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    L'APPENDINO NON APPENDE PASQUARETTA. TE CREDO: ACCUSARLO VUOL DIRE AMMETTERE CHE IL SUO BRACCIO DESTRO PER ANNI HA ''VENDUTO'' LA SINDACA DI TORINO AL MIGLIOR OFFERENTE. NELLE DUE ORE E MEZZO DAVANTI AI PM HA DETTO DI NON AVER SUBITO IL CLIMA INTIMIDATORIO DI CUI PARLA L'INCHIESTA - MA TRA GLI INCARICHI OTTENUTI DA PASQUARETTA CON LE SUE ''PRESSIONI'' C'È PROPRIO QUELLO CON LA CASTELLI


     
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    Federico Genta e Giuseppe Legato per “la Stampa

     

     

    CHIARA APPENDINO PASQUARETTA GIORDANA CHIARA APPENDINO PASQUARETTA GIORDANA

    «Per incontrare il sindaco e gli assessori di Torino non si paga. E non servono consulenze». La sindaca di Torino, Chiara Appendino, non ha scaricato il suo ex fidatissimo portavoce, Luca Pasquaretta, che si ritrova accusato di estorsione, traffico di influenze illecite e turbativa d' asta. Due ore e mezzo di audizione dal contenuto secretato davanti ai pm Enrica Gabetta e Gianfranco Colace e al colonnello dei carabinieri Luigi Isacchini.

     

    Lei ha risposto a tutto e poi, in Municipio, ha affrontato il consiglio comunale.

    A chi, dai banchi dell' opposizione, l' accusava di aver di fatto taciuto sulle «pressioni gravi» che possono aver condizionato le scelte dell' amministrazione, ha risposto ribadendo il concetto: «Questa città accoglie e ascolta tutti e così continuerà a fare. Il dialogo con gli assessori e i consiglieri c' è e non passa da consulenze e accordi finanziari. Ho massima fiducia nella magistratura, sono serena e procederò con il mio mandato. Altrimenti, se non lo fossi, lascerei».

     

    appendino pasquaretta appendino pasquaretta

    Il pressing

    È altamente verosimile, se non addirittura certo, che sia questa la sintesi estrema anche dell' audizione del mattino di ieri di fronte ai magistrati. Provando a semplificare e con la massima prudenza: Appendino non avrebbe mai percepito un clima intimidatorio attorno a sè da parte del suo ex portavoce, ne si sarebbe sentita sotto scacco, condizionata da quanto la procura ha ricostruito come una presunta estorsione nella quotidiana attività amministrativa e politica di sindaco della città.

     

    Gli incarichi

    Ma l' inchiesta comincia a dipanarsi pur se nel massimo riserbo. Tra i risultati («contratti e contatti») che l' ex portavoce di Chiara Appendino Luca Pasquaretta avrebbe ottenuto a seguito di un pressing che gli inquirenti collocano in un' ipotesi di estorsione ai danni della stessa sindaca Appendino, c' è l' incarico ottenuto dall' ex pitbull della prima cittadina alle dipendenze del sottosegretario al Ministero dell' Economia, Laura Castelli.

     

    Pasquaretta Pasquaretta

    Lo si è appreso da fonti di procura nell' ambito dell' inchiesta che vede Pasquaretta indagato. È emerso pure come tra gli approdi finali delle pressioni ci sarebbe stato - secondo gli inquirenti - un ulteriore incarico saltato in extremis per motivi politici.

     

    E cioè quello che Pasquaretta avrebbe raggiunto con l' europarlamentare pentastellata Tiziana Beghin, 47 anni, imprenditrice che nel settembre scorso era tra le papabili candidate alle primarie on line del Movimento in vista delle prossime elezioni regionali. Pur senza una firma sul contratto, l' accordo che Pasquaretta andasse a lavorare nello staff di Beghin pareva fosse stato raggiunto e lui stesso in qualche modo lo aveva annunciato, anche se non ufficialmente.

     

    L' ipotesi naufragò quando la candidatura dell' europarlamentare tramontò.

     

    L' incontro con i magistrati

    laura castelli 4 laura castelli 4

    Stamattina, l' ex portavoce della sindaca è atteso in procura. I pm hanno fissato alle 10 il suo interrogatorio, ma nonostante il suo scalpitare per essere sentito, non dovrebbe presentarsi. Lo si è appreso nella serata di ieri dal legale che lo difende nell' inchiesta, Stefano Caniglia.

     

    Intanto, la politica torinese attende risposte. E in attesa che Appendino, liberata dai vincoli di segretezza, possa ripetere in aula quanto riferito a Palazzo di Giustizia, si consuma la frattura con i suoi stessi consiglieri comunali.

    Che difendono il Movimento - "Sano a Torino come in tutta Italia" - ma che parlano anche di incarichi dati, con un po' troppa fiducia, alle persone sbagliate.

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