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    BOSSI, MA VAI A FARTI “RIEDUCARE” - LA TRISTE FINE DEL “SENATÙR” CHE, PER EVITARE IL CARCERE, CHIEDE L'AFFIDAMENTO IN PROVA AI SERVIZI SOCIALI, DOPO LA CONDANNA PER VILIPENDIO AL CAPO DELLO STATO - MA ALL'ORIZZONTE INCOMBONO ALTRI DUE PROCESSI: QUELLO PER I FONDI ELETTORALI DELLA LEGA, I FAMOSI 49 MILIONI DI EURO, COSTATO IN PRIMO GRADO A BOSSI DUE ANNI E MEZZO (SENTENZA PREVISTA PER NOVEMBRE); L'ALTRO PER LE SPESE DELLA FAMIGLIA BOSSI CHIUSOSI CON LA CONDANNA A DUE ANNI E TRE MESI PER APPROPRIAZIONE INDEBITA


     
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    Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

     

    UMBERTO BOSSI CONTRO NAPOLITANO UMBERTO BOSSI CONTRO NAPOLITANO

    Cosa abbia mai da imparare da questo Senato che già non sappia meglio dei tantissimi colleghi arrivati con le ultime elezioni un parlamentare di lungo corso come lui è difficile da immaginare. Sta di fatto che Umberto Bossi, fondatore della Lega ai tempi della secessione, chiede di essere «rieducato» tra gli scranni di palazzo Madama mentre espia la pena a un anno e 15 giorni di carcere rimediata per aver dato del terrone all' allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

     

    La condanna per l' offesa a Napolitano è più che sufficiente a mandare teoricamente in carcere il Senatùr il quale, a causa degli altri precedenti penali, ha bruciato per intero la sospensione condizionale concessa a chi viene condannato in tutto a non più di due anni.

    umberto bossi umberto bossi

     

    Nel lontano 1998, infatti, quando la Cassazione confermò gli otto mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti nel processo Enimont, Bossi ottenne la condizionale che poi coprì anche i 16 mesi subiti nel 2007 (commutati in 3.000 euro di multa) sempre per vilipendio, ma della bandiera italiana che disse voler usare in modo «inappropriato» alla toilette.

     

    Si aggiunsero altre condanne «minori» per diffamazione, ma a scavalcare definitivamente il limite è arrivata quella per le offese a Napolitano lanciate durante un comizio ad Albino (Bergamo) quando alla festa del Carroccio disse: «Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terun». Sentenza confermata dalla Cassazione il 12 settembre.

    UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI

     

    Due settimane più tardi, la Procura generale di Brescia ha emesso un ordine di carcerazione, subito sospeso per dare modo a Bossi, come prevede la legge, di chiedere una misura alternativa al carcere. Dove comunque non andrebbe data l' età avanzata, ha 77 anni e oltre i 70 è possibile ottenere la detenzione domiciliare, e a causa delle sue condizioni di salute, dovute all' ictus che lo colpì nel 2004.

     

    L'articolo 47 dell' Ordinamento penitenziario prevede che coloro che vengono condannati a non più di tre anni possano scontare la pena all' esterno del carcere in affidamento in prova ai servizi sociali. Una misura che deve contribuire «alla rieducazione del reo» assicurando «la prevenzione dal pericolo che egli commetta altri reati», recita.

    UMBERTO BOSSI E BELSITO UMBERTO BOSSI E BELSITO

     

    È esattamente questo che chiede l'istanza che, anticipata dal Fatto Quotidiano, oggi presenterà a Brescia il difensore di Bossi, l' avvocato Domenico Mariani che chiederà che il suo assistito possa «essere messo in condizioni di fare il suo lavoro che non è altro che quello di senatore», spiega.

     

    Se il Tribunale del riesame accoglierà la richiesta, imporrà a Bossi una lista di prescrizioni, come avviene per ogni affidato. Si va dal divieto di avere rapporti con pregiudicati al restare a casa la notte, dal non lasciare il territorio regionale all' avere rapporti con l' ufficio per l' esecuzione penale esterna. Come avviene per moltissimi condannati (fu così per Silvio Berlusconi) Umberto Bossi potrà lavorare, cioè fare il senatore.

     

    renzo bossi portaborse fuori montecitorio 6 renzo bossi portaborse fuori montecitorio 6

    Per questo l' avvocato allegherà il calendario dell' aula di Palazzo Madama e i tempi necessari per andare a Roma e tornare. La difesa è convinta di avere al suo arco anche altre frecce, come tentare di riaprire il processo di appello.

     

    All' orizzonte, però, incombono i rischi di altri due processi: quello per i fondi elettorali della Lega, i famosi 49 milioni di euro, costato in primo grado al Senatùr due anni e mezzo a Genova (sentenza prevista per novembre); l' altro a Milano per le spese della famiglia Bossi chiusosi con la condanna a due anni e tre mesi per appropriazione indebita, ma che potrebbe finire in nulla se Matteo Salvini a nome della odierna Lega non presenterà in appello una querela contro il fondatore.

    C' è tempo fino al 31 novembre, ma qualcuno scommette che il partito starebbe pensando di puntare solo l' ex tesoriere, il coimputato Francesco Belsito. Intanto Bossi comincerebbe a scontare la detenzione «affidato» al Senato.

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