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    IN QUESTO MODO LA MELONI ANTICIPA SALVINI SU DOVE COLLOCARSI IN EUROPA: FRATELLI D’ITALIA ENTRA NELLA CASA DEI CONSERVATORI (GRAZIE AL LAVORIO DIPLOMATICO DI FITTO), IL TERZO GRUPPO DEL PARLAMENTO DI STRASBURGO. APPELLO PER UN PATTO CHE VA DAI POPOLARI AI POPULISTI CONTRO IL PSE


     
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    Giuseppe Alberto Falci per corriere.it

     

    meloni meloni

    È il giorno del battesimo di Fratelli d’Italia nella casa dei Conservatori europei (Acre). «Una giornata storica», gioisce Giorgia Meloni. Un approdo che è figlio del lavorio diplomatico di Raffaele Fitto, ex enfant prodige del berlusconismo, il primo a credere nella volontà del partito di Giorgia Meloni di aderire alla terza formazione che siede a Strasburgo. La leader di Fdi si presenta a metà mattinata in un albergo romano dove ad attenderla ci sono le delegazioni dei 30 partiti che fanno parte dell’Alleanza. Fra gli altri il presidente del gruppo Conservatore al Parlamento Europeo Ryszard Legutko e il presidente dell’Acre, il deputato europeo della Repubblica Ceca, Jan Zahradil.

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    Meloni viene accolta da un grande applauso, saluta il pugliese Fitto con un «Hi Raffaele, how are you?» e sale sul palco per rivendicare la scelta: «È un onore e motivo di grande orgoglio per me e per Fratelli d’Italia ospitare in Italia, nella nostra Capitale Roma, questo importante appuntamento della nostra nuova famiglia europea». Il passaggio che più appassiona la platea è quando racconta cosa sta succedendo in Italia, in particolare soffermandosi sull’alleanza gialloverde che derubrica così: «Dopo le elezioni politiche abbiamo scelto di non entrare nella coalizione innaturale che oggi governa l’Italia, che vede insieme la Lega di Salvini, nostro alleato nel centrodestra a livello nazionale e ancora oggi a livello locale, e un movimento populista di sinistra come il Movimento 5 Stelle».

     

     

    SALVINI, BERLUSCONI, MELONI E IL CZANDIDATO MARSILIO SALVINI, BERLUSCONI, MELONI E IL CZANDIDATO MARSILIO

    Anche se non è presente, di Matteo Salvini si parla in ogni angolo dell’hotel a pochi passi da Villa Pamphili. Poi Meloni rivendica la vittoria del suo Marco Marsilio alle regionali in Abruzzo di due settimane fa, non nomina mai il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ed entra nel nocciolo della questione, ovvero le prossime Europee: «Spero possa uscire un segnale chiaro: la fine del patto scellerato tra popolari e socialisti, che in questi anni hanno calpestato la dignità del popolo». Ecco perché, insiste, «è fondamentale che si affermi questa nostra famiglia politica, la grande alleanza che spero possa andare dai popolari ai populisti».

     

    Il passo in avanti di Meloni ha due obiettivi. La leader di Fdi non crede nell’«internazionale sovranista», caldeggiata dal leader del Carroccio. E con l’ingresso nell’Acre Meloni si pone come ago della bilancio nel caso in cui altri partiti italiani vogliano entrare nel gruppo. È sufficiente infatti un voto contrario per bloccarne l’entrata. Insomma, Salvini è avvisato. E poi l’obiettivo finale all’indomani delle Europee sarà quello di ricostruire il centrodestra con la Lega di Salvini e con una federazione che possa inglobare Fratelli d’Italia e altre realtà nazionali come Raffaele Fitto e il governatore Giovanni Toti. L’ex governatore pugliese esulta: «Sono molto soddisfatto».

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