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    CANNE AL VENTO - L’INDUSTRIA DELLA MARIJUANA È L’AFFARE DEL MOMENTO IN AMERICA: NEL 2017 È CRESCIUTA DEL 445% E A LUGLIO C’È STATO IL DEBUTTO A WALL STREET DEL PRODUTTORE TILRAY – SE FOSSE LEGALIZZATA IN TUTTI GLI USA LA CANNABIS DIVENTEREBBE PIÙ IMPORTANTE DELLE BEVANDE GASSATE...


     
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    Maria Teresa Cometto per “l’Economia - Corriere della Sera”

     

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    Se è vero che l' economia Usa sta crescendo a un ritmo sostenuto, c' è un settore che va meglio di altri. E non è l' alta tecnologia, ma l' industria della marijuana. Il business legale della cannabis impiega oggi oltre 230 mila lavoratori, +445% nel 2017 sull' anno prima. Un record dovuto all' aumento del numero di Stati Usa che hanno legalizzato la cannabis per uso medicale: ora sono 30, dal Montana alla Florida; e fra loro ben nove e il distretto DC della capitale consentono anche l' uso puramente ricreativo della marijuana.

     

    marijuana marijuana

    L'ultima ad approvare la completa liberalizzazione è stata la California, dopo Alaska, Colorado, Maine, Massachusetts, Nevada, Oregon, Vermont e Washington. Un boom che sta alimentando la corsa a investire nel settore. Lo scorso 19 luglio al Nasdaq c' è stata la prima Ipo di un produttore di marijuana: l' azienda canadese Tilray, le cui quotazioni sono quasi raddoppiate dai 17 dollari iniziali.

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    Dalla fine del 2017 a Wall Street è quotato il primo Etf specializzato in aziende che fanno affari con la cannabis: si chiama Etfmg alternative harvest (MJ) e l' ha fondato Sam Masucci, ex trader di Bear Stearnes diventato gestore di Etf.

     

    La scorsa settimana, Constellation Brands, il produttore delle birre messicane Modelo e Corona, del vino californiano Mondavi e della vodka Svedka, ha investito 4 miliardi di dollari nel coltivatore canadese di marijuana Canopy growth, spiegando che per il suo business è «naturale» diversificare nella cannabis.

     

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    E non lontano da Wall Street, al numero 433 della prestigiosa Quinta avenue, da aprile è aperto il primo dispensario di cannabis medicale a New York, a cura della californiana MedMen: una sorta di «Apple store» per l' «erba», l' ha definito Cnbc.

     

    Fra l' altro un fondo legato a MedMen è il maggior finanziatore (con 100 mila dollari) della campagna per rieleggere quest' autunno Andrew Cuomo, il governatore dello Stato di New York, contro il quale si è candidata l' attrice Cynthia Nixon (la Miranda di Sex and the City), sostenitrice della completa legalizzazione della marijuana (nello Stato di New York è ammesso solo l' uso medico).

     

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    L' Etf MJ segue l' andamento di 39 società quotate prevalentemente in Canada, dove la cannabis è legale. Negli Usa invece la situazione è complicata dalla contraddizione fra la legge federale, che proibisce il consumo di questa droga, e quelle dei singoli Stati, che lo consentono.

     

    marijuana sativa per programmatori marijuana sativa per programmatori

    Ma un recente sondaggio del Pew research center ha rivelato che il 61% degli americani è a favore della legalizzazione, quasi il doppio rispetto al 31% del 2000. Se il parlamento Usa approvasse la svolta, il business legale della marijuana potrebbe generare un fatturato di 75 miliardi entro il 2030, ha calcolato Vivien Azer, analista specializzata in questa industria per la banca d' affari Cowen.

     

    Diventerebbe cioè un settore più importante di quello delle bevande gasate come la Coca-Cola, che l' anno scorso è sceso al minimo di 76,4 miliardi. Oltretutto la vendita legale della cannabis fa fiorire tutto un indotto di altri prodotti, dai cibi contenenti cannabis come i biscotti ai prodotti per la cura della persona come gli shampoo, dalle T-shirt con disegni ispirati a questa pianta ai portacenere e vaporizzatori.

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    E c' è chi sta pensando di realizzare alcuni di questi accessori anche in Italia. «Sto lavorando con alcuni designer per creare dei vaporizzatori di lusso made in Italy», rivela la 57enne Cheryl Shuman, la «regina della cannabis di Beverly Hills» come l' ha soprannominata il New York Times e una delle cinque donne più potenti nel settore secondo Fortune.

     

    Quella della cannabis in effetti è l' unica industria americana in cui a dominare sono le imprenditrici, perché a battersi per la sua legalizzazione sono state per prime le Moms for marijuana (Mamme per la marijuana), che ne sostengono l' uso terapeutico anche per i bambini.

     

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    La stessa Shuman aveva iniziato 12 anni fa a usare olio di marijuana, dopo aver scoperto di avere un tumore alle ovaie. «In tre mesi sono riuscita a tornare alla mia vita normale - racconta Shuman -. Mi sono resa conto di avere l' obbligo di spiegare che la marijuana è un farmaco efficace per molte malattie».

     

    E può avere effetti benefici grazie al cannabidiolo (Cbd) anche sulla sindrome di Dravet, l' autismo e l' epilessia. Invece il Thc o tetraidrocannabinolo è il principio attivo che provoca lo «sballo».

     

    Ma non è detto che l' entusiasmo per questo nuovo settore si traduca in buone occasioni di investimento per i risparmiatori. Le imprese quotate e comprese in un Etf come l' Etfmg alternative harvest sono infatti startup con alto potenziale di crescita ma anche di fallimento.

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    C' è chi produce e vende la cannabis per uso medico, società farmaceutiche che la trasformano in prodotti, altre che hanno licenze per aprire dispensari negli Usa. Green organic dutchman holdings, per esempio, che pesa per il 7% su quell' Etf, è un produttore canadese «ecologico» di cannabis medicale: le sue quotazioni sul terzo mercato americano (Otc) sono raddoppiate da 3 dollari in maggio a 6 in giugno per crollare agli attuali 4.

     

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    E così anche le quotazioni dello stesso Etf gestito da Masucci sono calate del 22% da inizio 2018, contro un rialzo di quasi il 5% dell' indice azionario S&P500. Pure il Marijuana index è crollato del 35% dai massimi dello scorso 23 gennaio. È insomma un tipo d' investimento molto speculativo, che riporta alla memoria l' euforia e i rischi della bolla delle dot.com Anni Novanta. Il capitale può finire in fumo.

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