D’ALTRONDE, MATTARELLA DICE DA SETTIMANE CHE SE VOGLIONO FARE UN GOVERNO POLITICO, IL CAPO DEVE ESSERE UN POLITICO. GLI HA PURE LETTO L’ARTICOLO 95 DELLA COSTITUZIONE - I 5 STELLE SONO PREOCCUPATI ANCHE PERCHÉ DOPO IL CASO CONTE DAL QUIRINALE È ARRIVATA LA RICHIESTA DI VAGLIARE I CURRICULA DI TUTTI I POSSIBILI MINISTRI…


     
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    1. LA GIORNATA DEI SOSPETTI

    Emanuele Buzzi e Marco Cremonesi per il Corriere della Sera

     

     

    La giornata dei sospetti comincia con lo spread sul debito che arriva a quota 196.

    Seguono, a partire dal New York Times, le bordate che nel corso della giornata si fanno raffica nei confronti di Giuseppe Conte, il candidato premier proposto dai 5 stelle e accettato dai leghisti. E si conclude nell' incertezza sui tempi di convocazione al Quirinale del presidente del Consiglio in pectore.

     

    Normale che Matteo Salvini e Luigi Di Maio abbiano molto da dirsi. E infatti, nel primo pomeriggio si confrontano per oltre novanta minuti filati.

    luigi di maio salvini luigi di maio salvini

    Al termine, il segretario leghista arriva tra i suoi parlamentari famelici di notizie e, per prima cosa, ribadisce la sua fiducia in Di Maio: «Che vi devo dire? Io di Luigi mi fido. Credo davvero che sia in buona fede». Eppure, qualche cosa al segretario leghista non torna.

     

    E così, completa la frase: «Di Luigi mi fido, ma non so se tutti quelli che ha intorno siano altrettanto affidabili». Un tarlo rode il capo leghista, e i suoi lo riferiscono così: «Noi abbiamo, come da accordi presi, lasciato a loro la scelta del premier: come è possibile, ferma restando la fiducia, che abbiano scelto una persona di cui, ad ogni ora che passa, se ne sente una nuova?».

     

    Il dubbio è quello che tra i leghisti resiste da tempo: e cioé, che - tramontate le ipotesi «terze», quelle del «nome condiviso» - alla fine Matteo Salvini sia costretto a dire sì a un governo guidato da Luigi Di Maio. Così come ritengono piacerebbe al presidente Sergio Mattarella.

     

    Ma lui, il segretario leghista, continua a dire no: «Lo ripeto dal 5 marzo. Io posso benissimo non essere il premier, ma allora neppure può esserlo Di Maio». Di più: «O il governo parte come deve essere, oppure torniamo tutti quanti a votare». Un pensiero che nelle ultime ore scintilla spesso tra le idee del capo leghista, con la vittoria in Val d' Aosta e alcuni sondaggi che sono arrivati a dare la Lega al 25,5%.

     

    Anche perché, a tarda sera, parte una nuova folata di voci: l' impianto sostanziale del governo - che vede premier Conte, ministro all' Economia Paolo Savona e agli Esteri Giampiero Massolo - sarebbe saltato. I leghisti accolgono gelidamente la notizia: «Noi stiamo a quanto concordato fino a questo momento. Se altri non sono più d' accordo, se ne assumeranno la responsabilità. E si va al voto». Salvini avrebbe anche detto di essere «pronto a tutto: al governo, al voto, alle barricate».

     

    SALVINI DI MAIO SALVINI DI MAIO

    Ma i sospetti leghisti si appuntano anche sul Quirinale: a ieri sera, dal Colle non era ancora arrivata alcuna comunicazione. E molti leghisti sono inquieti: «Ci hanno detto e ripetuto di fare presto. Poi, il lunedì diamo al capo dello Stato un nome che ha una maggioranza in Parlamento, e lui va a Civitavecchia». Un riferimento alla partecipazione del presidente alla partenza della Nave della legalità. Tra i leghisti meno diplomatici se ne sentono di addirittura roventi: «Come mai aspetta? Per far salire lo spread di un altro "ventello" e fare pressione su Matteo?». Uno stupore per la scelta d' attesa condivisa anche da buona parte del Movimento.

     

    I 5 Stelle vivono la loro giornata in altalena, tra la «sorpresa» per il susseguirsi di notizie sul curriculum di Conte e i fitti contatti tra i due leader. Ma è Di Maio a rassicurare i più inquieti: «Con Salvini siamo e restiamo d' accordo su tutto», avrebbe detto ai suoi il capo politico. I due leader si rivedono prima di lasciare Montecitorio: si studiano possibili scenari ed equilibri.

     

    Con il passare delle ore crescono pure i sospetti di una manovra del Movimento, di un blitz per piazzare Di Maio a Palazzo Chigi. Ma i Cinque Stelle respingono i sospetti.

    «L' ideale di tutti sarebbe un governo politico, però Salvini non vuole e per noi si procede con Conte. L' idea di un cambio forse sarà balenata ad altri». e ancora: «Noi? Ci sentiamo sicuri dell' accordo politico che abbiamo intavolato.

    giuseppe conte luigi di maio foto lapresse giuseppe conte luigi di maio foto lapresse

     

    Crediamo che siano fattori esterni a noi e alla Lega a creare intoppi». Il problema su Paolo Savona all' Economia, professore anti euro, però resta. Anche se Salvini scuote la testa: «Incredibile. Lui non è un leghista. È stato ministro di un padre della Patria come Ciampi, è stato in Bankitalia...».

     

     

    2. "ABBANDONATO SULLA GRATICOLA" MA IL M5S NON HA UN PIANO B

    Ilario Lombardo per “la Stampa

     

    Il crollo di ogni certezza si verifica dopo le otto di sera. Quando la versione online del settimanale l' Espresso pubblica la notizia di un' ipoteca sulla casa del professore Giuseppe Conte, unico candidato al ruolo di presidente del Consiglio, risolta attraverso il pagamento di una multa di 52 mila euro.

     

    Lo smartphone di Di Maio si illumina proprio mentre con il suo staff sta passando in rassegna la linea difensiva dopo una giornata in cui sei università sparse tra l' Europa e gli Stati Uniti smontavano il curriculum dell' avvocato e docente di Diritto privato all' Università di Firenze. Il link dell' articolo esplode in faccia al capo politico del M5S . «Cosa facciamo Luigi?» gli chiedono. Di Maio sulle prime non sa cosa rispondere. Poi si prepara una dichiarazione e si butta sui microfoni che lo attendono all' uscita da Montecitorio.

     

    GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

    «Nessun ripensamento su Giuseppe Conte. Quello che si sta facendo oggi - dice - è un' azione inedita e inaudita di violenza che non ricordo in precedenza. Più questo accade verso una brava persona, più il nostro nome resta Conte». Di Maio deve fare i conti con la pressione dei media che scavano nelle biografie dei politici, tanto più se sono in predicato di diventare premier e il giorno prima erano semplici professori. «Questo succede quando resti troppo in sospeso, per giorni...» si lascia scappare il leader con alcuni dei deputati a lui più vicini.

     

    Una graticola a cui Conte è costretto perché il Colle ha scelto di temporeggiare, prendendosi altro tempo per approfondire il profilo del candidato premier e valutare gli scenari. Un premier sconosciuto e un possibile ministro del' Economia di 82 anni, Paolo Savona, indicato dalla Lega, sostenitore dell' uscita dall' euro, provocano forti perplessità nel presidente Sergio Mattarella. La storia dei curriculum è solo un carico in più.

    Che potrebbe render il tutto insostenibile.

     

    I precedenti della tesi dell' ex ministro Pd Marianna Madia, dei titoli inesistenti dell' altro ex ministro Valeria Fedeli, sono ben presenti ai grillini, da una parte schiacciati dalla loro stessa narrazione sulla trasparenza e sull' onestà, e dall' altra dalla necessità di difendere Conte anche e semplicemente perché non c' è un' alternativa.

    Non c' è un piano B che non sia Di Maio premier, ma i 5 Stelle sono sconfortati dalla consapevolezza che Matteo Salvini non cederà mai.

     

    Il leader della Lega definisce «peccati veniali» le notizie su Conte ma sa bene anche lui che la conseguenza sarà una campagna che perseguiterà il possibile premier. «Dobbiamo difenderlo comunque» dice Di Maio. E da quel «comunque» gronda tutta la fragilità di queste ore. I 5 Stelle si sono fidati. Hanno ricevuto un curriculum di undici pagine pieno zeppo di esperienze, pubblicazioni e titoli, certamente un bel po' gonfiati, e non hanno fatto ulteriori controlli. «E' del 2013 spiegano», quando Conte aveva collaborato con gli uffici legislativi del M5S.

    valeria fedeli 4 valeria fedeli 4

     

    Poco prima delle 13, quando già da qualche ora dai siti d' informazione rimbalza la notizia del New York Times che mette in dubbio la sua frequentazione alla New York University, l' ufficio della Comunicazione fa inoltrare un comunicato che si conclude così: «E' l' ennesima conferma che hanno davvero paura di questo governo del cambiamento». Si riferisce ai giornali di ogni Paese in cui è passato Conte a perfezionare i suoi studi. A quell' ora non erano ancora usciti i casi di Pittsburgh, di Parigi, di Cambridge.

     

    Ma nel M5S sanno che stanno già passando a setaccio tutte le sue ricerche e che Conte si è lasciato andare a qualche esagerazione. Lo ammette lui quando di mattina viene raggiunto al telefono, pare attraverso una linea riservata, un numero nuovo, conosciuto a pochi.

     

    MATTARELLA SALVINI MATTARELLA SALVINI

    Conte spiega la ragione dei passaggi contestati dal Nyt .

    «Sono in buona fede» dice.

    Spiega che a New York ha soggiornato davvero, ha perfezionato la lingua, il vocabolario giuridico. La stessa cosa ha fatto con il tedesco a Vienna.

    Poi si sfoga, «amareggiato»: «Ma come si fa a trattare così una persona...stanno distruggendo la mia rispettabilità...».

     

    Di Maio prova a tranquillizzarlo ma lui, prima di chiunque altro, è certo che tutto questo non sarebbe successo se il Capo dello Stato non avesse rinviato l' incarico. Non solo: i 5 Stelle sono preoccupati anche perché dopo il caso Conte dal Quirinale è arrivata la richiesta di vagliare i curricula di tutti i possibili ministri.

     

    Nulla di tutto ciò si poteva aspettare Conte, quando, dopo aver dato la sua disponibilità all' incarico, a un collega della Sapienza, aveva confidato i suoi timori: «Sono preoccupato, la situazione non è per nulla semplice ».

    MATTARELLA GOVERNO MATTARELLA GOVERNO

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