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    LE CICATRICI DELA GUERRA – LE FOTO DI VETERANI AMERICANI NEGLI SCATTI DI DAVID JAY: IL PROGETTO “UNKNOWN SOLDIER” RITRAE UN GRUPPO DI SOLDATI 10 ANNI DOPO IL LORO RITORNO DAI CONFLITTI IN MEDIO ORIENTE RITRATTI CHE COSTRINGONO CHI GUARDA A CHIEDERSI DEL PERCHE' DI TANTO DOLORE


     
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    Alessia Arcolaci per Vanity Fair

     

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    Ci sono paesi come l’Iraq e l’Afghanistan in cui la guerra non è mai finita e il significato di tutto ciò che porta con sé è tangibile. Si percepisce guardando gli occhi di chi è rimasto in quelle terre, dei civili, di grandi e bambini così come è chiaro nei volti e sul corpo di chi quelle guerre le ha combattute. Come i veterani, soldati che hanno incise sul loro corpo le cicatrici di quei mesi, spesso anni, trascorsi tra morte ed esplosioni.

     

    Lo raccontano le immagini realizzate dal fotografo californiano David Jay, nel progetto «The Unknown Soldier», selezionato tra i finalisti nella categoria Ritratti per i Magnum Photography Awards 2016. In primo piano ci sono loro, soldati, ex tenenti, colonnelli, uomini e donne, padri di famiglia che hanno pagato il prezzo della guerra con il loro stesso corpo, a volte con la vita. David Jay li ha immortalati dieci anni dopo il ritorno dalle guerre in Medio Oriente.

     

    IL FOTOGRAFO DAVID JAY IL FOTOGRAFO DAVID JAY

    «Incontrare queste persone è stato incredibile. Sono dei veri eroi ed eroine che ho avuto l’onore di conoscere – racconta David Jay -. Sarò per sempre a loro grato per aver scelto di mostrare le loro cicatrici e condividere la loro storia con il mondo intero». L’obiettivo del progetto di David Jay non è semplicemente accendere una luce sul tema della guerra bensì raccontarne le conseguenze spesso meno visibili a chi non la vive e conosce direttamente. Le sue immagini costringono chi le guarda a interrogarsi sulle scelte quotidiane che vengono fatte riconsiderando la forza che possono avere sul futuro della collettività. «Questi ritratti non raccontano semplicemente la guerra, parlano di tutti noi, delle nostre emozioni». 

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