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    SU CON LA VITA, E’ INIZIATA LA DECRESCITA FELICE! - TRA LE CIFRE IMPIETOSE CHE REGISTRANO IL CALO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA, C’È UN DETTAGLIO CHE SALTA AGLI OCCHI - NELLE VARIAZIONI TENDENZIALI, IL DATO SU CIBO, BEVANDE E TABACCO REGISTRA UN + 2,7% - SE TUTTO VA MALE CI CONSOLIAMO CON BACCO, TABACCO (SENZA VENERE)


     
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    Massimiliano Lenzi per “il Tempo”

     

    conferenza stampa di fine anno di giuseppe conte 7 conferenza stampa di fine anno di giuseppe conte 7

    Gente, su con la vita, allegria! Ma quale afflosciamento della produzione industriale, -2,6% (lo dice l’Istat), qui nel Belpaese è già cominciata la decrescita felice e voi - anti-governativi che non siete altro! – non ve ne siete accorti. No, non stiamo parlando dell’ottimismo politico espresso ieri dal Premier Giuseppe Conte e dal leader 5 Stelle Luigi Di Maio che hanno parlato rispettivamente di un “bene la manovra per la crescita” e della possibilità di un novello boom economico “come negli anni Sessanta”. 

     

    alcol e salute 3 alcol e salute 3

    Qui stiamo parlando di numeri. Perché nell’abbecedario di cifre che sono i dati Istat sulla produzione industriale in Italia, c’è un dettaglio che salta agli occhi. Nelle variazioni tendenziali, il dato relativo a industrie alimentari, bevande e tabacco registra un + 2,7%, altro che trend negativo. Carpe diem, gente. Nell’Italia grillo-leghista, stando ai numeri di novembre 2018, bacco e tabacco (senza Venere, e questo è un peccato perché Venere non guasta mai) uniti alla buona tavola (l’alimentare) crescono.

     

    Sì, d’accordo, il tessile, le auto, i computer, la metallurgia, le attività manifatturiere, i prodotti chimici, l’industria del legno e le attività estrattive calano, ma volete mettere la goduria di essere vivi, quella sale. Trattasi, lo possiamo dire, dell’economia della decrescita felice, dove il piacere supera il resto. Può bastare per far decollare un Paese? Non lo sappiamo. Di certo, guardando i dati Istat di queste ore, un consiglio ci sentiamo di darlo ai grillini ma anche ai leghisti che governano insieme questo Paese.

    sigarette sigarette

     

    Cominciamo dai primi: visti i numeri sulla produzione evitare suggerimenti del tipo, “astenersi da spese immorali” perché niente crea più indotto dell’immoralità, quella legale intendiamoci. Bere, fumare, mangiare bene e magari ogni tanto cancellare con una monetina qualche Gratta & Vinci. D’accordo, non si tratta di comportamenti salutisti ma guai a fare i conti con uno Stato etico, si rischia alla fine di ritrovarsi senza neppure quel piccolo segno più alla produzione industriale nei rari comparti che ancora tirano: alimentari, tabacchi e bevande.

    alcol e salute 2 alcol e salute 2

     

    Questo per gli amici grillini, che sempre dovrebbero far tesoro del fatto – le storie di arte, letteratura ma persino della politica ce lo dimostrano - che il genio si accoppia volentieri con la sregolatezza. Per gli amici leghisti, invece, a cominciare da Matteo Salvini, che si muove da leader ormai da diversi mesi, il consiglio è un altro: ieri il Ministro dell’Interno è stato irremovibile sulla proposta del senatore 5 Stelle Matteo Mantero che da alcuni giorni ha depositato in Senato un disegno di legge per legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati.

     

    sigaretta accesa sigaretta accesa

    "La proposta M5S sulla cannabis non passerà mai – ha avvertito Salvini - e non è nel Contratto di governo". Caro Ministro, non sia così risoluto: magari in tempi di decrescita felice pure questa novità aiuterebbe ad alzare il più della produzione industriale italiana. Perché ormai appare chiaro che dopo anni e anni di salutismo e di elogio del fitness, dalla grande stampa ai media, la reazione populista della gente si muova all’incontrario. Mangiare, bere e fumare.

     

    Certo – cantava agli inizi degli anni Novanta Luca Carboni – ci vuole “un fisico bestiale”. Già le sentiamo le obiezioni dei moralisti, “non si cita la cultura pop” per la politica. Perciò, in questa Italia imbriaca di decrescita felice, noi buttiamo là (preventivamente) un Ennio Flaiano, che quello piace pure alle élite, ed il suo lamento del tabaccaio: “Da vecchio, tutte le voglio vedere. Da vecchio, solo le puttane e il bere”. Ovviamente nell’attesa che ritorni il boom degli anni Sessanta.

     

     

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