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    VI RICORDATE LE 'PUSSYCAT DOLLS'? ''NON ERANO UNA BAND FEMMINILE MA UN GIRO DI MIGNOTTE'': ALTRA BOMBA NEL MAGICO MONDO DELLO SPETTACOLO, STAVOLTA LANCIATA DALLA CANTANTE KAYA JONES, CHE PARLA DI DROGHE, ABUSI SESSUALI, RAGAZZE SCAMBIATE COME FIGURINE DAI MANAGER E PRESSIONI CHE HANNO PORTATO PIU' DI QUALCUNA AL SUICIDIO (VIDEO)


     
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    Da “Rockol

     

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    Kaya Jones, nota per essere stata membro delle Pussycat Dolls, ha utilizzato il suo canale Twitter ufficiale per raccontare particolari inediti riguardanti il suo periodo nella band.

    L'artista nordamericana ha dichiarato che durante il suo periodo di fama con il gruppo statunitense è stata sfruttata costantemente da figure dell'industria musicale che hanno trattenuto parte dei guadagni della band. Soprattutto ha rivelato, inserendosi sull'onda degli scandali che stanno travolgendo il mondo dell'entertainment a partire dalla figura del produttore cinematografico Harvey Weinstein, di essere stata costretta a dormire con alcuni dirigenti dell'industria discografica per poter lavorare.

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    «La mia verità. Non stavo in un gruppo femminile, ma in un giro di prostituzione. Com’era? Abbastanza brutto da farmi rinunciare ai sogni e ad un accordo da 13 milioni di dollari. Sapevamo che saremmo finite al numero 1». E ancora: «Per essere parte di una squadra, devi giocare, cioè andare a letto con chi ti dicono…Hanno provato a farci tacere e questo ci ha rese più forti. Hanno provato a drogarci ma eravamo allertate. Perché non abbiamo denunciato? Perché eravamo tutte abusate! Ero stata avvisata personalmente che se parlava, finivo morta o la mia carriera si sarebbe conclusa».

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    Infine: «Conosco tanti uomini e donne che sono stati abusati nell’industria dell’intrattenimento dalla élite di Hollywood. Siamo anestetizzati ed è sbagliato». Fa anche riferimento al suicidio della cantante americana Simone Battle, ex-star del gruppo G.R.L (sempre fondato da Robin Antin): «Voglio che la mamma chioccia confessi e dica perché un’altra delle sue ragazze si è suicidata. Dite al pubblico come ci avete distrutte mentalmente», «Robin e la casa discografica facevano i soldi. Noi Pussycat Dolls eravamo pagate 500 dollari a settimana, usate e abusate».

     

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    Alle accuse della Jones ha risposto direttamente la fondatrice Robin Antin, sostenendo che Kaya, in quel periodo, non era neanche membro ufficiale delle Pussycat Dolls: «Bugie ridicole e disgustose. Jones sta chiaramente cercando i suoi 15 minuti di celebrità", questa è stata la reazione pubblica di Antin, che ha anche annunciato di aver dato incarico agli avvocati di perseguire Jones.

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