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    LA VERITÀ SU REGENI STA USCENDO. E HA IL VOLTO DELLA SUA PROFESSORESSA DI CAMBRIDGE - LA ABDEL RAHAM HA MENTITO AI PM ROMANI: FU LEI A INDURRE IL RICERCATORE A ‘TAMPINARE’ I SINDACATI ANTI-GOVERNATIVI. E NON ERA IL PRIMO: ALTRI FURONO DA LEI MANDATI IN EGITTO (E CACCIATI), UNA STUDENTESSA ANDO' DALLO PSICOLOGO PER I TRAUMI RIPORTATI - GIULIO FU (ANCHE) UNA PEDINA DELLE MIRE POLITICHE DELLA SIGNORA E LA GOCCIA CHE FECE TRABOCCARE IL GIÀ FURIOSO REGIME


     
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    1. REGENI, LA DOCENTE INGLESE HA MENTITO AI PM DI ROMA

    Ivan Cimmarusti per ‘Il Sole 24 Ore

     

    Maha Abdel Raman Maha Abdel Raman

    La docente di Cambridge Maha Abdel Raham ha mentito ai pm di Roma. Fu infatti lei a indurre Giulio Regeni a compiere studi sui sindacati indipendenti egiziani - organismi contrastati dal governo del presidente al-Sisi – sollecitando anche le domande da porre ai soggetti intervistati dal giovane ricercatore, sequestrato il 25 gennaio 2016 in una presunta operazione di polizia e trovato morto il successivo 3 febbraio sull’autostrada che collega Alessandria al Cairo.

     

    Sono stati i riscontri investigativi sui computer della professoressa dell’ateneo britannico a svelare la sua presunta reticenza nel corso dell’audizione svoltasi nelle scorse settimane in Inghilterra. La docente non può essere indagata, in quanto il suo verbale è stato svolto secondo le norme inglesi. Tuttavia le sue dichiarazioni non hanno trovato conferma, anzi, sono risultate smentite dall’esame svolto sui suoi computer. Per quale motivo, dunque, ha negato di aver mai indotto Giulio a compiere quegli studi sui sindacati indipendenti?

    Maha Abdel Raman Maha Abdel Raman

    La domanda non trova risposta, ma solleva più di un’ombra sull’uso che si fa di questi report didattici.

     

    Questo perché la Procura di Roma ritiene che sequestro, torture e omicidio di Giulio Regeni siano legati proprio a quegli studi scomodi sui sindacati. Secondo i pm sarebbe stata la stessa docente a confezionare le domande che poi Giulio avrebbe dovuto porgere ai venditori ambulanti egiziani, quasi tutti legati ai sindacati indipendenti. A colpire sono soprattutto «i quesiti – si legge negli atti - relativi ai rapporti che i venditori ambulanti hanno con le autorità egiziane: ”La polizia ti dà problemi?”, “Cosa fai quando arriva la polizia?”, “Il Governo tenta di ostacolare la vostra attività? Se sì, come?”, ”Come trattano le autorità statali il vostro sindacato?”».

     

    Giulio Regeni Giulio Regeni

    A questo si aggiunga un altro particolare di non poco conto: «dalle indagini emerge la determinazione della professoressa nel richiedere ai propri studenti interviste sul campo al Cairo per raccogliere materiale di analisi sui sindacati autonomi». In particolare «emergono le figure di alcuni studenti di Cambridge inviati in Egitto per questo tipo di ricerca e allontanati dalle autorità egiziane. Lo stesso Giulio Regeni raccontava agli amici di una collega di Cambridge che, mandata in Egitto l’anno precedente per svolgere la sua stessa ricerca, era stata espulsa dal Paese e aveva dovuto ricorrere alle cure di uno psicologo per i traumi riportati nell’esperienza egiziana».

     

     

    REGENI: PROCURA EGITTO, FALSA LETTERA SERVIZI SEGRETI

     (ANSA) - La Procura generale egiziana, in un comunicato, ha definito "totalmente contraffatta" un lettera attribuita ai vertici dei servizi segreti egiziani in cui si parla di un arresto di Giulio Regeni. "Questa lettera è totalmente falsificata e la Procura generale egiziana ha informato immediatamente il suo omologo italiano" su questa circostanza, "nel quadro della fruttuosa cooperazione fra le due parti", si afferma nel comunicato.

    regeni regeni

     

    "La Procura generale egiziana ha ricevuto dal suo omologo italiano, il 22 gennaio 2018, una lettera anonima" inviata "all'ambasciata italiana nella capitale svizzera Berna", riferisce il comunicato confermando indiscrezioni mediatiche diffuse oggi. Il testo trasmesso è una lettera "attribuita al presidente dei Servizi di informazione egiziani, (e) destinata ai servizi di informazione militari in Egitto, datata 30 gennaio 2016, dove è scritto che i servizi di sicurezza egiziani avevano arrestato la summenzionata vittima", viene aggiunto riferendosi al "cittadino italiano Giulio Regeni".

     

    "La Procura di Roma ha chiesto alla Procura generale di prendere le misure necessarie circa la conferma delle informazioni di questa lettera", è scritto ancora nel comunicato sul "Procedimento numero 643, anno 2016".

     

    REGENI: PROCURA ROMA, EGITTO ACCERTA FALSITÀ LETTERA

     (ANSA) - La Procura di Roma conferma di avere ricevuto oggi dalla Procura generale d'Egitto una comunicazione nella quale si afferma che "dalle indagini è stata accertata aldilà di ogni dubbio la falsità della lettera apparsa oggi su alcuni organi di stampa italiana". Falsità "sia in termini di forma - prosegue la comunicazione recapitata a piazzale Clodio - che di contenuto. Ritenuta pertanto la completa falsità della lettera è stato deciso di ignorarla e di non considerarla una prova nelle indagini"

    regeni regeni

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