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    A LONDRA OGNI MESE SI SUICIDA UN ITALIANO – A SEGNALARE IL DISAGIO MIGRATORIO E’ LA CEI - IN AUSTRALIA TANTI NOSTRI CONNAZIONALI PER OTTENERE IL PERMESSO DI SOGGIORNO DEVONO ACCETTARE DI LAVORARE PER 88 GIORNI NELLE FARM COME PASTORI O RACCOGLITORI DI FRUTTA


     
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    Franca Giansoldati per www.ilmessaggero.it

     

    londra londra

    Il dato è allarmante e fa riflettere. «A Londra in media ogni mese c’è il suicidio di un italiano». A segnalare il disagio migratorio che riguarda i nostri connazionali nel Regno Unito è don Gianni De Robertis, direttore generale della fondazione Migrantes della Cei, nel corso della conferenza stampa nella quale sono state presentate le iniziative messe in campo dai Vescovi in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.

     

    «Mi diceva qualche settimana fa il coordinatore dei nostri missionari in Gran Bretagna, don Antonio Serra (contrariamente a quanto si dice, che la Chiesa non si occupa degli italiani ma solo degli immigrati, il primo impegno della Fondazione Migrantes è sostenere e accompagnare gli italiani nel mondo, abbiamo 366 missioni dalla Finlandia

    all’Argentina) che a Londra in media ogni mese c’è il suicidio di un italiano, che conosce italiani che vivono in baracche o container».

    don gianni de robertis don gianni de robertis

     

    «Qualche tempo fa - ha spiegato ancora don De Robertis - è venuto a trovarmi un giovane giornalista che vive a Melbourne, in Australia, e mi ha raccontato la condizione di tanti giovani italiani che per ottenere il permesso di soggiorno devono accettare di lavorare per 88 giorni nelle farm come pastori o raccoglitori di frutta. E’ anche di questi che parla il Papa nel suo messaggio».

    DON GIANNI DE ROBERTIS DON GIANNI DE ROBERTIS

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