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    IL TESTAMENTO E’ SOLIDALE – IN ITALIA GLI OVER 50 CHE HANNO GIA’ FATTO UN LASCITO ALLE ORGANIZZAZIONI BENEFICHE SONO 1,3 MILIONI - TRA I DUBBI SOTTOPOSTI PIÙ SPESSO AI NOTAI CI SONO QUELLI SULL'EVENTUALE LESIONE DEI DIRITTI EREDITARI SPETTANTI A FIGLI E CONIUGE - LE RISPOSTE DEGLI AVVOCATI


     
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    Giulia Prosperetti per “il Giorno”

     

    Lasciare al mondo un futuro migliore, attraverso un segno tangibile dei propri valori. Da Alfred Bernhard Nobel a Bill Gates - che con The giving pledge (la promessa di donare) ha dato vita al progetto filantropico più mastodontico mai realizzato - la storia è piena di illustri benefattori che pensando al momento della loro dipartita hanno deciso di lasciare parte dei loro beni ai meno fortunati.

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    In passato poco conosciuta nel nostro Paese, quella dei 'testamenti solidali' è una tendenza che, negli ultimi anni, si è diffusa in maniera crescente anche in Italia. Secondo i dati diffusi dall' ultima Indagine sinottica di GFK Italia, nel nostro Paese gli ultracinquantenni che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un lascito solidale sono, infatti, circa 1,3 milioni di persone, pari al 5 per cento della popolazione over 50.

     

    Un numero che, considerando un ulteriore 8 per cento che prenderà probabilmente in considerazione l' idea di sostenere una organizzazione no profit attraverso un lascito testamentario, arriva a oltre 3,3 milioni di persone, mezzo milione in più rispetto al 2016. Dati che testimoniano una tangibile presa di coscienza collettiva su questo nobile e delicato tema se si pensa che cinque anni fa tale scelta veniva effettuata da appena il 2 per cento della popolazione over 55.

     

    «Alla base del trend positivo degli ultimi anni vi è la campagna d'informazione e di sensibilizzazione sul tema che, a partire dal 2013, è stata portata avanti dal Notariato di concerto con le associazioni di categoria» spiega il notaio Gianluca Abbate, Consigliere Nazionale del Notariato con delega al Sociale e al Terzo Settore.

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    Un risultato incoraggiante per il Comitato Testamento Solidale - realtà che racchiude 21 delle principali Organizzazioni no profit - in controtendenza con l' andamento negativo delle donazioni effettuate nel nostro Paese in cui, negli ultimi 10 anni, a causa della lunga crisi economica, il perimetro dei donatori si è ristretto di oltre un terzo passando da 1 italiano su 3 a 1 su 5. Se gli italiani sembrano, dunque, ben disposti a donare parte della loro eredità in beneficenza, ancora oggi, intorno a questa scelta vi sono dubbi e incertezze.

     

    «Vi è una certa diffidenza rispetto allo strumento testamentario anche per ragioni scaramantiche e culturali. Come se l' idea di redigere il proprio testamento significhi avvicinare la propria dipartita» racconta Abbate. Tra i dubbi più frequentemente sottoposti ai notai vi sono, quelli connessi all' eventuale lesione dei diritti ereditari spettanti a determinati componenti del nucleo familiare.

     

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    «La domanda che spesso ci viene posta - continua Abbate - riguarda la possibilità di destinare una piccola parte del proprio patrimonio in beneficenza senza che il testamento venga impugnato dai figli o dal coniuge. L'altro dubbio è quello sulla serietà degli enti a cui la liberalità è destinata e la perplessità è che, magari, queste eventuali elargizioni non vengano effettivamente destinate al fine cui la persona mira o si perdano nei meandri dell' organizzazione burocratica delle varie associazioni benefiche».

     

    Le motivazioni che inducono le persone a decidere di fare un testamento solidale sono, invece, le più variegate. «Tra le principali - spiega Abbate - vi è sicuramente la vicinanza a una determinata causa. Sono in molti, in seguito alle proprie esperienze di vita o al vissuto dei propri congiunti, a scegliere, ad esempio, di donare parte dei loro averi alla ricerca sul cancro». Sottolineando come questa scelta riguardi sempre di più anche i giovani e non solo le persone di età particolarmente avanzata, Abbate ha ribadito l' importanza di incoraggiare i microlasciti, «perché è dalle piccole gocce che si crea il mare».

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