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    ‘L’EFFETTO CHE FA’ - IL DELITTO VARANI FINISCE A TEATRO: UCCIDERE SENZA MOTIVO - LE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA A FOFFO: ‘ENTRAMBI LO HANNO DROGATO, MANUEL LO ACCOLTELLAVA MENTRE MARCO LO BACIAVA. LA VITA DI LUCA ERA SOLO UN OGGETTO DELLE LORO PULSIONI SESSUALI


     
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    1. L'OMICIDIO DI LUCA VARANI FINISCE A TEATRO: «COSÌ RACCONTO LA DISCESA NEGLI INFERI»

    Marco Pasqua per ‘Il Messaggero

     

    varani foffo prato nella versione teatrale varani foffo prato nella versione teatrale

    Luca, da una parte; Manuel e Marco dall'altra. Tre ragazzi, tre storie, un omicidio, che diventeranno a breve una pièce teatrale. “L'effetto che fa”, è il titolo dell'opera scritta da un giovane regista romano, Giovanni Franci, che dal giorno in cui Luca Varani è stato assassinato, ha seguito la vicenda. Trasformandola, poi, in un testo teatrale, che andrà in scena a ottobre, nel nuovo teatro Off/Off di via Giulia, diretto da Silvano Spada.

    giovanni franci giovanni franci

     

    «Prima di iniziare a lavorare su questo testo, mi sono fatto alcune domande, e mi sono reso conto che avevo molte cose in comune con Manuel e Marco, ovvero, con gli assassini - spiega Franci, già vincitore del premio Siae alla creatività al festival dei due mondi di Spoleto – I due sono nati e cresciuti a Roma, come me. Fanno parte della mia stessa generazione (trentenni con sensi di vuoto e vuoti di senso vari ed eventuali). Sono di buona famiglia.

     

    Hanno frequentato buone scuole. Hanno ricevuto una buona educazione e una buona istruzione. Sono cresciuti in un ambiente borghese (termine ormai desueto in tutto il vecchio continente tranne che a Roma), più o meno cattolico, democratico, perbene».

     

    SILVANO SPADA SILVANO SPADA

    E da questi tratti in comune, Franci ha iniziato – seguendo mese per mese le vicende giudiziarie dei due killer – a raccontare la vicenda che ha scosso in primis la comunità gay. «Pensando al rapporto tra i due assassini – spiega – mi viene in mente Frankenstein 2016. Dove Prato è lo scienziato cialtrone che gioca con il fuoco e Manuel un vaso di Pandora che una volta scoperchiato genera una violenza da cui anche il primo si lascia contagiare. In tutto questo, le droghe svolgono un ruolo importante. Ma poi ci sono i genitori».

     

    OFF OFF TEATRO A VIA GIULIA OFF OFF TEATRO A VIA GIULIA

    Nel testo, naturalmente, si parla anche di Ledo Prato e Walter Foffo: «Due padri che a propria insaputa schiacciano i figli e due figli che si sottraggono vigliaccamente al dovere di non lasciarsi schiacciare. Il tutto nell'assordante silenzio delle madri, che in questa vicenda non hanno mai ritenuto di dover prendere la parola».

     

    «Non ho dovuto fare nessuno sforzo per ricordare il senso di profondo malessere che ho provato quando ho iniziato a leggere le prime cronache della vicenda – sottolinea ancora il regista - Quello stesso malessere mi ha accompagnato durante tutta la stesura del testo e in qualche modo lo avverto tuttora.

     

    Lo sento ancora adesso, forte e chiaro. Da quelle prime notizie, la storia di questo omicidio ha iniziato a riempirsi di particolari sempre più raccapriccianti, di rivelazioni sempre più incredibili e spaventose, trasformandosi in uno sconvolgente, desolante e, almeno per me inedito, viaggio nei meandri più bui dell’animo umano. Una vera e propria discesa negli inferi. Il malessere che ho provato e provo tuttora mi ha quindi ferito indelebilmente, forse proprio perché i protagonisti di questa storia sono così vicini a me, anagraficamente, socialmente e culturalmente parlando».

    luca varani manuel foffo luca varani manuel foffo

     

    I protagonisti di questa opera – che andrà in scena dal 31 ottobre all'8 novembre nel teatro di Silvano Spada – sono i giovani Valerio Di Benedetto (Manuel Foffo), Fabio Vasco (Marco Prato) e Riccardo Pieretti (Luca Varani). «Racconteremo gli scenari più allucinanti e disturbanti che la cronaca ricordi – aggiunge il regista – non solo per la loro efferatezza, ma per le implicazioni che questi aprono nelle nostre coscienze. Rivelazioni sempre più incredibili e spaventose in uno sconvolgente e desolante viaggio nei meandri più bui dell'animo umano. Motivazione del delitto: l'assenza di motivazione».

     

     

    2. FOFFO CONDANNATO, I GIUDICI SPIEGANO: «LA VITA DI LUCA ERA SOLO UN OGGETTO»

    Giulio De Santis per il ‘Corriere della Sera - Roma

     

    MARCO PRATO - LUCA VARANI - MANUEL FOFFO MARCO PRATO - LUCA VARANI - MANUEL FOFFO

    «Infliggere sofferenze a Luca Varani fino alla sua morte per vedere che effetto avrebbe fatto come esperienza straordinaria oltre ogni limite». Questo è stato l’obiettivo di Manuel Foffo e Marco Prato quando hanno invitato il giovane nella casa in via Giordani «dove hanno reso la vita di Luca un oggetto in balia delle loro pulsioni sessuali».

     

    Cosi il gup Nicola Di Grazia riassume il senso della tragedia avvenuta il 4 marzo del 2016 nelle motivazioni della condanna a trent’anni di reclusione pronunciata per Manuel Foffo lo scorso febbraio. E questa finalità – secondo il giudice – «provoca un sentimento spregevole che rivela un grado tale di perversità da destare un profondo senso di ripugnanza che provoca repulsione ed è ingiustificabile per l’abnormità di fronte al sentimento umano». Impossibile non leggere le motivazioni anche alla luce del suicidio di Prato, toltosi la vita in carcere la scorsa settimana.

     

    OFF OFF TEATRO A VIA GIULIA OFF OFF TEATRO A VIA GIULIA

    Ecco i passaggi in cui il gup ricostruisce il ruolo del 32enne nell’omicidio, che nella sua lettera d’addio si è dichiarato innocente. «Prato – osserva il gup – “rafforza il proposito criminoso di Foffo e adotta una piena partecipazione attiva alla condotta, paritaria fin dal primo strangolamento». Anzi, come rileva De Nicola, Marco raccoglie la richiesta operativa di Foffo procurandogli un cavo.

     

    E il gup, proprio per rimarcare il ruolo da protagonista di Prato, ricorda una frase significativa detta dal 32enne durante un interrogatorio: «Anche dopo le coltellate, io ho aiutato Manuel un pochino a dargli forza con le mani (mentre strangolava Varani) e a baciargli la testa».

     

    marco prato manuel foffo marco prato manuel foffo

    Nella preparazione dell’omicidio – come emerge dalle parole del gup - appaiono tutte e due agire in accordo. Osserva il gup che in numerose occasioni nelle motivazioni ricorre alla parola «entrambi»: «Prato e Foffo, con azione consapevole condivisa e tra loro concordata, somministravano a Varani la bevanda contenente Alcover. Entrambi sapevano cosa gli stavano facendo assumere e tranquillizzarono Varani, bevendo lo stesso drink, ovviamente privo del medicinale».

     

    VALTER FOFFO PADRE DI MANUEL VALTER FOFFO PADRE DI MANUEL

    Continua il gup: «Entrambi poggiarono Varani sul letto dopo che si era sentito male in bagno e sempre entrambi iniziarono a strangolarlo. A dare la martellate fu solo Foffo, cosi come fu Manuel a infierire le prime coltellate». A motivare i due assassini – secondo Di Grazia - c’erano le loro pulsioni sessuali: «Prato stava perseguendo la sua ossessione di avere rapporti con soggetti eterosessuali, Foffo stava vivendo in modo conflittuale la sua omosessualità». Infine il gup sottolinea la spietatezza di Foffo che, dopo essersi fatto una doccia e aver ripulito l’ambiente, trova il modo di prendersi due pause «ricreative» dove consuma bevande con il suo amico.

     

     

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